EZFEE PSI 7 FZ Il ;· T i - ·; a z z · .. LETTERATURA ~ Si esce dalla lettura di questi versi, incantati : la musica continua entro il ce.rvello e lo spir1ito; un filtro melodico circola nelle vene e nei pensieri, poi che l'eco perdura a lungo. AURO D., ALBA con il Paradiso della mia tristezza ( « La Voce n, Roma, 1927) ha operato il miracolo di resuscitare la Bella addormentata. Anni molti son passati da che non sentivamo il passo veillutato, la voce d'usignolo, e ,la carezza di seta della V ergine Musa. Ci avevano presentato una .beHissima cortigiana ,con la 1borsetta al braccio, cincischiato a viso ed ossigenati i capelli, veste sopra il gino,cchio e pu1be evidente e carnoso sotto il trasparente crépe marochain : ad ogni voltar di pagina la vedevate ritoccarsi la masc;hera del . VISO. Ci ,dissero eh' era ,Madonna Poesia, direttamente venuta daJ l'ultima stazione, che si chia·mava Petrarca, Foscolo, oppure Carducoi e ,magari d'Annunzio. Noi ci lasciammo sedurre. Ed ecco ora un cavailier de,llo spirito- santo, col cappeHo alla bersagliera, mantello d1 turchese, spada al tianco, mani di fanciulla, cuore di eroe, e ooohio pensoso di sognatore, scende al piano, e bandisce a chi non vuole ascoltarlo che egl,i proverà con le armi oh,e la 1Julc1nea c:he conduce sopra un cavallo bianco, è iMadonna Poesia, l'altra è la cortigiana. La corte è bandita, il torneo sarà inter-essante. Ne vedremo di colpi assestati a ·buono e ne ascolteremo di bestemmie : tanto al turpiloquio critico, al gergo anoilJare siamo abituati. La lirica vera,mente non è morta. Auro d 'A1l1 ba ce lo dice che viene di lontano e sa tutte le strade, tutte le stazioni, anche quelle perdute nei più .Ì·mpensati ango·li della terra dei sogni, e sa i pel - I.egri.naggi dei paesi inesplorati del1 'anima. ~futti i porti eh' egli tocca non 7 1,i I 5 I i 7 Ti RASSEGNE servono ali' approdo della sua nave cor:ara, perchè c'è odore d,i com-. me:::i malfamati e di bassi e loschi intrighi, ed è necessario avventu-- rarsi oltre. Mi par quasi di averlo inteso questo suo canto di cuore irrequie- ' . to : ora e certo passato assai tempo ,da quel giorno, quando Monna Vanna e Bice e Selvaggia e Simonetta, gigli pallidi di sottile e purissimo desiderio, navigavano coi loro cavalieri e servitor,i, su burchielli 1leggeri, pe1 r i mari inconsueti. É •passato del tempo e s'è ammaliziato il poeta, e l'animo è più esperto e grava più a fondo sotto il peso ,delle vicende interiori : ma- . turità acquistata col tormento secorlare fra gli uo,mini, la folla, e con l' autocrocifìssione. Ma la voce è quella : voce paesana di trecento. Leggete i sonetti perfettissimi di Triste/i.ore, e se non vi parrà che il d 'Allba abbia per virtù di miracolo colpito, con freccia d'oro, il centro ·lirico del dolce sti1 le, vale a dire che non avete mai capito cl.i pc·esia, e di mu~ica. Chè la parola di Auro d 'Al1ba e di materia astrale, sonora e tra•sparente. è ~pirito, anche quando, plasma figure a vivo rilievo, anche quando cris~allizza un sentimento .il più immateriale in un caloroso scintillìo d·i evidenti e chiare immagini. Amo le cose che sanno di tutto quanto è perduto, la musica del;saluto i lunghi treni che vanno. Ancora Come fioriva pallido l'amore l' altr' anno nella corte mattutina ! Era un organo azzurro la marina, eri un'arpa di sogni, T ristefiore : arpa di sogni che, se tace, incrina i silenzi del suo -muto dolore, ma se la tocchi quando il giorno [muore sale dall'ombra un'armonia divina. E ancora, ancora, ovunque io apra i1 l libro, emanante come un calice carnoso di fiore Quando cade la notte sulla Sava il cielo appende cortine di luna sulle prode più verdi. Cammina verso il Danubio la zattera bruna iblioteca Gino Bianco e il sogno ne segue la scìa come strascico di una sovrana che s' ammalasse di nostalgia in qualche terra nemica lontana. 547 E vog,lio cantarvi le uliti,mestrofe O Principessa bionda, Principessa dagli . occhi grandi di rescuscitata e dalla bocca eh' ei non à baciata perchè l'avete a un principe promessa, com'è triste l'Amore al protocollo di Corte I dare ciò che ci appartiene, sentirsi baci freddi sulle vene azzurro-pallidissime del collo. E mentre il bacio cade come un fiore reciso sopra I','orlo: di? una fonte, pensare al bacio casto sulla fronte di qualche intirizzito cercatore. Non v 'ò citato che alcuni versi cadutimi così sottomano, che alla bellezza musicale non accompagnano le. pi~ intense e trepide ,e commosse intimità peculiari d,el poeta. Chè Auro d7 Al,ba .è ,il più interiore dei pochissimi i qua1 li oggi fa cci ano poesia. · Interiorità vale sentim,ento : così che tutto del mondo e,sterno è asservito al po•~ta ed il paesaggio stesso nella sua più p1ittorica e lineare realtà risul1 ta ,dei colori e d,el ,disegno ch',è ne1 mondo occulto ,deH"animo. ,I\tla così profondo· e lontano è qu~5·~0p· aese del no•stro poeta, che ci sembra leggendario •e favo·loso. Egli ci aipparisce come un afflitto e nostalgico straniero nella grande casa del ,mondo, un ospite dolente, eh~ rico,rd,i ovunque e su ogni li~ mitare la terra che dice sua e che forse egli non 1:oocò mai : il suo paese si chiama Altrove. Leggete la Canzonetta dello scialletto nero, vi sembra la traduzione ,d'un iperboreo bardo ca.lato a V~enezia a morirvi di no&ta·lgia; e se poi lo ritrovere,te a cantare La cantilena della Sava e la Can,tilena del Danubio, o se lo coglier,ete nella maravigliosa improvvisazione deMa Cantilena dell'Oasi, vi appari·rà ancora, lassù o lagg.iù, pii.i spaesato e più vioino al vo•stro cuore. Lo hanno chiamato crepuscolare, e anche romantico e più ancora provinciale, con una incomprensione o una circoscritta definizione, che del poeta non disegna nemme-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==