FRA LE R.IVISTE Estero. Lo conoscete voi un uomo « dal duro e forte ,mento », « dalle labbra ch,iuse maschiamente », « dai penetranti occhi un po' pazze- . schi » che si presenta vestito da marinaro al popolo e da camer.lengo al Re, che crede alle predizioni delle ZJingare ed ama farsi fotografare le gambe pelose e le braccia ,lunghe ? Eppure « non c'è nè un magazzino, nè un ufficio » senza il suo ritratto « ed i chioschi dei giornali ne son coperti dall'alto al basso », vi fa sapere il signor llimsky nel fascicolo 9 del Progektor, la rivista bisettimanale edita dalla Pravda, ed il suo nome è oggi nel cuore di ogni italiano, aggiùngiamo noi, giacchè l'uomo, di cui I' articolista tratteggia in una prosa ingenua ed interessante il profilo, è proprio il Duce nostro. Non lo ravviseremmo invero nella falsità della ricostruZJione fisica e morale se, oltre l'ingenuità della descrizione non dominasse la luce degli occhi volitivi ed insonni, che « tradiscono la tensione .sovrumana di quest'uomo ». La cui aZJionenon può essere un aspetto di esterna coreografia, ma creazione di spirito. Gli atteggiamenti esterni costituiecono indubbiamente il lato che colpisce con maggiore fac•ilità lo 6traniero lontano dal nostro mondo morale ed avvolto in un'atmosfera politica a noi diversa ed ostile, mentre la distanza ingrandisce e snatura la sua forma e non permette di fissare lo sguardo oltre la superficie. Tuttavia « di questo real prigioniero di Palazzo Chigi e della villa T orlonia, come il Papa in Vaticano, capo e servo del potere, oracolo per il Partito e per il Paese », « che vive troppo di apparenza », che quando viaggia « manda innanzi un falso treno con i vagon,i vuoti » e « se ne va per un'altra strada in un'automobile ch,iusa oppure appare alla stazione indicata con un • altro treno in cui arriva non atteso da nessuno » J 'llimsky tenta cogliere qualche aspetto interiore in aperto contrasto con la esterna figura- . z1one. cc È d,iffi.cile dire, egli scriive, quando (Mussoliini) dorma e riposi, perchè il lavoro a Palazzo Ohigi di regola continua fino a tarda notte. Alla mattina presto egli già riceve i rapporti degli impiegati, ciò non ostante egli è sempre svelto e fresco, in pieno possesso delle sue facoltà mentaili ». cc Circondato da sei telefoni egli tesse la rete della sua politica nel suo immenso gabinetto vuoto nel vecchio palazzo cupo, e solo i suoi segretari sanno da una carta mal fatta che vien loro gettata ,in faccia fino a che punto di tensione nervosa arriva il loro Primo Ministro ». Tutta 1'azione della vita dello Stato e del Partito, osserva l' articolista, è fatta nel nome di Mussolini, per la vita del quale persino sui libretti dei marinai della flotta è scritto cc che bisogna vendicarsi con la distruzione di decine di vite dei nemici della patriia » ma « di fatto non esiste un vero assorbimento del partito nd Duce. Il Duce non vuole e non può dimenticare che il suo Partito non è un gruppo occasionale di avventurieri fortunati, ma una organizzazione di classe venuta al potere ». Senonchè questa umana e profonda virtù che al Mussolini dà costantemente la iSensazione precisa dei bisogni talvolta indistinti che vi1brano nella vasta anima popolare come delle aspirazioni più pure e più legittime del Fascismo e g.li permette d,i riiassumer.Ie nella sua voce e di precederle nella sua azione, è per l'llimskyte,stimonianzdai • s·blioteca Gino Bianco schiavitù dell 'Uo1no di Stato alla: classe ed in tal senso ci dà un'idea chiara délla caratter,istica /orma mentis del bolscevismo, c1 he, tradottosi come realtà pol,itica in una dittatura poggiata sugli interessi cli una casta ristretta contro i bisogni delle altre classi, non intende la po,ssibilità di un Governo che sia I" 00 1 ima dell ',intera nazione, nessu-- no dei suoi ordini e del le sue classi escluso. Per l 'llimsky i~ ,Mussolini « se- - gue atténtàmente i bisogni della classe al potere » anzi « la segue onestamente » ed « egli è .I' uomo che ancora ieri non aveva un centesimo, che tuonava contro il capitalismo e che chiamava gli operai alla tattica dell'azione diretta », ma in quanto tale - ammessa -la pregiudizia1le cui avanti a.bbiamo accennato - è soltanto « un onesto servitore dei suoi nuoV1ipadroni », che ai loro piedi « ha portato tutto quello che aveva, talento, capacità organizzative, temperamento di lotta, fermezza di carattere, conoscen2.a del popolo » e cc la storia non ha mai visto un così aperto e deciso rinnegato e la classe padrona può essere perfettamente tranquilla di lui » e senza timore (< ,dargli quella illusione della dittatura personale iche egli chiede alla borgh1 esia industriale come solo pagamento per il suo inaudito e sanguinoso tradimento della classe . operaia». Sfugge all '11,imskyil carattere essenzia1le della nostra borghesia, la più povera d'Europa e quindi necessariamente la più capace di saldarsi in un'organizzazione in cui l'urto degli interessi è men forte e più che altrove può aver presa il bisogno di stringersi in unione serena per tenere fronte ai veri int,eressi contrastanti d'oltre frontiera. In questo senso soltanto sono spiegabili le parole disciplina e
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