IL RITORNO .DI MAZZINI Se vi è un segno indubitabile della rifiorente giovinezza di guesta nostra Itali a fasci sta, esso ci viene offerto dal ritorno dello spirito di Mazzini nella mente e nel cuore degli ital,iani della Rivoluzione. Ogni volta che la Nazione ritrova sè stessa, si stringe intorno alla sua bandiera, aderge la sua volontà decisa verso l'immancabile suo impero nel mondo, la _profetica ombra ·del Maestro aleggia su .pel cielo della grande Patriia. Mentre, negli oscuri silenzi del dubbio, nello squallore desertico della rinuncia, nel tumulto insano delle negazioni della realtà patria, Mazzini ,è lont~no - oh, quanto ! - e più voci grosse e bugiarde ne invocano iii nome, per farsene scudo delle loro miserie, e più quel nome resta senza eco, quasi che fosse gridato contro il mare in tempesta. Sacerdote della religione della Patr,ia, Apostolo della sua unità e della sua grandezza, ,Mazzini vive nello splendore e nel rifiorire del sentimento patrio, grandeggia quando l'Italia è i~ alto nella considerazione del mondo. Nella vecchia ltaliuzza del suffragio un,iversa.Ie, Mazzini non era che il segnacolo di un piccolo partito politico, e nove decimi di tutta la sua opera, come quasi tutto il -suo cinquantenne apostolato, erano pretermessi, per illustrare la parte polemica, cioè la più caduca, della sua produzione ,intellettuale e dei suoi atteggiamenti politici. Invano Giovanni Bovio ammoniva i faziosi ed i partitanti della sua epoca che Mazzini non apparteneva a nessun partito politico, ma si doveva considerare come un « Fondatore di civ.iltà », come un punto luminoso nella storia del pensiero umano; inutilmente citava quanto Mazzini aveva detto fin dal 1831, per scolpire il lato fondamentale della originalità del suo sistema filosofico e politico: L'epoca degli individui è sfumata. Siamo all'era dei principii. Inutilmente lo stesso Bovio lo proclamava, certo sotto l'influsso dell'epoca grigia dell'Italia di quel tempo, « più grande dell'Italia e pari all' Uman-ità ». Così come lo aveva definito « auguratore e contempo- · raneo della posterità ». Conti,nruavano invece i baccanali dei repubblicani - socia.Ii e dei demo-massoni ad invocare Maz2:iini nelle feste del 20 Settembre e nelle manifestazioni dell 'anticlericalismo ; continuavano a segnare del suo grande nome le Logge e le Leghe ; rutti gli essudati di tutti i bassifondi politici internazionali pareva che avessero avuto una conoscenza personale e diretta con l 'Apostolo nostro. ,Ma il nome, il suo gran nome non aveva risuonanze nè pei triangoli, nè per i serpenti verdi, nè Gi o Bia e nelle lotte detle Leghe contro i padroni. Pareva senza eco. Il materialismo, che aveva v,into in nome del marxismo, aveva relegato Mazzini alla parte del servo sciocco, lo aveva costituito capitano di un esiguo partito politico italiano; lo aveva nominato capo spi1ituale dei « liberi pensatori » o cc Nume tutelare » di un certo umanitarismo internazionale di dubbia lega. Ghe era rima,sto più di Mazzini ? *** MAZZINI, ecco un nome ohe è tutto un programma~ una dichiarazione di fede, una testimonianza di italianità, se espresso con cuore s.incero; ecco un nome ohe sta tra la leggenda e· la storia, tra il mito e la realtà, tra il passato e l'avvenire. Tre .sillabe sole che comprendono tutta la storiia del nostro Risorgimento, la sua parte più eroica ; la parte più poetica del secolo XIX, in Italia e nel mondo. Chi parlò, pel primo, di Unità d'Italia, dopo Dante ? Chi vide la sua Patria, unita e libera, libera pel valore d,ei suoi figli ed unita contro lo stran,iero, prima che il sogno divenisse realtà, attraverso il sangue dei martiri ? Lui , Mazzini . Altri, prima e dopo di lui, balbettarono di federazione e di ingrandimento del Piemonte. Chi disse: « La Patria io l'amo prima della libertà» ? Lui, Mazzini, dopo la eco profonda degli enciclopedisti, dopo la Rivoluzione Francese. Chi parlò di Dio nel secolo del mater,ialismo, del1 'ateismo, dell 'indiff erenti•smo poli tic.o, morale e religioso ? Mazzini. Egli ·scuoteva la pigrizia dii secoli, nel nome di Dio; egli combatteva la opera negativa della Carboneria, indifferente ai profondi richiami dello spi1ito. Gridava: cc Avanti, dunque, e fede. Credete e vincerete; credete ed operate. L'azione è verbo di Dio; il pensiero inerte non ne è che l'ombra; quei che disgiungono il pensiero e l'azione, smembrano Dio e negano l'eterna unità; coloro che non sono presti af testimoniare la loro fede col sangue, non sono credenti». Era Dio, ,invocato per l'Italia, chiamato a guidare il tSUopopolo, la sua Roma, alla nuova potenza ed ali' eterna salvezza. Era Dio, chiamato a confortare il dubbio, a benedire il sangue, a far da testimone ai solenni giuramenti degli Apostoli della Patriia. « Sia il cittadino pronto al sacrificio e tutto sarà superato e l' Italia sarà. Galileo disse : Eppur si muove. - Oggi tutti lo sanno. Fede ed Azione. L' avvenire è nostro ». •
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