QUESTIONI DEL GIORNO La rinnovazione della burocrazia. Prima della guerra, lamentando il gra•n numero dei concorrenti ai pubblici impieg•hi, per la magg,ior parte forniti anche di più che sufficiente coltura tecnica, scrissi che ciò non deponeva a favore della gioventù italiana, perichè, dati ,i magrii compensi e ,la lenta carriera, il fatto stesso di concorrere ad un pu·bblico impiego, se non era prova di deficienza di intelletto, di coltura e di poca volontà d,i lavorare, indicava, per lo meno, nel concorrente, scarsa nozione del proprio valore, o, peg-gio ancora, mancanza in lui dell'energia necessaria ad affrontare la lotta per la vita in libera concorrenza con i propri simil,i. I I concorrente era quindi nella migliore delle ipotesi un pusillanime! Ora le cose sono ca·mbiate. La gioventù, e :sopra tutto .la gioventù valorosa, diserta i pubblici impieghi, cosicchè il ,reclutamento diviene sempre più difficile, sopra tutto per le carriere nelle quali occorrono maggiori doti di .intellig•enza e d,i coltura. Il fenomeno però, ·se da un lato prova che la guerra ed i'l fascismo hanno infuso energia -edata maggior coscienza di ,sè aHa gioventù italica, dall'altro fa prevedere un peggioramento qualitativo della ·burocrazia che non può, a lungo andare, non ripercuotersi nel funzionamento della pu,bbliica amministrazione. Biblioteca Gino Bianco Occorre dunque prevedere e provvedere, e, a mio avviso, facendo astrazione dal ·mezzo apparentem,ente più ovvio, c!he •sarebbe quello di aiumentare gli stipendi, per l'impossibilità economica in, cui si trova ,i.I nostro paese di sopportare il relativo peso. S,i ,è tentato di rimediarvi diminuendo il numero degli impiegati e devolvendo ai rimast,i l'economia ottenuta, ma il •rimedio ·ha dato modesti risultati perchè non accompagnato da una riforma radicalissima nelle funzioni statali e nel modo di esercitarle, la quale S01lapermetterebbe una veramente sensibile diminuzion,e di impiegati. Rifo,rma che non potrebbe consistere se non nella ,r,inunzia da parte dello Stato alla maggior parte delle funzioni che attua1lm,ente esercita, e di cui non è quind,i neppure il caso ,di parlare nell'attuale momento di sempre maggior potenziamento della Nazione nello Stato. Occorr.e perc.iò .studiare altre vie, ed a mio modesto avviso ,una ve n',è che permette ,insieme di ,dimin~ir-e il ,num-eiro degli impiegati senza diminuire la quantità e l 'aimp.iezza delle funzioni statali, e di migliora1 me le cond,izioni senza aggravio dell'erario pubblico. E questa ottima via consiste nel1 'abolizione della carriera. A ciascun posto vacante dovreibbe poter provvedere il capo del rispettivo ufficio, nominando chi ere- , de fra gli aventi determinati req·UÌsiti e titoli senza altro diritto nel nominato che al posto e connessi assegni, fino a che non se ne renda immeritevole. Quando si pensa che con gli attuali sistemi demo-liberali un terzo almeno della buroarazia non si occupa che di se stessa, provvedendo, con un enorme 1 sciupio di lavoro, a concor1 si, no1 mine, trasf e:rimenti, promozioni, congedi •ecc. , si· vede subito quale diminuzione di lavoro deriverebbe, sopra tutto negli uffici centrali, da questa riforma, e quindi di personale e di spesa. Economia che potreb 1 be in gran parte devolversi a favore dell'erario, perchè l'impiegato, sicuro del posto determinato in località fissa, trov,erebbe vantaggi economici che procura la stabilità della residenza, compen•si maggior.i ,di quei piccoli, individualmente, aumenti che dà, con la carriera, a base di trasferimenti, lo Stato, con gravissimo dispendio. È una tesi, die potrebbe essere avvalorata con un volume di dati e di considerazioni, ma me ne dispenso, perchè la so così prof ondamente antitetica alla comune mentalità impiegatizia, ed a que:lla anche del pubblico a tale riguardo, che per ora, credo basti enunciarla. 1 Col tempo, fatScismo i1mperante et ordinante, potrà io credo realizzarsi, e sarà una piccola, ma non per questo ·meno utile, rivoluzione. LUIGI F ERRINI
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