Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

• -... 536 ANITA ORLANDO N.ellle celle ove stanno i più pericolosi, anche là in qu~Ue gabbie di belve, atroci a ricoiidarsi, ·maJ... grado la loro nitidezza chiara, due anni or sono, un bellissimo gigante che pareva un principe indiano con quella specie dii tur.bante che s'era combinato intorno alla bella faccia ba~buta, pur con un terribi'le disordine parlò e parlò, dopo ave.rei ohiamati affannosamente perchè entrassimo d'a lui, e ·mi raccontò tantissime cose facendomi un mondo di gentilezze ; e quest'anno, .sbarbato, ma sempre conoiato ali' orientale, mi rÌconobbe dalila lugu1bre finestra ferrata~ là in faccia ai viali scr,eziati dal fastoso · giugno ; non seppe dire chi ero, ,mi ch1iamò con •un altro nome, agitò in contro a ·me un indumento, spenzolandolo, e rimase fermo come una statua, col bracèio teso, finchè svoltammo, nel sole. , Non parliam poi dei malinconici ansiosi, degli affetti da ,mania di persecuzione, che han bisogno di sfo1 garsi più di tutti, gli uni interrogan,do e piangendo, gli altri accusando e invocando. Qual' è, infine, l 'infelice c:he non s,ente il ,bisogno• di lam·e.ntar le sue pene, e c-hi è più infelice, più appenato del pazzo? tMa a parte i var,i agitati, ah.e pur tanto conforto ricevon dalla visita dei san,i e tanto bene ricaverebbero da un'assistenza intel lig,e,nte ed assidua rivolta più che mai agli spiriti loro, pensiamo ai tranquilli c,he se ne stanno lavorando in sale comuni; quest'anno trovai un grande laboratorio, arioso e nitido come tutti gli am1 bienti di S. Onofrio, ove insieme aUe infermiere e alle cucitrici le malate lavoran ·se ne han vogl,ia - e ch,e bei ricami eseguono - o ciondolano in qua e là. L'apparizione nostra fu co,me un raggio di sole nella foschia, ohe accentra tutti gli sguardi ; accorsero felicii, e ognuno di noi aveva intorno due o tre malate che raccontavano animatamente e si prodigavano in cortesie, e ce ne andammo carichi di indirizzi, di· commissioni e d,i raccomain,dazioni. Qua 1 le im•menso ;bene non apportereb 1 bero a quelle recluse deHe assistenti visitatrici che reca.ssero loro il lenimento della simpatia, della considerazione, lo svago di piane letture, di amorevoli conversari, facendo in modo che i compagni del folle non siano in perpetuo dei folli più folli di lui, o una rozza, seppur buona e paziente· inserviente, poichè la suora, unica soaviità, unico lenimento, unico amore dell'infermo bi-- sogno,so di tenerezza, una e in ogni reparto, non fa che trasvolare, necessariam,ente, simile ad una visione bi,anca? ,Ma sopratutto, q1uelli che non si dovrebbero, in nome di Dio dimenticare, sono i b,imbi. O, i bimb,i, i poveri ,bim,bi impazziti ! Come mi han straziata l' an,ima in quel primo mattino ch',io li vidi al gran sole di maggio, in quel cortile ricinto! Fu un grido solo, appena entrai, di quattro, cinqllle vocine: ,Mam1 ma, mamma! E mi furono ,intorno ridenti, ansiosi, povere creature, coi lor vi,si sformati dall'idiozia, bruttati dall'ereditario morbo, orribili a vedersi, taluni; mi furono ,intorno bisognosi di carezze, di sorriso, bisognosi iblioteca ino Bianco delle mie lievi mani di donna sulle loro teste condannate, sulle tenere g•uance appassite. Ma ce n' ~ra ~o! un piccolo d,i cinque a~i, bello_ ancora, con de~ ful~1d1 occhi fe(bbrili, ohe s1 alzava 1n contro a1 l mio viso, avido, e me lo tenni fra le braccia, e lo baciai pian~ gendo, e f,u così felice, così felice._.. e a. ~tti diceva ch'ero la sua mamma, con orgogliosa g101a. Povero p,i,ccolo Menicuccio, concepito ohi sa in quale abbietta ora di torbida follia, dimenticato in un angolo verde e pauroso del vasto mondo !. . . Quanto desiderai di non viver la mia vita come una rondine vagabonda èhe ha devastato ,i 1 l suo nido, per poterti donare un cuore, e cercai una madre, senza bimbi, inutilmente cercai per te !. .. E dopo mi parve, nel ricordo vivo, ohe il figlio mio non nato, vitti,ma inco'lpevole, ti fosse accanto e, incorporeo, 1in,distinto, mi chiamasse, supplice e solo. Travolta lontana, solo dopo due anni son tornata; . ' son tornata con cuore p1u commosso, come per un voto, verso le larve vive d'una memoria straziante : ho cercato, per le tr,i,sti ·sale, della vecchia ohe piange e aspetta ·nov,el1 la dei fiili suoi che immagina rapiti, piccoli bimbi ancora, ed era morta; ho cercato la ,giovinetta ebrea che si denuda ogn,i mom·ento, agile e rosea, nel sole, suMe sue caviglie fini, e vuole dei nastri «·ma 1 belli n pei suoi lung1 hi capelli neri, e fa tanto arrossire le suor,e: era in letto i.scheletrita, atona, mozza la chioma ,bella, languida e cerea, pur mi sorrise, sorri•se a tutti, paga della novità, del movimento insolito. ,Ma con l'impeto più spon.taneo e più vivo del sangue stes.so,•sono entrata dai piccoli, donde una tenue voce accorata sempre mi chiama : non c'era il fanoiullo febbrile, dagli occhi neri, e ohe cercava il mio cuo11e e mi ohiamava mamma; ·una gobbina liv,ida, sbilenca che gemeva in collo ali' infermi era ; sotto la mia carezza, sotto il mio tenero sg•uardo commosso, ritrovò il sorriso 1bello dell 'infanzia sua e mi stese le povere ,braccine, contenta. Ancora tornerò: e dico con la voce più calda del m1iocuore, ancor dico a tutte le madri, a tutte .le donne - chè tutte son madri, e con più pa.ss1 ione queille a cui Ja natura fu spietatamente nemica - : « Andate a portare una carezza, un ·sorri~o di mamma, anche ai poveri piccoli folli dimenticati ». ~ ***. f Oggi, cortèsemente memore, e ancor .più convinto del,la neceissità di attuare il suo proposito, i1l Professor Giannelli nii .ha spronata ad .,una fatica senza soste per incitare le lavoratrioi d'Italia, •le tante belle anime di donne italiane che fanno della loro esistenza un nobile ministero di bene, a dedicarsi con caldo cuore ai poveri d,ementi. Signore e S,ignorine, care donne d'Italia, avanti per questa strada ,luminosa, nuova f or,se, ma belda, bella !· Vorrei . che · in rotte le città d'Italia, con entu,siasmo e con passione vi s'incamminassero le .mie -sorelle più buone e che l'assistenza ai malati di mente diventasse la più calda aspirazione .

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