Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

scorci : manca la lirica ne.Il'assenza d'ogni ,impeto e d'ogni slancio. E! un romanzo che dev' essere svolto, una materia che dev'essere fecondata, un argomento, di numerose e drammatiche possibilità, ove tutto l'inutile è detto e nulla è scoperto, tutto il fatto è raccontato e niente è vita, ove l' urto delle passioni contrastanti, che si annunzia fin dal titolo ricco d,i promesse, è evitato, per incapacità di genio e di tecnica. Si direbbe che una .mentalità di cronista senza discernimento abbia sostenuta e retta l'impalcatwa della narraz,ione dalle fondamenta allo estr-emo apice della tettoia. ·L'eroe della vicenda, il giovine Oliviero ,è un cliché di maniera, che conosciamo da molti seco.li, e nella commedia latina, in veste comica, e nella tragedia de,i Bruti, e nel romanzo francese e nel romanzo ita;liano dell' ottocento, e in più marcati rilievi, e su .sfondi più ricchi e più vari di luci contrastanti. Ma sopra tutto conosoiamo :il tipo del ,banchiere arricchito, che qui sarebbe il Marohese Alamanni, il padre, e ce lo han presentato scrittori dal polso fermo e dalle pro,fondità spietate ; e conosciamo Célìfatteri di buoni e di giusti, apostoli d,i sacrificio più tetragoni e .meno accomodanti dell 'Accolti, ,I' amico e l'iniziatore di Oliv,iero, -il quale d'altronde non è un ribelle: ciò bisogna affermare a condanna d,el romanzo, ,ma un impasto d,i antitetiche scontentezze, la degenerazione di un cairattere, che è venuto perdendo nel corso della narrazione la sagoma iniziale, che poteva essere accettaibile, per decadere iin fine, nella incongruenza epilettica d'un colpo di testa a•lla l\tlontepin o aila lnvemizio. Tutto ·è incoreente in questa Rivolta del figlio, dall 'attegg.iamento dell'Autore, che s'incunea cattiyo terzo, a far da commentatore inopportuno, credendo di f aria franca • con 1 il precedente manzoniano, e affidandosi ad una scial,ba e pettegola satira di costumi, c•he non riesce a .scalfire, perchè senza acume e senza arguzia, e appesantisce - e non ce n'era di bisogno - iii RASSEGNE pesantissimo sviluppo sintattico e stilist1 ico; ali' atteggiamento politico del Crispi, alla vigilia di Adua, che non risponde affatto alla verità . storica. Di vero, di storico, non c· è che il groviglio giud,iziario dell'ultima parte di quel celebre processo dei veleni, che è de Le due verità il precedente romanzo del F errero, la materia pr,ima. Di veramente umano in questo . . . romanzo non riusciamo a scoprire che lo sforzo dello scrittore, che par debba soccombere da un momento all'altro sotto la massa non :ind,ifferente da sè stesso impostasi; già che se qualcuno volesse parlare seriamente di donna Edvige, di Susanna o di Elena, risponderemmo ohe .son così pallide creature le due pri•me, e così poco giustificabili, specie la prima, per le sue tergiversazioni e per le debolezze ed . ' . . . . ,incertezze, e cosi p1atta·mente insigni1ficante e volgaruccia la seconda che non valeva proprio la pena di tentare di fissarla sulla carta. Manca l'aria qui dentro, non si respira. ·E pertanto, sembra una contraddizione, noi consigliamo la Ìettura di questo libro: è un interessantissimo documento d 'in,ettitudine alla comprensione del fatto umano. *** Che quella dei generi letterari sia una partizione contro natura del1' attività spirituale, .non è chi .non ripeta oggi, e taluni, per fortuna, in piena convinz,ione ; chè all 'assaggio, certi libri ti appalesano chiaro tutto l'artificioso meccanismo delle scolastiche classificazioni. T,elesio lnterlandi pubblica Pane Bigio ( «L'Italiano» editore, Bologna) e crede in ·buona fed,e di poter 1 dire politici i suoi scritti : noi opponiamo modestamente la no-stra opinione e riteniamo che là dove si tratta di pura tecnica ancor ci convince una partizione, ma là dove invece lo scrittore investe in pieno lo spirito nella sua organ,ica attività -e funzione, là dove non è questione di cultura speci,fica, ma formazione di spiriti e creazione di mentalità - .sia detto con sopporGino Bianco 481 tazione - noi ci trov,iamo a definire - co,me definiamo - lirica la materia. T elesio lnterlandi ha creato un .suo tipo di giornale che nella storia del Fascismo, vale a dire dell' Italia, sarà segnato come una svolta decisiva da ch,i vorrà risalire alle origini della selezione operatasi nel movimento. La fed,e appassionata verso un' idea e la dedizione assoluta ad un Uomo, in cui si riconosce una mis-· sione qua~i fatale, possono avere operato il miracolo di soUevare fino alla vibrazione lirica, quello stru-· mento di bassa e non sempre onesta giostra di pettegolezzi, interessata e spesso lo,sca, che fu a giornalismo di ier1 i. Abbiamo esempi neUa storia dei giorna1 li .italici : Il Caffè dei fratelli Verri~ il C onciliatare, ecc. Attraverso le pagine, purtroppo, brev1 i, di questo prezioso libretto, d'una attualità che non perdei-à vi-· gor di vita col passare del tempo,. assistiamo al delinearsi e poi al for-· ·marsi di tutto un mondo m01rale, che il calore interiore solleva fino ad un superiore mondo estetico. Libro attuale, ripeto, che non subirà diminuzione col passare degli anni, perchè aderente ad una realtà eterna, e non a contingenz·e, aHa realtà del,l 'ideale incorruttibile del-- la razza, colto nei virgulti nuovi, espresso dal succo delle gemme fiorenti, inteso e respirato n-e 1 l nimbo ossigenato c·he avvolg,e il tronco rigoglioso •e da ·esso intanto .si sv,iluppa. Qu-esto sentirsi parte viva d'un travaglio incessante e pur gioioso, questo godimento del sacrifizio ne-· oessario, questo voler subire privazioni ed astinenze, in olocausto alla certezza d'una potenza, d'una grand,ezza, e d'una glooia immancabile alla gente cui si appartiene, alla Patria in cui si è nati, vi richiama gli .spiriti danteschi del Purgatorio -e però ha del rel,igioso, e fa bene ali' animo. La sensazione della continuità d,ella vita, o,ltre la vostra vita, d'un destino nazionale, superiore ed oltre il vostro destino, si ha ad ogni pagina dell' lnterlandi, e ne scaturisce un pensiero organico, una

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