Il Marxismo, il Sorelismo trionfarono nei congressi della « Confederation générale du travail ». Quanto all'Italia, le Camere del lavoro, i sindacati operai, le leghe contadine divennero le fucine del più acceso estremismo, gli organi della lotta più aspra non solo contro le classi capitalistiche, ma contro la stessa autorità dello Stato. . Leg~erò qui alcune parole che si trovano nella relazione del governo e che riproducono perfettamente le gravissime condizioni nelle quali versava la vita nazionale : « Le grandi organizzazioni operaie si posero arbitre della vita nazionale. Esse costituivano altrettanti stati nello Stato, disponenti• dei servizi pubblici secondo il loro capriccio, più ancora, che secondo la loro volontà. S'ebbe così lo spettacolo in Italia della Confederazione generale del Lavoro, dei sindacati socialisti dei ferrovieri, degli impiegati postali e telegrafi ci sospendere la -yita o i traffici e le comunicazioni del paese e decidere della politica estera della Nazione, della pace e della guerra. E il concetto della lotta di classe si allargò in modo smisurato e ridicolo, fino a comprendere i rapporti fra lo Stato e i suoi impiegati, quasi che la nazione fosse una classe, contro cui era lecito condurre la battaglia in nome d'interessi particolari. Le cose erano ormai giunte a tale che dalla autodifesa di classe, di categoria, di gruppo ·era sorto l'anarchia. Lo Stato liberale ombra di se stesso andava disfacendosi. Tutta la vita sociale minacciava di disgregarsi e la civiltà di sommergersi in un nuovo medioevo ». Sono parole che riproducono_ effettivamente con la maggior esattezza la situazione al~aquale eravamo giunti, situazione che pareva dovesse segnare il tramonto non solo della nostra organizzazione economica ma della nostra stessa civiltà. Naturalmente le perdite dell'economia nazionale erano enormi perchè i continui scioperi f~cevano si che il numero delle giornate di lavoro perduto SQmmassero a dei milioni, e quindi si perdevano dei miliardi in valore di lavoro, quando le f abbriche non funzionavano e quando nei campi, a causa degli scioperi, andavano perduti i raccolti mentre il bestiame intristiva nelle stalle. · La reazione sorta nel campo fascista diede nuova vita allo stato che sembrava destinato a crollare momento per momento. Il fascismo portò quell'ordine che da lungo tempo era perfettamente sconosciuto, le camere del lavoro furono sciolte, furono soppresse moltissime leghe di resistenza e al posto del movimento sindacale socialista ve~emmo sorgere un movimento sindacalista sano e robusto che aveva come meta la conservazione dello Stato e non la sua distruzione, l'esaltazione della produzione e non l'asservimento agl'interessi dei partiti, non i fini egoistici degli individui o di determinate classi, ma il miglioramento delle ·condizioni di tutti i cittadini, non più la lotta di una parte , della nazione contro l'altra, ma la collaborazione di tutte le classi. Questo m1>vimento fascista fu avversato da persone interessate le quali naturalmente vedevano nel fascismo il crollo ·dei loro sogni ambiziosi e anche ali•estero da parte degli aggregati al partito socialista, alla massoneria, e così via. Quali furono le accuse che si muovevano al fascismo in questo campo? Si muoveva· sopra tutto l'accusa di . essere al servizio delle classi capitaliste, si diceva che il fascismo con questa reazione aveva fatto il vantaggio degli industriali e dei proprietari terrieri: la Carta del Lavoro è la miglior risposta a queste stolte accuse. Del resto anche all'estero ci si comincia a render ragione delle calunnie lanciate· . . ... . con tanto accanimento e con tanta ost1naz1onecontro il sindacalismo fascista. Abbiamo visto quest'anno nelle discussioni avvenute a Ginevra nel- . l'ufficio internazionale del lavoro come i nostri rappresentanti abbiano .risposto vittoriosamente alle solite accuse dei vari partiti socialisti coalizzati e l'effetto che ha fatto l'esposizione dei principi della Carta del Lavoro: si potè scorgere nella votazione con la quale l'On. Rossoni venne convalidato nell'ufficio internazionale del lavoro quale rappresentante dei lavoratori italiani; la cifra dei voti favorevoli fu più alta di quello che lo fosse stata mai negli anni precedenti. La Carta del Lavoro, in questa parte espone i principii fondamentali della politica sindacale e corporativa fascista, quei principi sui quali poggia ~la importantissima legge del 3 Aprile dell'anno scorso sui « rapporti collettiyi del lavoro » e le altre norme ad essa connesse. Dalla dichiarazione si vede come il fascismo abbia una visione sintetica dei problemi, inerenti ai rapporti dei datori di lavoro e dei lavoratori fra loro e con lo stato, e da questa visione risulta .che lo stato fascista anzichè voler sacrificare gli interessi delle classi op.eraie a vantaggio dei datori di lavoro vuole conciliare gli interessi degli uni e degli altri per au-
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