Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

altissimo sogno di ,beHezza : lasciamo andare, per carità. Si vuol forse che muti l'umana natura ? La verità è, a parer mio, che le grandi epoche art,istiche son create dai grandi artisti che in esse s.i trovano ad operare. L'opera illuminata dei governan,ti può svolgersi in una direzione ,sola : ed è quella di << favorire » apertamente gli artisti eccellenti, cercando con ogni mezzo di non cadere in equivoci. Le colpe dei governi del passato, nei riguardi dell'arte, son costituite da·Ila mancanza di intelligenza artistica per cui Gemito era dimenticato e Xi,menes trionfava, F attor,i moriva di fame e tutti i De Carolis d'allora eran portati alle stelle. Ma è difficile ,intendere l'arte e scoprire iii valore autentico: e . più comodo sbrigare le pratiche artistiche per mezzo di funzionari addetti al'la bisogna. Oggi, invece, si ha in an,imo di riportare l'arte agli onori che ad essa si addicono e si vuole agire con intelligenza : propositi talmente nobi:li e da troppo tempo abbandonati, da riempir l'animo de,i giovani artefici italiani di una dolcezza e di una gratitudine ineff abi.li. Sia permessa, tuttavia, la ,libera -discussione sui mezzi più adatti per giungere agli scopi segnati. Ho voluto mettere in contrasto due pro- -grammi d'azione intesa ai medesimi fini, per stabi1 l1 ire quel che segue. Si vuole che l'arte italiana moderna partecipi del'la medesi•ma bel- .lezza e della medesima forza che son caratteri del costume politico attuale ; si vuole che gli artisti riabbiano una funzione sociale e ·la possi·bilità di esaltare in opere grandiose questo .grandioso periodo -della nostra storia. Ebbene, solamente una è la· stra- -da che può condurre a questa meta : il irisvegllio della coscienza artistica neill 'ani,mo dei singol,i artefici, lo slancio « spontaneo » degli artefici medesimi verso le nuov,e forme di ·vita, :il sentito .bisogno di partecipare - alla azione comune. Chi ha bisogno di scosse o di lusinghe per « risvegliarsi » dimostra una inclinazione al letargo che promette poco di buono. D 'ad,tra parte se l'arte RASSEGNE rispecchia 1 la vita, ,bisogna che 1 la vita abbia una i1mmagine ben precisa e formata prima che l'arte possa raiflette11l:a e i precipitosi esaltatori d-ei fatti storici, :i,nopere affrettate e mediocri son .tanto inutili quanto i sordi ad ogni accento . armonioso. Gli artisti autentici si riveleranno a tempo debito e sapranno trovare i modi nuovj per dare alle loro opere uno stile inconfondibile : ohe sarà quello della loro epoca, e, quindi, sarà stile fascista. Ma attenti alle interferenze ! Bisogna dunque aver fede, ed aspettare. Per ,intanto, mi sembra che solamente dad compiuto abbandono al lavoro disciplinato ed onesto, dal severo controllo delle proprie possibiltà creative, dalaa confidenza nei destini della razza aLla quale apparteniamo, si possa · trarre inspirazione e coraggio. La solitudine non è sempre cc individuàlisimo anarcoide e sterile », mentre la ,inC'linazione ai << raduni » è} molto spesso sintomo di debolezza. Vorrei anzi affermare che il valore artistico di un •gruppo è in- . v-ersamente proproZiionale al numero dei suoi component,i. Per cui se a .tutti i « raduni » son pref eribili le « tribù » selvagge, c'è da augurarsi ,che da queste ultime possano sortire in buon n111merouomini capaci di ,bastare a se stessi : che vorrà d,ire bastare a far la gloria di un'epoca. Quanti sono i « compagni » di Benito Mussolini ? NINO BERTOCCHI ~FOLKLORE~ Abbiamo altra volta, trattando della poesia popolare corsa avuto occasione di accennare di sfuggita al banditismo. Il quale ,è fenomeno sociale che 1 ha cause prof onde e complesse che esulano dall'argomento trattato 1inquesta rU1brica,nè noi a,bbiamo intenzione di sconfinare dai limi ti che ci sono imposti per chiarirle. Purtuttavia i,l bandito ha la sua particolare poes,ia nutrita Bib ioteca Gino Bia co 553 di selvaggia dolcezza : a questa vogliamo dedicare oggi qualche riga. Chè se il fascismo della libertà, dopochè 1a passione, il puntiglio dell'onore e la diffidenza della legge han generato improvvi,sa talvolta, meditata e fredda talaltra, sempre feroce, la vendetta, spinge nel cuore delle sue selve o tra le forre dei suoi burroni, l'isolano deciso a morire piuttosto cJhe ad arrendersi, la nostalgia della casa, il rimpianto della vita onesta, la · coscienza di avere inesorabilmente troncato spesso nel fiore degli anni ,la possi,bi1ità del suo avvenire, han presa continua nel suo animo; Del quale insieme alla solitudine è or- . mai compagna ,la melanconia, che . lo ispira al canto nell'illusione che la sua storia 1intessuta di pietà e di miseria possa costituire un velo della situazione presente, giustificarla anzi dinanzi agli altri come essa è giustificata nell ',inti1 mo delJa sua coscienza. Egli non era nato per macchiarsi le mani di sangue e al delitto lo hanno spinto gli uomini colla loro ingiustizia. Essi sono i. veri, i soli colpevoli di fronte a Dio : egli non ha commesso altro reato al di fuori di quello di riparare ai loro torti col. iSUoolocausto. La storia di ogni ,bandito è in realtà la t,riste vicenda di un' ingiustizia sofferta in fondo alla quale talvolta scopri 1 'insufficienza della legge e l'incomprensione dei giudici. Ed iii banditismo non è mai brigantaggio, ha le sue ,leggi d 'onore conservate ed osservate col geloso rispetto degli uomini d' arme : le stesse fonti da cui l'uomo della macchia trae la vita costituiscono raramente il ricatto ed assolutamen- . te mai la grassazione ed il ~rto, poggiano esse stesse s,u una base · ben stabilita, una specie di legge morale spontanea e presente nel cuore di ognuno: 1• omertà. Il negare l'aiuto, il ci1bo I' ospitalità ad un bandito è azione disonesta, il rivelare il· suo r,ifugio è macchia oscura di tradimento. Si comprende quindi ·come que- .sta coscienza primitiva e comune r~nda difficile l'opera della giustizia. La gen-darmer,ia cor·sa è 'in sostanza animata dagli stessi senti-

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