Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

I GIUSEPPE SAITTA I , , STORIA DELLA POLITICA X. I CARATTERI DELLA POLITICA ROMANA E CICERONE È diventato Ùn luogo comune il dire che la Grecia atteggia la sua politica in forme concrete piene di luce, laddove la politica di Roma ha un carattere rigido, severo, inflessibile e sembra raggomitolarsi in se stesso per la creazione dello Stato • naZione. Ma si dimentica che la creazione di un potente Stato nazionale come l'originalità vera d.el popolo romano non implica che esso sia fine a se stesso, e quindi s'esaurisca in un circolo chiuso. ·Giacchè quando il Romanesimo prende contatto col Grecismo, il primo assume in pieno l'eredità ael secondo per guisa che la politica romana si può considerare come lo sviluppo storico di quella greca. Difatti se lo Stato romano non fosse diventato una realtà presente forse tutta la civiltà greca non avrebbe spiegato tutta 1~ sua meravigliosa efficacia. E' la romanità che sviluppa, potenzia e dà quindi concretezza al pensiero greco. Sono i Romani che imprimono alla civiltà greca l'impronta immortale del principio dello Stato nazionale e la rendono concretamente -universale. · Non vale af.firmare che Roma ha l'istinto della praticità, e come tale è sorda alle veci divine della filosofia, e che la Grecia, invece è una nazione speculativa per eccellenza, se nella stessa praticità romana si avverte una volontà prodigiosa di espandersi, di imprimere il proprio suggello a tutta l'umanità. Questa volontà è essa stesso pensiero, filaso6a. Onde nulla di più inconcludente che ri.. ·blioteca Gi o. an petere l'antico motto che « la Grecia vinta domò il fiero vincitore ». E' vero: i Gteci avevano saputo creare una filosofia, una letteratura che ha pochi riscontri nella civiltà mondiale, ma tutte le loro manifestazioni più alte dello spirito si atteggiano nel pensiero romano in una maniera originalissima. Se guardiamo ai più grandi poeti, filosofi, giuristi che la romanità seppe sprigionare dal suo se- ' no ci accorgiamo che essi pur derivando forme e spirità dalla grecità esprimono potentemente l' o- · riginalità r~mana. Orazio stesso che pur confessava di dover moltissimo ai Greci riesce veramente poeta nella satira, che è il genere letterario peculiare allo spirito romano. E nell'epica Virgilio non può dirsi un imitatore di Omero : dentro rime greche si avverte subito il cantore della superba coscienza nazionale dei Romani. Anche la filosofia specialmente con Seneca rispecchia la spiritualità propria dei Romani. Lo stoicismo, difatti, di Seneca, è, per tanta parte, diverso da quello greco : esso è un precorrimento sicuro di quel Cristianesimo, che diventerà • cattolicismo, cioè romanesimo. • I Romani irridevano gl'inepti graeculi, dati unicamente alla speculazione ma perchè essi av- . vertivano che la contemplazione che non· fosse volo.ntà, azione, praticità è sterile affatto. Per questo l'arte, la filosofia, la stessa politica

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