( ROCCO DE ZERBI 519 golesi », « Sogni di cloralio ». Ebbe perfino 1 'audacia di polemizzare col Carducci intorno a Tibullo, in articoli pubblicati dal « .f anfulla della domenica ». La polemica fu raccolta in volume dai T reves nel J 880, ed attesta la versatilità del l'ingegno del de Zerbi, comechè ,non gli bastasse per disputare con colui che fin d'allora, dopo il de Sanctis, primeggiava, e fu poi maestro a tutti. 1 Mol.ti sequestri ebbe il « Piccolo » specie nel periodo in cui il suo direttore deputato militò nell 'opposiZ:ioneal Governo; ma nessun processo ne seguì mai : il fisco la sapeva lunga, e si rassegnava alle lavate di capo che il de Zerbi gli regalava, dopo ciascun sequestro. In uno di quei casi, dopo avere dimostrato che nessuna ragione poteva legittimare l'odioso provvedimento, egli concludeva i. << Siete molto presuntuoso, s,ignor Procuratore, e servite assai male il governo » ! Ma de Zer1bi ancora nel pieno vigore delle forze fisiche e morali, dovette lasoiare il giornalismo. quando cominciarono per lui quelle incertezze c:he divennero, in breve, avversità. La direzione del « Piccolo» fu assunta da Giorgio Palomba, marchese di Pescarola, che avea già diretta la « Gazzetta di Napoli » e non era quindi alle prime armi ; ma fu vita d 'ossigooo che dovea cessar presto : ,i I « Piccolo » senza de Zerbi non avea ragion d'essere; e disparve. Il pu,bblico non se ne accorse ; esso avea compianto come morto il giornale quando il suo fondatore ed avvivatore lo aveva abbandonato. *** ·Rocco de Zerbi non aveva profondità di studi ; ma varietà multiforme di erudizione, memor-ia ferrea, intuizione pronta, assimilaz:ione rapida e perfetta, genialità singolare. I siuoi discorsi erano realmente affascinanti: domina,tore della folla, trionfava sempre. Talora, come nell'orazione sul tumulo di Martino Cafiero, ci si chiedeva perchè mai ci fossimo com·mossi fino a quel punto; ma la domanda poteva venir dopo, quando i1 I d,iscorso era terminato ; fìnchè durasse, non era dato giudicarlo; era inev1itabile farsi trascinare da quella eloquenza, della quale soltanto poi si poteva discutere. Così i discorsi politici alla Camera ; così . quelli commemorativi in occasion~ di funeral1i; così gli accademici di argomento ,letterario od artistico. Da giovane, aveva scritto anche in poesia; una canzone in morte del Conte d,i Cavour fu stampata nel · Bib ·oteca Gino • 1anco 186 J : egli aveva diciotto anni; ma non ritentò la prova, e rivestì di prosa robusta la poesia che gli ferveva nella mente e nel cuore. Taluno malignamente lo accusò di « inventare » le citazioni per accreditare le sue tesi ; non le ,inventava, le traduceva liberamente. Seguiva il suo argomento innamorand0:sene,. e costringeva I' uditorio ad innamorarsene con lui : nessuno poteva sottrarsi a quella specie di benigna malìa t nemmeno chi non fosse d'accordo· con lui nelI 'essenza del suo ragionamento ; e questa è nota caratteristica d'un'oratoria avvincente. Mi avvenne, una volta, dopo averlo ascoltato, di dirgli « bravo! » ma ebbi la forza di aggiungere << bravo ali' oratore, non al pensatore. . . » ed intendevo così qual che riserva in fatto di politica religiosa ; ma, stringendogli la mano,. no-n potei esimermi dal mormorare : - Come sei freddo! - E tu pure, egli rispose con quel suo sorriso attraente. Era vero, la s,ua commozione si comun'icava ali' asco1 ltatore anche se questi non colltsentisse in tutto quanto aveva udito ; e s'era comunicata a me, a dispe,tto delle riserve, ·sì che, come le· sue, le mie mani parevano. di ghiaccio. Celiando, un giorno gli dissi : - Perchè non tenti lo spiritismo ?i Saresti un « ·medium n formidabile ! Lo sei g:ià, anche senza tentarlo ... A Casam,icciola, nell'immane disastro che distrusse nell' '83 tanta parte dell'isola d'Ischia, egli' lavorò da prode; come a.Ila guerra, più .che alla guerra, e si guadagnò la medaglia d'argento al valore civile ;, e l'anno dopo, per l'assistenza ai colerosi di Napoli,. quella d'oro. Bisognava vederlo comandare la sua legione della « Croce bianca n con la voce, col gesto,. con l 'ese,mpio ; ,specialmente con l'esempio. Cessata. I ',epi\1,emia, fu nominato presidente della « Croce~ rossa italiana » in Napoli : ne era ben degno. Non vado oltre in questi ricordi se non per con-· fermare che partecipai fraternamente al suo grande dolore, quando la cc Banca romana,> divenne l'arma avvelenata che doveva colpire uomini e cose, a scorno d'Italia. -Fu colpito anche· lui; e ne morì; preso da un ma1le che Guido Baccelli definì « la malattia del dolore n. Non lo vedevo da anni ; ma, appresane la morte, mi parve di non averlo lasciato mai; e mi pare ora, rievocandolo, di ascoltarlo, di rivederlo, per la voce calda ed am,maliante, per lo sguardo penetrante, per il sorr,iso schietto... Strano uomo egli fu; ma forte e leale, e veramente segno d'invidia e di pietà, d'odio e d'amore; sopra tutto, di amore. GAETANO DE FELICE
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