NICOLÒ MACHIAVELLI SCRITTORE CIVILE E MILITARE 439 atti a fomentare l'emulazione, e perciò sui distin~ tivi fra i corpi, e poi sul passo cadenzato, e, sempre e reiteratamente, sulla disciplina « che fa più della forza e della virtù >>. Il precursore e l'uomo d'azione Siamo nel moderno, siamo nell'immutabile. Onde Luigi Chiala: «·Leggendo i 7 libri dell'Arte della guerra non è possibile negijre, ~e, di, tutto ciò che ha relazione colla parte irrimutabile dell'arte, il Machiavelli discorre con:~tanta· lucidezza, con tale assennatezza che, anche ,..chi abbia poca conoscenza dell'arte stessa è condotto ad ammettere in lui non solo una mente superiore, ma altresì una pratica non superficiale delle cose guerr~sche.· Certo nessun scrittore solamente teorico ha rriai scritto così >>. Ed il colonnello francese La Barre: « Il Machia- ~ elli vede molto più chiaro che non i famosi generali del suo tempo ». È probabile che leggendo tali pagine (a cui, tra l'altro, si deve la creazione del « Battaglione >> moderno, come unità tattica e di parata), più di un acuto lettore noti che Nicolò vedeva più chiaro « anche di molti famosi generali del nostro tempo>>. E l'appello al rinnovamento della mente mili ... tare e civile italiana, al cospetto del pericolo sempre . ' . presente, v1 e perentorio. « Credevano i nostri principi italiani, prima ch'eglino assaggiassero i colpi delle oltremontane guerre, che ad un principe bastasse sapere negli scrittoi pensare una acuta risposta, scrivere una bella lettera, mostrare ne' detti e nelle parole ar ... guzia, e prontezza, ornarsi di gemme e di oro, dor- ■ ■ 1n 1anco mire e mangiare con maggior splendore che gli altri, governare coi sudditi avaramente e superbamente, marcirsi nell'ozio, dare i gradi delìa milizia per grazia, disprezzare se alcuno avesse loro dimo-- strato alcuna lodevole via, volere cht la parole loro fossero responsi di oraculi, nè si accorgevano i meschini che si preparavano ad essere preda di qualunque gli assaltasse. Di qui nacquero poi nel . mille quattrocento novantaquattro i grandi spaventi, le subite fughe e le miracolose perdite; e così tre potentissimi Stati, ch'erano in Italia, sono stati più volte saccheggiati e guasti ... « Io vi affermo che qualunque di ·quelli che tengono oggi Stati in Italia, prima entrerà per questa via (cioè d1 ordinare le milizie nazionali - com'egli insegna nel suo trattato), fia, prima che alcun altro, signore di questa nostra provincia, ed interverrà allo Stato suo, come al Regno de' Macedoni, il quale venendo sotto a Filippo, che aveva imparato il modo dell'ordinare gli eserciti da Epaminonda Tebano, diventò con quest'ordine e con questi esercizi (mentre che l'altra Grecia stava in ozio ed attendeva a recitare còmmectie) tanto potente, che potette, in pochi anni, tutta occuparla, ed al figliolo lasciare tale fondamento che poteva farsi principe di tutto il mondo ». Il Duca di Savoia Emanuel Filiberto fece (narra il Costero) tesoro di così aurei precetti, e come prima rientrò nei suoi Stati attese ad ordinare militarmente i piemontesi in guisa che l'esercito in tempo di pace cagionasse lieve dispendio, e in tempo di guerra uscisse in campo numeroso e disciplinato. Questa la norma, precisata da Nicolò Machiavelli : giova ricordarla nella ricorrenza del suo centenario. ARNALDO CERVESATO
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