Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

IL CONCETTO DELLO STATO SECONDO GENTILE 509 da solo, con le sue asserzioni apparentemente assurde, contro la moltitudine », di cui-parla il Gentile nel suo gran .libro su la Riforma dell'Educazione (1 ). 1 Può condurre, non perchè questa virtù possa. essere mai eccessiva nel vero filosofo, ma perchè ad ogni passo deve essere controllata, e si deve stare sull'avviso di tutte le possibili trappole, che la troppo ebbrezza della solitudine, « di quell 'aere ra•refatto, che i;}pensiero 'fa -respira.ree in cui si ha da principio .la sensazione che venga meno la vita », può farci trascurare. Difatti a me sembra che iil Gentile non abbia ben viste quelle tesegli dalla dialet-- tica del panlogismo hegeliano. Lo stato suo e di tutti gli altri che vogliono dedu·r.re filosoficamente la forma liberale, o qualsiasi altra forma, è il più alto momento dello Spirito oggettivo : •lo Stato come spirito vivente, la cui essenza è « l'universale in sè e per sè, la razionalitàdel volere ». La quale, in quanto è <( consapevole di sè e si attua, essa è senz'altro soggettività, e, come realtà è un individuo (2 ). E nel governo di questo Stato « è la sog-- gettività come l'unità in-finitadel concetto con se stesso nel suo svolgimento, la volontà dello Stato, che tutto sostiene e tutto decide, la più alta cima dello Stato - e l'unità che compenetra tutto : il potere governante del principe ». (3 ). E così ric:adendo nella Filosofia dello Spirito del I 'Hegel av,rem,moperduto quella più alta cima che il pensiero aveva conquistato sull 'Hegel nella f_~ogica come scienza del conoscere, e sarem·mo risospinti in quelìa trascendenza cl1e pareva definitivamente scon,fìtta. Nella trascendenza e nell' astrat-- tismo ; chè quello stato non è più in interiorehomine, . ma all'esterno; esso diventa un ens rationis, non la stessa concretezza della vita dello spirito, in quanto vita politica, nell'organismo di tutte le sue distin-- zioni. Saren1rno anzi in questo concepimento statolatra molto al di qua della stessa ,concretezza conservata dall'Hegel. Chè questi è il celebratore dello Stato prussiano, impernato saldamente sulla volontà dei suoi principi. Per lui « la costituzione mo-- narchica è la costituzione della ragione sviluppata : tutte le altre costituzioni appartengono a gradi più bassi delio svolgimento e della realizzazione deìla • ragione ». ( 1 ) GENTILE - Ibidem,pag. 115. .Per lo meno, dunque, in Hegel quella volontà razionale, che è l'essenza dello stato, è la volontà di qualcuno, costituito dalla stori,a suo strumento o tramite ; è davvero perciò una volontà in cui si rea-- lizza approssimativa·mente la r,agione. Così egli dice, velando di lieve ironia antilluministica il suo tono solenne : H Nella fol'ma perfetta dello Stato in cui tutti i momenti del concetto hanno raggiunto la loro libera esistenza, questa sog·gettività non è unacosiddetta persona morale o una decision-e ohe vien fuori da un.a maggioranza : forme nelle qu.ali l'unità del volere che decide, non ha una esistenza reale - ma, come in1 dividualità ,reale, è volontà d'un .indi-- viduo c·he decide : ,monarchia ,, (1 ). Pur veleggiando pel cielo dell'Assoluto, gittato come un divino padiglione al di sopra e a.Idi là delI 'esperienza pura, Hegel non la perde del tutto di vista questa esperienza ; ,anzi ogni suo sforzo com-- pie per allacciar.la a quel cielo : lo Spirito oggettivo non ·può essere che la concretezza del volere di qualcuno_, :pienamente responsabile perciò di fronte alla storia. VIII. La filosofia di Giovanni Gentile non può farci correre i,I pericolo di perderci nell'assoluta vacuità dell'astratto. Chè non è veramente una persona, un individuo che decide, ma è la St·ato come spirito assoluto. E co1munque, in questo caso, non ci saremmo elevati al sostanziale nucleo_del pensiero, che è l'occulto germe della presente Rivoluzione ; e rimarremmo sempre nell'orizzonte dello stato liberale. ·Chè questo sì ha 1 'ambizione di, sostituire la chiesa cattolica e di sostituirla soprattutto nel mono-- polio della scuola, illu,ministicamente organizzata e quindi in naturale e legittima dipendenza da un qualche bolso pontificato laico.Ma qualunque stiate d 'a'1tronde, come mi pare d'aver dimost•ra~onel su ·,riferito articolo sullylndividuo etc. resta sempre al di qu.a del suo concetto. Là ho detto che « l 'indi-- -viiduocrea lo stato, ma lo stato ricrea I' in1 dividuo ;· ognuno dei due termini è insieme strum,ento e fine dell'altro » ; qui dico che dunque il più perfetto stato ·resta sempre al di qua di quell'universale e vero lo, di quella volontà co·mune in cui vorremmo ( 2 ) HEGEL - Enciclopedia &cienti/ico-filosofica, trad. Croce, 457 (t) HEGEL - Enciclopedia delle Scienze f,loso~che. trad. Croce, pag. . 'J' ( 3 ) HEGEL - Ibidem,pag. 463. pag. 463. • Bibliote a Gin ■ 1anco ..

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