Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

14 UNIVERSITÀ FASCISTA I lavoro così da allontanare le possibili controversie fra le ,forze delhl produzione. Ma vi è qualche cosa di più da notare : che lo stato ha disposto tutta una serie di organi destinati a vegliare affinchè nella stipulazione dei contratti collettivi di lavoro e in generale in tutta la politica sindacale si osservi la regola suprema di non . danneggiare la produzione, di non alterare i giusti rapporti fra le varie classi. Per questo, al di sopra dei sindacati vi è la _ fede, azione sindacale, cioè l'unione di tutti questi organi locali come semplici sindacati che così , hanno una ~este regionale come federati, e l'insieme di queste federazioni forma la confederazione. Lo stato ha poi costituito il ministero delle corporazioni dal quale dipendono le corporazioni che sono destinàte a formare l'anello di collegamento fra sindacati e Stato. Tali organ~ statali sono chiamati a intervenire per esercitare opera conciliativa come abbiamo già veduto, perchè la determinazione del salario corrisponda alle esigenze della vita: essi hanno pertanto un, campo d'attività ·nei relativi conffttti. All'organo statale viene dalla legge . deferito inoltre il compito di dettare norme regolamentari in applicazione delle leggi quando se ne senta il bisogno. L'ordinamento noi lo abbiamo così a grandi linee abbozzato : i sindacati e le loro federazioni, •1•ordinamento delle corporazioni, il ministero delle corporazioni. Queste disposizioni che regolano i rapporti fra le organizzazioni sindacali e lo stato sono tutt'ora un mondo in formazione. Si sono già , tracciate le grandi linee ma vi è ancora molto da lavorare, molto da definire ; vi sono tutti i particolari che non sono stati ancora tracciati ; tutta via il grande edifiz~o che noi vediamo sorgere sotto ai nostri occhi è veramente imponente e fa onore allo stato fascista perchè è il più grande sforzo, anzi, è 1•unico sforzo serio che sia stato tentato finora al mondo per dare un nuovo ordinamento alle forze economico sociali, per togliere i contrasti e le lotte che sino a poco tempo fa, in Italia e oggi ancora nelle altre nazioni, sembravano endemiche . nel mondo econQmico. In effetto, se si considerano le condizioni degli altri popoli Europei, ci si chiede se un giorno le nazioni, la cui vita è così spesso posta ai più duri repentagli delle lotte fra datori cli lavoro e lavoratori, vorranno continuare ·sibli0teca Gino Bianco nella politica liberistica, permettere che questi contrasti giungano con tanta frequenza ad un vero stato di guerra economica. Leggevo di recente in in una rivista che nel 1926 furono perdute i~ Danimarca 17 milioni di giornate di lavoro ; questa . perdita ha superato persino quella di 16 milioni avvenuta vel 1919 anno nel quale si credeva che fosse avvenuta la crisi . più grave ; se volessimo valutare poi le perdite fatte dall'Inghilterra e da tutte le altre nazioni a causa del tremendo e lunghissimo sciopero del carbone, dovremmo ricorrere a cifre colossali. Con ciò non voglio dire che quelle nazioni debbano foggiare i loro ordinamenti sul modello· dei nostri : ogni popolo ha il suo genio, le sue tendenze particolari e queste hanno nella sua vita grandissima importanza. Certo si è che il permanere dell'agnostic 1 .smo liberistico. conduce con sè conseguenze d'una gravità evidente. Il sistema disegnato dalla Carta del Lavoro e dalle leggi e decreti che ne sono il complemento mira ad una soluzione originale ed ard1ta del problema. Lo sforzo che il fascismo ha fatto per raggiungere questo scopo è la parte forse più interessante deHa sua multiforme attività ed è nel tempo stesso il più alto ed efficace contributo che esso abbia dato alla grandezza avvenire del paese. Questo ordinamento ancora in via di formazione è destinato appunto a colmare l'abisso del quale parlai nella lezione precedente ; quell'abisso che per effetto della politica atomistica clello stato liberale, si era venuto formando fra i lavoratori e lo stato : e anche fra i datori di lavoro e lo stato poichè neppur questi in fondo, avevano organismi attraverso i quali far sentire la loro voce allo stato : è noto, infatti, come le Camere di Commercio, che a\'rebbero dovuto esercjtare questa funzione, meno rare eccezioni, fossero organi di ben limitata attività ed autorità. Quante volte noi abbiamo sentito dei lamenti perchè alcune categorie di industriali facevano sentire in modo del tutto preponderante la loro voce presso lo stato ·e sapevano disporre le cose in modo da far valere i loro interessi a danno delle altre categorie? Ora, tutto questo ordinamento che lo stato fascista ha creato è destinato a introdurre un principio di ordine, di legalità e di equità in tutto questo mondo che rappresenta il nerbo della vità nazionale.

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