' BOLOGNA 3 · le vie ed erano posti in prigione perchè contravvenivano ai _regolamenti urbani. Questo era un male difficile da evitare perchè proveniente dallo stesso progressivo mutamento dei metodi di f dbbri- . caz1one, ma a questo se ne apgiungono poi degli altri che dipendono invece in gran parte dalla cattiva volontà e dallo spirito di sfruttamento dei datori di lavoro, degli industriai•. Vi è stato un tPmpo infatti in cui gh industriali per avere i lavoratori a buon mercato irregimentavano nelle fabbriche le donne e sopra tutto i fanciulli ! Ciò avviene dapprima in Inghilterra, ma il malcostume si diffonde in breve tempo anche nel continentè. In Francia e in Germania vi sono torme di bambi~i, di ragazzetti laceri, scalzi eh! si avviano · alle fabbriche dove vengono sfruttati senza pietà ; i lavoratori sono pagati scars_amente e nessuno si preoccupa delle condizioni miserabili nelle quali vivono.. Lo Stato se ne disinteressa : è il periodo nel quale trionfa al massimo grado la famosa dottrina del « lasciar fare, lasciar pas.sare, » dottrina proveniente in origine dalla Francia, ma poi diffusa dagli economisti inglesi in tutto il mondo civile : lo stato non doveva intervenire nei problemi ~conomici, non doveva interessarsi delle lotte fra lavoratori e datori di lavoro : e se gli operai vessati, maltrattati s'indebolivano, si ammalavano, morivano sul campo, questo ·fatto veniva considerato come un fenomeno necessario che faceva sì che un po' alla volta si restringesse l'offerta e ne venisse alla fine un benefizio stesso alla classe operaia perchè essendo minore l'offerta i datori di lavoro dovevano pagare di più gli operai. Così concludeva, ad esempio, Lord Brougham, il celebre giurista in-. glese, alcune sue osservazioni su tale materia. Queste dottrine costituirono per lungo tempo un credo indiscutibile nella vita · economica eu~opea e portarono delle gravi conseguenze. Anzitutto avvenne questo, che gli operai vedendosi abbandonati e in balia dei loro sfruttatori si unirono strettamente in le~he di resistenza. Si trattava d' organismi ben differenti dalle corporazioni antiche, nelle quali avevano la prevalenza i datori • • • • di lavoro e gli operai s1 trovavano 1n pos1z1one · subordinata. Per di più le vecchie corporazioni vivevano sotto la pro.tezione ed il controllo dello • • • Stato, mentre queste nuove un1on1 operaie erano dallo Stato combattute. Cominciò allora la lotta micidiale fra lavoratori e datori di lavoro e ne furon attori princi- ' Bi lioteca Gino Bi CO pali queste leghe ben al trimenti forti e potenti di quello che lo potessero essere le antiche arti o i deboli compagnonnages anteriori al secolo XIX. Le nuove leghe sono potenti per il numero : gli operai sono riuniti in nuclei di migliaia e migliaia, come avviene nelle grand, città manifalturiere dove vi sono cento o duecento mila operai ; è fa,.i.le comprendere l'importanza di essé. Ma c·è anche di più, perchè gli oper;ii abbandonati dallo Stato, prestano orecchio alle teorie estremiste. . Questa tendenza si vede già negli operai inglesi, nelle grandi lotte che essi dovettero sostenere fra il 1820 d il 1840: essa si manifesta poi poco più tardi, colla diffusione delle d ttrine socialiste e comuniste nei centri operai del continente. , Le dottrine socialiste e comuniste formano un•antitesi con le dottrine I liberistici e di cui ho parlato perchè nelle dottrine ~omunistiche e ·socialistiche si concepisce lo Stato o il comune ~ome il regolatore generale della vita economica, come la base della nuova società, e la socializzazione dei mezzi di produzione, come il nuovo assetto economico-sociale, naturalmente come ho già d,c-ttocontraddice pienamente ai postulati liberistici. Però un punto è comune a queste dottrine, quello della concezione materialistica della vita:_ tanto gli uni quanto gli altri sono mossi dalla 1 molla dell'interesse materiale, economico e questo, ripeto, forma il substrato _comune tanto delle dottrine liberistiche quanto delle dottrine socialistiche. La dottrina del socialismo svolta fino alle sue estreme cpnseguenze fa sorgere l'internazionalismo che è la negazione dell'idea della patria, cioè della più grande idea che possa balenare agii occhi del cittadino nel campo della realtà. La negazione della patria, de Ila religione, della famiglia alla quale conducevano le dottrine materialistiche imperversanti nel mondo, non potewa a meno di rendere aspra al sommo la lotta economica, dato che si spezzavano tutti i legami ca"paci di raddolcirla, atti a mantenere la coesione nella società. Gli effetti di queste dottrine si videro in particolare nelle conseguenze della guerra mondiale. 11 fenomeno della guerra non poteve essere compreso dalle masse alle quali erano stati instillati questi principi. Quando l'individuo non vede nessun altro scopo alla sua attività se non il proprio benessere individuale, la guerra gli può apparire soltanto come la cosa più assurda èhe si ., , I ... -
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