• 2 UNIVERSITÀ FASCIS~A I • I I .. I ..... \ ... prima dell'importanza politico sociale della Carta del lavoro. In questo campo, il solenne documento affronta ,un problema che ha affaticato i più illustri sociologi, economisti e statisti, e cioè la misura e l'opportunità dell'intervento dello Stato nelle lptte economiche e sociali. Conviene perciò ricordare come nel secolo XVIII, durante il cosidetto « ancien régime » nella mag~ior parte degli stati un tale intervento fosse continuo. t r Le corporazioni delle arti, indu~trie, commercio che allora esistevano (mètiers, come si chiamavano in Francia), erano gli strumenti di questo. continuo intervento statale : esse stabilivano le e-on- , 1 dizio~i perchè l'operaio potesse essere ammesso in una officina, determinavano il salario del lavoro . che dall'operaio veniva prestato, stabilivano il numero d~gli operai, il modo nel quale 4ovevano essere r~golati i rapporti fra r operaio e il proprietario dell~ fabbrica, determinavano molte volte il prezzo dell' acquisto delle materie prime cosicchè quest~ non erano contrattate sui mercati liberamente ma dalle corporazioni. ' , Per ogni arte c'erano statuti sovente assai complicati che ne regolavano l'attività. Tali statuti erano sogqetti all'flpprovazione dello Stato, così che questo stato esercit~va un continuo inffusso sulla vita econo~ica sociale. Questo principio fu accettato p~r un certo tempo, fino alla fine del secolo XVII non vi furono proteste contro l' ec- · cesiva regolament~zion~ dalla vita economica,· ma nel secolo XVIII Ja vita cnmmerciale e industriale divenne più_ fervida e più tumultuosa, specialmente ·' a causa dei rapporti sPmpre più intensi con le . . ' colonie dell'Africa, ·,dell'Asia e dell'Am~ric~, che determinarono un grande rjgoglio nella vita economica inrlustriale e allora. con quPsto nuovo atteggiam~nto, con quPsto nuovo atte2giamento della , vit~ economica si co~inciarono a senti.re gli inceppi del regime vincolistico che fino allora aveva r • avuto v1gore. Si levarono le prime voci da parte degli economisti studiosi in materia economica a contrastare contro qu~sto r.egime e domandarne r abolizion~, poi cominciarono le leg~i abolitive prima a V eDf'zia, poi in Toscana, in Francia, in Inghilterra, , ' e si può dire che ai primi. del secolo XIX tutto l' e<lificio de Ile antiche corporazioni, il regime di privilegi .sul quale s'era fondata la vita commerciale e industriale per tanti secoli, era crollato e in sua vece succedeva un sistema economico del tutto · I Bib ioteca Gino • la GO opposto : quanto il regime economico delle corporazioni delle arti era stato. di continuo dominato dall'intervento statale, altrettanto il regime che gli successe fu libero 'da qualsiasi inceppo, e a tutte le iniziative individuali era lasciato libero il campo. . ' . , Questo nuo:vo regime porto. a una . immensa fioritura di industrie e di commerci e, per quanto gli inconvenienti del regime liberistico dei quali parleremo• fra un istante, siano stati gravi, non possiamo tacere che in confronto al regime vincoli-· stico esso diede un vero impulso, fece sorgere una nuova vita econonlica che mutò quasi per intiero l'aspetto della società. L'economia del secolo XVIII era, nella maggior parte· degli Stati, ancor ristretta nella industria domestica, in piccole officine ed I anche quanQo sorgono stabilimenti, si tratta di raggruppamenti cti quarant~ o cinquanta operai. Nella · primll m~tà del secolo XIX troviamo invece costituite già delle officine con parecchie centinaia e sovente anche migliaia di lavoratori. Ciò corrisponde naturalmente alla formazione di vaste società I con capitali ingenti. Quec;ti grandi ag~regati economici si formarono prima in ln~hilteira, la patria d~ll'iridustrialismo, poi si diffondono per tutto il mondo civile. Essi dànno immenso sviluppo alla produzione che aumenta in modo enorme, m1 portano anche gravi inconvenienti, scorg1amo assai presto segni gravi degli effetti del nuovo regime economico, m~li che la trasformazione inrlustriale portava con sè. Pensat~ ad esempio che · nella Fiandra c'erano circa 200 mila operai che lavo• ravano nei famosi tessuti di lino : ancora ai tempi della mia infanzia le nostre case si adornavano di quelle· splendide tovaglie, di qùei tessuti famosi che formavano l'orgoglio della Fiandra: dopo bre- . vi anni la prosperità cessò perchè la concorrenza che la creazione meccanica dei tessuti inglesi esercitava contro la produzione dei tessuti a mano divenne tale che l'industria fiamminga dovette cedere il campo. e al posto di 200 mila operai che lavoravano nell'industria de( lino verso il 1820 cioè 20 o 30 anni più tardi vi erano soltanto 30 mila • • • • operai 1n gran parte concentrati 1n poche fabbriche, mentre il lavoro a domicilio, il piccolo laboratorio, era stato distrutto. Le inchieste sulla condizione dei lavoratori compiute nel Belgi~ e nell'Olanda tra il 1840 e e il 1850 davano questi risultati, che le prigioni. di Bruxelles e delle principali città della Fiandra formicolavano di disoccupati che mendicavano per
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