Vita Nova - anno III - n. 8 - agosto 1927

Bi .... , . 518 GAETANO DE FELICE i presidenti erano ad un tempo candidati, e ripugnava lorq dii parlare « in causa propria » mentre qualcuno - come il :Bonghi ed il Morelli - non poteva per malferma salute o grave età, e qualche altro semplicemente non avrebbe saputo acco~zar nome con verbo ! De 1Ze11bi non era candidato : ,}'oratore ,ideale sarebbe stato lui ; ma una raucedine malcreata lo rendeva q.uasi del tutto afono. Si do.vette ricorrere ai •segretari, che portassero ai comizi il pensiero dell 'alleanza; epperò fu.mmo scelti l'avvocato' Alfredo Calabritto ed io : io dovevo parlare al primo, quegli al secondo; e così ·fu fatto. · Innanzi ad un uditorio multiforme ed innumerevole io dissi arditamente' quel che occorreva dire ; e dovetti cavarmela discretamente, a giudicare dagli applaus,i degli ascoltatori e da una forte (troppo forte !) stretta di mano del de Zeflbi; il quale, a -~ua volta, cre,deva di cavarsela con essa. Ma s'ingannava; chè subito cominciarono le grida per -farlo pàrlare. Egli ~i scher,miv1 a co' gesti, mostrando di non aver voce; ma il pubblico non gli dava tregua, e 11ipeteva incessantemente : <<Parli de Zerbi ! ». Allora si levò e disse piana-mente, mentre nella sala si -faceva un religiosò silenzio, di non poter parlare pe:rchè non avea voce; ma che, se pur l'avesse avuta, non avrebbe parlato, nu.fla avendo da aggiungere a quel che avevo detto io. « Badate, soggiunse, ,eglii ed io si1 amo come l 'alpha e l'omega, non mai d'accordo in questioni di pu·bblica tutela ; ma ora che gli estremi ·si sono inco-ntrati, provando col fenomeno di essere nel.la verità, non 1 li turbate; seguiteli, invece, e votate con loro. )) Gli astanti fecero un'ovazione a lui e, per riflesso, a me che celebravo così il mio battesimo oratorio; poi seguirono il suo consigliio e votarono con noi ; che pertanto vince-mmo. *** Rocco de Zerbi pubblicò nel J 858, per l'editore napoletano Rondinella, un « ,Florilegio letterario >) e, se si consideri ·eh' eglii era nato a Reggio Calabria, di nobile famiglia oppidese, l' J J giugno J 843, si v~de ,chiaro che avea scritto quel libro a pena quindicenne. E l'anno dopo concorse al premio dell'Accademia Pontmiana con un lavoro su <<Pier dal,le Vigne _e il suo te.rapo ». Non l'ottenne, ma ebbe una ,, ,menzione onorevole » che, per l'entità del•l'argomento ed 1il rigore dei giudici, valeva dieci pre,mì, a_l'letà sua. Quelle prime armi letterarie furono segno rivelatore de.I pubbLicista che si annunziava, innestando I~ più or~ginal~ ge,nialità sul più ardente amore di P?tna. ~a111ibal?1no~ell~ prima igioviinezza s;capilr• ghata, poi uflìo1ale dell esercito, combattendo sul Voltu~no e co~tro l'Austria, egli collaiborava nelìa cc Patria >) che 1n quel tempo pareva un grande gior-- nale. Ma, smessa la divisa militare, si diè tutto alla ~tam,pa; e nel 1868, soltanto venticinquenne, fondò !il ?i~col? che fu sempre il <<suo)) giiornale; ebbe i bei giorni della sua affermazione, e si spense quando ·oteca Gino Bianco egli lo lasciò. Giornale personale, è nale per tatti,_ nella struttura e nella tale. . vero, ma g1orlarghezza ospiCollaborarono attivamente col de Zel"bi Matilde Serao, Vincenzo Morello, Edoardo Scarfogl,io, Roberto Bracco, Eduardo Boutet, l\tlario Giobbe; e poi: Achille T oreUi, Giorgio Arcoleo, Vincenzo Riccio, Eugenio T ofano, Dario Peruzy, Raffaele Parisi, Valentino Gervasi. Con tal,e corona no,n era egli un re ~ M,a po,i vi collaborammo tutt,i, con quella collaborazione spicciola, disinteressata, fatta per simpatie; la quale concorse a rendere quel giornale come un ce,ntro di attrazione. L'attrazione, a dir vero, era ,lui; noi eravamo gli attratti, e costituivamo una categoria a parte, c:he prescindeva dal colore politico di ciascuno, e ci affrate·llava nella più serena discrezione. lo sta,mpava, nel 1883, la strenna <<Aenaria )> per il disastro dell' 1isola d'Ischia~ ed andavo pertanto ogn1 i giorno aHo stabilimento tipografico de Angelis, dal quale era edito il cc Piccolo )). L'ufficio di reda- ~ione del giornale era attiguo alla tipografia ; e, naturalmente, mi feiimavo più volentieri fra colleghi, che non nell'officina. Il revisore delle bozze si chiamava con Ul\ nome strano che non •mii torna a ,mente, e preten,deva « correggere )) anche i manoscritti, riuscendo quasi sempre a storpiarli, e meritando di essere <ecorretto)) a sua volta, e sul serio, dal direttore. Un giorno egli trova stamp~to sulla bozza: cc L'Inghilterra coi suoi tesori è riusoita a colonizzare mezzo mondo, ma non a m-ettere d'accordo la razza celtica con la gaelica )). Riscontra l'origina.le ; il tipografo ha composto fedel,mente. Ma che vuol dire quella parola eh' egli non ha letta, nè udita mai ? Non è egli iii « correttore )) ? Eccolo dunque <<correggere )> la s,trana pa- · ~ola nel modo che gli par giusto ed ev,identè ; e per 11 quale nasce al mondo una razza ·nuova, la << gallica)) ! Legiendo il giornale, ne ridemmo tutti, meno lui, il revisore, cui de Zerbi osservò crucciato : ,e Voi inventate le razze ; ma che razza di correttore siete voi ? )> Pare impossibile che un uomo solo bastasse a far tante ~o~ quante ne faceva il de Zer.bi : il giorna,Ie, 11 h•bro, 'la conferenza, la Camera; ogni giorno, ogni ora, senza ,tregua. Tutti gli argomenti trovarono in lui l 'esplicatore largo, gen1 iale, <ebrillante )>. Scrivev~, ?ltre ~~ per il suo giornale, per altre pubblicaz1on1 e r.1viste; e sovente preparava s,imultanea- ~ente scritti diversissimi, destinat,i a veder la luce in stampe non meno diverse; ma <<filavano )) tutti, come diceva, e la contemporaneità della gestazione nul~a to~lieva alla loro originalità. Per quelli destinati _al g1omale, mandava le cartelle in tipografia senza rileggerle ; ma gli articoli fatti per le riviste rig~ardava, e_ spesso li1 mava, avvenendogl.i talora perfino di stra,pparl1, per non esser,ne contento. E seri veva di pol,itica come di letteratura, di sociologia come di arte, di critica come di cronaca elegante. Fra i romanzi : « V,istilia )>, « Il mio romanzo )>, « L' avvelenatrice»; fra le novelle: e<Il ramo d'ulivo)), « Per-

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