Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

I folli e un nuovo compito dell'attività femminile Anton Maria Vansalva, è vero, primo tra gli apostoli immortalati dalla grande loro opera di luce, ebbe pietà dei poveri folli che si calmavan solo con la fame, le piaghe e le percosse, ruppe le lor catene e volle che si trattassero « come un padre u,sa verso 1i figli suoi » ; a poco a poco la medicina e la fisiologia ci han mostrato gli antichi indemoniati spogli del loro corredo infernale, il rogo s•i è trasformato in doccia idroterapica, la sala di tortura in tranquillo reparto e oggi i pazzi alloggiano &ammezzo a giardini, in case ariose, efficacemente curati a seconda del lor male, ma nessun essere è fuori de'l mondo come il malato di mente, cancellato anche a volta dal pensiero della sua famiglia medes,ima; fra i naufraghi della vita, coloro che han perduto iii lume della ragione sono i più dimenticati, tal quale una cosa vergognosa e raccapricciante di cui non si parla senza rabbrividire, e fino il comandamento evangelico: « Visitate gl 'infermi » non tocca questi infelicissimi, poi eh è anohe per le anime più cristiane sono pazzi ... e basta, non più uomini, non più anime smarrite ed ottenebrate, ma anime di Dio. lo non avevo mai veduto un pazzo, ovvero un · pazzo -legalmente r,iconosciuto; anch' io non sapevo cosa fosse un demente, e pensavo forse di questi sventuratissimi, secondo il co_ncetto che purtuttavia ne hanno i più intelligenti considera11do,li o come esseri beatamente inconsci d'esistere o perpetuamente d,e1liranti, senza più anima, mai pensiero, nè conoscenza, pari - o peggiori - alle bestie. Un giorno, per chieder notizia d'una po1 vera bimba andai a trovare il Professor Giannelli, l'illustre direttore di S. Ono.- frio, ed egli m'insegnò, con l'alta e pacata sua parola, sì amorevolmente per gl'infermi, cos'è, invero un demente, e mi parlò, fra l'altro, del suo proposito e della sua speranza di introdurre anche nei manicomi à'ltal,ia, come sono ali' estero, delle infermiere colte, delle signore della buona borghesia che con intelletto d'amore e intelligente ,intuito prodighino ai ma1 lati quell'assistenza c-he oggi vien data da infermieri che altro non sono che ,inservienti, rozza gente de.I popolo, buona come infinitamente buono è il popolo nostro, ma che altro non può fare più di « guardare », semplicemente, l'infermo. Due giorni appresso il Professor Giannelli mi ha ricevuta a S. Onofrio, guidandomi personalmente in quella -prima visita e continuando a fornirmi interessantissime notizie. Tutto è lindo, spazioso, leggiadramente curato lassù, ovunque son fiori, ed anche la sala anatomica, aperta in faccia ad una cortina di salioi imminenti, bianca di marmi, ha tanti vasi di gerani rosa, ovunque, ed il lugubre tavolo sembra un altare; l'immensa cucina, la ib i te • 1no • 18 CO dispensa, •i forni, la lavanderiia con un modernissimo servizio di sterilizzazione, ricca di macchine, i gabinetti chim.ic,i, la farmaceutica importantissima e che comprende le succursali di Rieti e di Ceccano, il nuovo ·locale riccamente attrezzato ove sono i gabinetti di radioscopia, tutto è ben degno del massimo ospe-- dale dell'Urbe. Dopo quel primo giorno, in cui ebbi dellr ambiente una generale im·pressione, tornai per co-· noscere, vedendoli vivere, i dementi, molte volte: to-rnai, intrattenendomi ore ed ore nei padiglioni, ebbi. degli am,ici lassù, cominciai a scrivere appassionata--· mente di loro, e non li dimenticai. *** Due sole categorie di malati non po1 sson ricevere mai conforto e sono invero come una dura pietra caduta in un lago melmoso, lontana lontana : i malin-• conic,i taciturni e i sudici. I primi fissi, assorti, ripiegati su di un tormento indioibile non si accorgon di nulla, non rispondono, non guardano, non vedono: può passare loro accanto la cosa più bella o più orrenda, può sprofondarsi .la terra o, avvampare il suolo, non sanno. I secondi, espressione atroce della degradaz,io,ne più infima, abbietti più dell'abbietto animale, sono i folli più folli, gl' infelicissimi fra quei supremamente sventurati, alla cui vista non si resiste... Ma pure. . . anch'essi. . . taluni , uno, due. per un momento si distraggono, si voltano, accorrono verso quel soffio. di mondo, verso quella novità ch,e nel carcere tetro pur s.otto il sole splendente di primavera apporta un. visitato,re. 1 Ma gli altri ... o gli altri !. . . Come ci ac-~ colgono! Con che gioia, direi con che amore! ... E.,. non ci vorrebbero p,iù lasciare andar via e ci pregano. di tornare, di tornare « veramente », e son certa, poi,. ci aspettano. Bisogna anzitutto persuadersi che il pazzo; ragiona, sissignori, ragiona, a ·suo modo, disordinata- - mente, difettosamente, ma ragiona e conserva un pen-. siero, una coscienza, un sentimento, anzitutto, defor---• mati, alterat,i, ma esistenti. E poi, in massi1ma, è un pe--• riodico. Specialmente gli agitati - i così detti furiosi ~ hanno delle ,soste lunghe, ingannevoli, e ne conosco parecc'hi, ormai, lassù, che con volto sereno conversano, anche simpaticamente ricordando con triste sorriso le crisi di ossessiione, e nella triste corsia dove i deliranti, coi polsi assicurati alle spranghe del letto urlano il loro delirio, o invisibili sotto le coperte mu,,. golano come bestie, ce n'è sempre due o tre che cal-- missimi, han tante cose da dire, da raccontare, da raccomandare, e bisogna faticare ad andar via, sen ... tendo i loro richiami e promettendo sempre di tornare._ ..

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