BENEDETTO CROCE O LE DEBOLEZZE DI UN FILOSOFO 527 nessuno dei due casi è concepibile contrasto e conflitto ». (1 ) Senonchè, . proprio codesta conclusione ri;badi5ce non la soluzione, anZJi l'asprezza del dualismo: non ci può essere contrasto tra le due ,forme di vita, precisamente perchè le due s'ignorano, o, se piace meglio, sono incommensu,ra,bili fra loro. Ce ne porge conferma lo stesso Croce : le due disgiuntive da lui poste dovrebbero essere i ·memibri ,complementari di uno s.tesso organismo logico, e costituiscono invece le alternative, mutuamente ripugnanti, d'un dilemma: se la vita politica, e in genere •economica, prepara alla vita morale, ciò che significa che non casca nell'ambito di questa, ma se ne mantiene fuori, e peraltro ,l'ignora affatto. C',è dunque una vita ch,e riimane c·hiusa e sorda all"ieticità ~ e chi le darà l'abbrivo per elevarsi a questa? Son cose diverse, sottomesse a ragioni diverse. Se poi la pri,ma è strumento o /orma di vita morale, la reciproca opposizione cessa, ma cessa .insieme la distinzione : chi vorrà più, a siffatta stregua, sostenere che la politica e la morale vivono separate, o, quanto meno, formano due cose, sia pure idealmente considerate? Del re,sto, la vita è più ,forte d'ogni intenzione filosofica : rista·bilisce d'imperio quell'unità che questa ha spezzato, e si vendica del filosofo, introducendo di soppiatto nei suoi ,filosofemi elementi e motiv,i inso- . spettati. Si legga la Varietà dell'ultimo numero di Critica: è intitolata Pagine critiche di HENRI BECQUE, e apparentemente rappresenta la cosa più iinnocente di questo mondo. Tuttavia, considerando meglio, si scorge che tutti i giudizi ,ivi contenuti risentono della particolare disposizione sentimentale Ìn cui trovasi attualmente il sen. Crooe. S'incomincia dall'arte, ·esaltata oltre limiite ; ,giacchè fa meraviglia trovare espressi ·dal 1 Croce, d' ordinario così misurato e circospetto, giudizi superlativi a proposito de! Cor~eaux. e de La parisienne, che tSOnopere non prive d1 pregi, ma nel complesso mediocri. Il Croce li definisce i ~~e capilavori del -Becq,ue, quando sarebbe stato p1u esatto dirli le sue due opere migliori. E mentre pei Corbeaux consente che .« qua e là recano .lievi traccie d 'alcunchè d ',intenzionale e ,di preparato », non esita a proclamare che « la perfezione artistica è veramente raggiunta nella •finissima P arisienne n. ,Eppure egli stesso riferisce che gli storici_ e. i cri-: tici francesi persistono nel non concedere doti d1 vera arte ali' opera del Becque, « riconoscendole la grafica - esattezza delle rappresentazioni, ma negandole la fantasia, e battendo sull'odio che la ispira, sul pessimismo che tutta la domina ». ·Precisamente : la sua produzione appartiene alla buona letteratura, ~er le qualità di proporzione e d,i correttezza che la 1nformano _; ma impeto di poesia, lì dentro, non ce n' è. V~ affiora, se mai, l'intento satirico. come può persuadersi (•) Op. cit., 114. , Bibliot ca ■ 1no ■ 1anco chi si rilegga, subito dopo la Parisienne, la Navette: la situazione ipocritamente decente e ,borghese di Clotilde si ripete, in mutato stile, nella sfacciata e caricaturale posizione della cocolle Antonia : I' opera acquista così una vena francamente comica e satirica, che là è trattenuta ,per il fatto che l'autore, più che una satira, ha voluto darci un'opera d,i moeurs, tracciare il ritratto d'una categoria sociale, darci un « caratte~e » in certa guisa tipizzato, e quindi, anche, ~ntellettualizzato. Ognuno converrà che non è codesto il procedere della vera poesia. Lo stesso difetto, peggiorato, si riscontra nei Corbeai:lx, come del resto parzialmente confessa lo stesso Croce. E in ciò va cercato, il motivo della freddezza, quasi del vuoto, che queste opere a lettura finita lasciano. Dunque il Croce, sempre pronto a 1cogliere .j l fremito della grande poesia, ma altrettanto pronto a far passare l'opera in esame dalla Literaturgeschichte alla Kulturgeschichte, - com'era ·stavolta il caso di fare, • - s'è la.sciato prendere la •mano da qualcosa d' indebito, e ha permesso che s'insinuasse nel •mondo dei « concetti puri » un elemento che doveva accuratamente escludere. 1 Frutto·, questo, d'un omaggio, per ·guanto irr,iflessivo, reso a un artista caro degli anni giovanili, e alle prime improvvise e tenaci impressioni da quello ~uscitate ? Oppur•e ~ff etto d'un rimbalzo incont,enibile ,di sentimenti punto attinenti ali' arte ? Giacch.è subito ,dopo il Croce spigola nei tre volumi di prose del Becque pensieri e riflessioni che concernono d,i tutto un po' ; e ciò che di primo acchito lo colpisce e lo fa indugiare, è la strenua difesa sostenuta dal Becque della vita parlamentare e democratica del ,suo tempo. Negli ultimi decenni del .secolo sco1 rso, :il ceto dei letterati insorgeva col disprezzo e col sarcasmo cootro la vita politica ; e il Becque « con · austero senso di verità e di giustizia » ne riabilita la fama, mostrando i risultati positivi, ,se pur non appariiscenti, da quella riportati, fra cui pr,ecipuamente lo stabili1mento ,della libertà e la cura data alla diffusione del1 'istruzione. ·Com-e potete immaginare, il Croce va in ·solluchero, a questi argomenti ; e non si rimane di citare ,il suo autore, che vuol dirci « uno dei motivi, di origine sentimentale e im,maginosa, che rendeva la nuo,va politica ,franc,ese poco attraente, priva di fascino sugli animi dei giovani ». Ecco qu,i la ragione : « ,Par •malheur, tout le !bon et énorme travail de ces vingt dernières éllilneéss' est accompli •en quelque sorte silencieusement, par la force collective des assemblées plutot que par intervention de personnalités exceptionnelles. ,Les jeunes gens auraiient préf éré le contra ire ; ils ont besoin de se chaffer aux hommes aussi bien qu 'aux .idées ; les ·hommes leur ont fait déf aut ». Inpensieri di questa fatta e' è da crogiolarcisi, per un demo-liberale: che bazza, una difesa del regime democratico e dei suoi bien/aits, datata da 35-40 anni fa ! È una rispo~sta anticipata alle insulse accuse del Fascismo. E quell'accenno alle assemblee collettive
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