Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

RASSEGNE POLITICA ESTERA Dal v,enti luglio, la Romania è in lutto: Re Ferdinando è spirato, se- . ' renamente, certo p1u serenamente di quanto• ab1bia vissuto. Oscuro princip 1e tedesco, Ferdinando Alberto di Hohenzollem salì al trono1 romeno, siuccedendo allo zio Carol I, in tempi assai d,ifficili, eppure fu un sovrano esemplare. Non è che in omaggio alla morte si scancellino colpe : Re Ferdinando governò come gli era consentito dalle circostanze e se non potè sanare la politica interna del suo paese, ebbe tuttavia altissimo il senso del dov·ere na2iionale, quando si tra;ttÒ di d-ecidere o meno I' entrata in guerra del la Romania a fianco degli Alleati. Cioè contro la Germania, e Ferdinando aveva purissimo sangue tedesco nelle v·ene: ma fu Re romeno, anzi .il primo re romeno. Da oltre un anno era gravemente malato: una di quelle malattie che non si vincono, nemmeno con l 'arcano potere del radio, e che poco a poco consumano la vitalità del1 'organismo, implacabil 1 i, fatali come il destino. Certe pause, accendevano inutili •speranze : il Re ,compari va ancora tra la folla, tra i suoi soldati, ma ogni volta ,più smagrito, più curvo, . più vioino al--' l 'estremo commiato. Il popolo applaudiva, con uno slancio che non nascond-eva una profonda commozion1e: perchè non vedeva solo il Monarca sofferente di un terribile male, n1a anche il padre colpito nei suoi più intimi affetti. Carol, 1 'ex Principe Ereditario, era in esilio. Duplic-e tragedia, di Re e di uomo: R,e Ferdinando, sino alle ulti•me ore d,i vita terre,na, ha temuto che la sua morte buttasse il paese in una ora buia, pericolosa. Esiliato Carol, la successione toccò a suo figlio Michele, bim1 bo di Biblioteca Gino Bianco ,, sette anni: piccolo sovrano, in un grande paese o-ve la politic,a è una lotta d "ogni ora e d'ogni minuto. Ed .il Re morente vedeva lontano, con quella veggenza C'he è il p11eannunzi o della fine imminente. Fu istituito un Consiglio d:i Reggenza, composto ,del Principe Nicola, ,del .Metropolita di Bucarest e del Piesidente della Corte d,i Cassazione : spirato il Sovrano, il Consiglio entrò sub.ito in funzione e subito Michele fu incoronato. Morto il R-e, viva il Re. Ma questo trapasso, che si è . compiuto senza scosse, apre senza du,bbio un p1 er,iodo sul quale gravano paurose incognite. Anche se l'attuale situazione sembra escluderle : C,aro1 I è sempre a Parigi ed a Buc,arest domina Bratianu. Ma è appunto in questo ritorno al poter,e del despota politico della Romania, che è facile vedere elementi dissolutiv,i. I risultati delle ultime elezioni, di•mostrano quali sbandamenti possano effettuarsi nel pa1 ese. Ecco le cifre: su 3 .58 I .000 elettori, 2.751.000 hanno vo,tato e di questi 1.700.000 per 1i ,Ii,berali (Bratianu), 600.000 ,per il partito naz,ionale dei contadini, J 82.000 per il gruppo minoritario, 50.000 per il partito di Averescu. La Cam·era risulitò così composta di 322 deputati liberaLi, 53 nazional-jaranisti, 12 minoritar,i. Nessuno del part1 ito d.i Averescu, sino a ieri ~resi1ente del Consiglio. Ma la s1tua.z10,nievera, non è ,quella che le c1fre prosp-ettano: bisognereb 1 be dire come sono state fatte le elezioni, quali ,mezzi finanziari sono entrati in azione, ed allora si comprender,ebbe perchè è faoile predire crisi profonde. *** A Vienna, il 15 luglio, è scoppiata •una violentissima sommo-ssa, che per qualch,e ora sembrò aprire • le d,ighe ad una rivoluzione bolscevica. T,empo fa, a Schattendorf, era avvenuto un conflitto fra r,educi appartenent,i a leghe nazionaliste e repubblica,ne : furono arrestati, sotto, l 'aocusa di assassinio, alcu,n1inazionalisti, che po-i la Corte di Assise d,i Vienna assolse. Il verdetto fece insorger·e ili popolaccio, aizzato da.i comunisti : caotica ira di folla, ebbra di sangue e di incendi. Il Palazzo di Giustiz,ia fu preso d'assalto e dato alle fiamme : uguale sorte •subirono le redazioni di alcuni giornali « 1 borghesi n. Fu proclamato lo .sciopero generale e Vienna e l'Austria rimasero iso,late da I mondo. Il gio-rino seguente, iii governo d1 i Se.ipel comunicava ohe la rivo1ta era repressa, il 18 ie orga,nizzazioni rosse decretavano la fine dello sciopero•. La tragedia era compiuta : 01 litre cento morti e parecchie centinaia di f,eriti. Tra questi, come disse Seipel, era anche la Repubblica austriaca. Gl,i avvenimenti, per quanto gravi, non rappresentarono però un pericolo co•sÌgrande come ,da taluno si volle prospettare : furono· una logica conclusione della baraonda social-democratica che predo,mina a Vienna e servirono a far co,mprendere ai dirigenti ross,i che oltre a:lla metropoli, vi è anche la campagna e che 1 la campagna ,è per l 'o-rdine ad ogni costo. Speriamo ohe da questi fatti, se ne tragga qualche esperienza : e sopratutto che è inutile andare in cerca di rim,edi al1 trove, quando vi è la po•ssi 1 bilità ,di av,ere, nell 'Austria stessa, le medici.ne a,datte ai mali. E nemmeno è il ca.so di addossar colp-e al... F ascis,mo, come taluno ha fatto. Cosa c'entra iJ Fascismo ? Se mai, è pro•prio perchè in Austria non c'è Fascismo, ohe la piazza può insorgere, senza motivo adeguato•, con meto,d,i bolsce- . . v1zzant1.

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