., 488 mondo e non ha rinunziato a sacr:ifici finanziari e materiali pur di arvere delle .colooie redditizie. Non parleremo qui di quanto riguarda la parte politica e militare esplicata dalla Francia nel Marocco, ma ci :limiteremo a considerare la produzione ,e il commercio di questo paese che interessa anche l'Italia. Da una delle ,più recenti stati,stiohe risulterebb·ero coltivati ben 11 milion1i di ettari su 23 milioni occu·pati. Il dima marocchino. sebbene diverso da qu,el1 lo dell 'AJ... g,eria e della T uni.sia è sotto certi aspetti favorevole alle medesime culture : cerieali e legumi ali1mentam {orzo, -grano duro e tenero, mais, sorgo, .fave, piselli, ceci, ecc.); primizie ; arbori cultura .(olivi, viti, agrumi, ·mandorli, ecc.) e fra le piante indu,striali ,il tabacco, il lino te,ssile, la canapa e il cotone .sono susoettib.ili di prosperarvi. Il clima troppo freddo d 'iinver.no e troppo caldo d',estate non permette la coltivazione di piante t,ropicali. Nel 1925-26, fra grano duro e grano tenero si sono coltivati più di un milione di ettari con una produzione complessiva di circa 6 milioni di quintali. E' da notare agli effetti della colonizzazione l'aumento incessante ,e progr,essivo del.la ,superfici.e coltivata a grano; da mezzo milioni di ,ettam. nel 1914-15 si è arr,ivati a più di un milione nel 1925-26. Non •si può negare che a questo incredibile aumento, a cui stanno a pari anche le altre culture, ha contri:bu1itouna provvida .legislazione, ma anche i grandi lavori, specialment1e tStrada,li e. idraulici che la Francia vi ha compiuto, spendendovi,. senza esagerazione, oltre un miliardo di franchii, compresevi in questa icifra le spese dei ,g,randiosi lavori in corso. E' stata istituita proprio in quest'anno una Cassa deU'i,draulica agricola e della colonizzazione la cui dotazione iniziale è di 21 milioni e 800 mila franchi prelevati dagli utili ricavati dallo sfruttamento dei fosfati marocchini. In ;una rassegna così fugace non possiamo esaminare ad uno ad uno i prodotti del suoBibl·oteca Gino Bianco RASSEGNE lo ma ci siamo f,ermati a1l grano che è la coltivazione più importante del Marocco. Accanto alle produzion,i c,erealicole tiene un buon posto anche quella del v1ino, ,quantunque qui si sia anCOTaagli inizi. Sia per i cereali sia per il vino sono sorti mo1,ini e stabili,menti enolog,ici di una certa importanza. Per il ,bestiame ci -troviamo prevalentemente in un paese di pastorizia, i tori più comuni derivano dalle due razz,e, 1 bruna dell'Atlante e bionda dei Zaeri. Vii aib,biamo incroci -magnifici come quelli degli Zebu-:lvlontbel- ,liard le cui f e,mmine raggiungono a 4 anni anch·e i 5 o 6 quintalj di peso. In questo pae.se cJhe 1 molti ritengono arido e sterile non mancano le foreste. Pare che que,ste iiicoprano un'estensione di circa 2 milioni di ettari ,e sono formate in prevalenza di queroie, cedri, ginepri, cipre·ssi, pini e di essenze secondarie. E poic1 h,è la fortuna nel.le colonie sembra la d~bbano ave:rie .solo gli str.anieri, i.I Marocco ha pure le sue miniere. Nel 1926 si esportarono: Tonnellate Fosfati . . . . . . . . . 885.000 Piombo . . . . . . . . . 1.300 Rame . . . . . . . . . 300 Manganese . . . . . . . 260 per non dire cihe delle produziioni . maggior:i. Ancora però non si conosce con ,esattezza la portata dei vari giacimenti e le pos·si,b,ilità dii sfruttamento di essi. L'industria vi è ·fiorita in un modo meraviglioso trattandosi di un paese coloniale. Lo sv,iluppo sorpriendènte p1 reso da Casablanca, Raibat, Marrakech, K,ènit,ra, vecchi,e città araibe ch,e si sono costruite al fianco nuove e vaste città europee, ha 'alimentato queste .industrie fom,endo sul luogo t1 utto quanto si avrebbe dovuto far venire dall'Europa. Non mancano ne~ meno c•entrali elettriche ohe dànno ' luce e forza motrice. Ad alim,entar-e tutto questo movimento la Francia ha provveduto con una rapida rete di comunicazioni st,radali, sia ferrate, sia camionabili, sia ordinarie ; nè fanno .. difetto, tanto per il servizio posta- . le che per i piccoli bagagli, le co- ;munìcazioni aeree. Alla madre patria lo allacciano• linee di navigaZlione aer-ea, e rapide ed economiche comunicazioni marittime, specialmente dir·ette a Bordeaux. Le linee ferroviarie marocohine raggiungevano ·nel 1925 una lunghezza di km. 1199, e trasportarono ben 5 J milioni e mezzo di tonnellate d,i merci, con una diminuzione però sul,le annate precedenti. N1 on ha mancato la Francia ad interessarsi anche dello sviluppo turistico poich,è il .Marocco non ha soltanto .bellezze naturali ma anche meravigliose opere d 'a•rte dovute all'epoca migJiore dell'arte araiba. Ottimi alberghi ali' europea si trovano in ogni città di una certa importanza. In questa rapida rassegna non -si si è porurto scendere nei dettagli ma si è dato un'idea della trasformazione avvenuta .in poco più di vent'anni in questo paese che sembrava essere diventata la rocca forte dell'arabismo ed il più attaccato alJe antiche tradizioni mussulmane. Anahe nel ,Marocco, come in Al1geria ,e T,unisia, gli italiani non ,mancano, ma sono poca oosa di fron,te non ,solo all ',elemento francese, ma anche agli altri stranieri, tedesoh.i e spagnuoli particolarmente. Trovandosi esso sulla via della America parecchie nostre linee di navigazione, specialm,ente quelle dirette verso iii centro e iii sud, toccano .i porti marocchini fra cui Casablanca ove parecch1ie Case italiane sono rappresentate. Allo scopo d,i popolare e sfruttar-e le sue colonie la Francia offre agli •stranieri concessioni agricole e minerarie. È vero però ohe, pur essendo ben diversa qui che in Tunisia, la questione della natura.IizzaZJione rappresenta un ostacolo morale a che gli stranieri vi inter- • vengano numerosi. Nonostante tutto questo, vi è campo anche per noi, specialmente per quanto può r:iguarda,re il commercio di esportazione. FILIPPO GALLI
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==