Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

478 CRONACA FINANZIARIA 11 pro,blema finanziario -. -- ab, biamo o,sservato terminan,do la rassegna dello scorso m-ese - è an~· che un problema morale. Questa verità si di,mostra sempr,e più Ìampante nelle giornate che viviamo, nelle quali ci occorr•e di assistere con disp1iacere ma senza merav:glia a:l f.enomeno d-ella insensibilità morale di certe categorie di produt- , tori, o, per meglio dir,e> di elementi economici, a volte -nemmeno strettamente necessari. Ab,biarno accennato altrove a questo argo ... mento degli « improduttivi n esa~· minato dal punto di v1 ista sindacale, per concludere che il 3i:ida... calisrno fasci sta, p-er il quai e il sindacato è un ente ,di d,iritto pubblico, dovrebbe negare addirittura il ricono,scimento pratico e tanto meno quello giuridico ai sindacati di elementi improduttiv,i, cioè, non sindacabili per d,efinizione. Nella battaglia economica che la NaZJione italiana sta combJ ttendo per una necessità di vita, non dev,e essere lecito, soprattutt0 in nome del Sindacalismo e d-ella Corporazione, ammettere l' esistenza degli elementi improduttivi della vita nazionale. Or bene, se tali elementi improduttiv,i possono costituire il fatto e 1 'esperienza :inche di altre Nazioni, è indubitato che in Italia sono ancor troppo nume-- rosi e costituiscono, soprattutto, uno dei fenomeni più caratter•st1ci dell'urbanesimo. l1 1 sindacalismo· fasci sta, che è rivoluzionario e ch,e, come tutto il Fascismo, deve essere rivolazionario, non può limitarsi a riconoscere gli agglomerati economici o pseudo-economici ch,e si affrettano a chiedere i,l riconoscimento, il distintivo e la tessera. L'Italia e un paese soprattutto di lavoratori, ma tra i lavoratori, anzi tra i lavoratori e i datori di lavoro, si ann,idano e prosperano, talo,ra, professioni e mestieri che non meritano tale qualifica. Ci sono insòmma nel.la vita italiana, tanto per intenBiblioteca Gino Bianco RASSEGNE <lerci una infinità d,i pro1 f essioni e di ~estieri assolutamente inutili. Inutili, cioè incapaci di produrre nell'interesse generale della N a- . z1one. Ci sono in Italia mestier.i e professioni, le quali - non è il caso di speci·ficare _:_ non wlo 5?n_o professioni e mestieri improdutt1v1, ma rappresentano impedimen~i sostanzia.Li allo sviluppo e ali' 1n?"e: mento della produzione e qu1nd1 anch•e del davoro. lo non par:lo - sa-rebbe assurdo attribuirmi :una .intenzione simile - del commercio. Dichiaro anzi che i1 l comm-ercio e la produzione sono ter.mini .inscindibili d,ella vita economica. La produzione e il commercio vanno di pari passo. Sono legati indissol ubil.mente. Tutti i testi e tutte le esperienze dimostrano che il com1 meroio, che è lo scambio con tutti i suo,i,mezzi, sono una logica nece,ssità. ,Ma è chiaro che non parlo di questo. Parlo delle attività inutili e dannose. E mi rendo anc'he conto che l'eliminare in blocco da'Ila vita economica italiana gli elementi improduttivi signi1 fìcherebbe creare del,le crisi più o meno gran,di, che io penso però rapidamente l'ipara1bili, dato lo spirito fascista ohe presied,e con Mussolini ali' andamento de1 1la vita nazionale. Qu,este osservazioni sindacali, che ho avuto occasione di fare tempo fa, mi sembrano pienamente attualii in materia di ,battaglia economica-finanziaria, come quella ch,e si.. sta combattendo con una ferrnezza da parte del Gorverno che supererà senza dubbio le resistenze superstiti -e tenaci. Ma è innegaibile che queste resistenze, soprattutto nel ceto commerciale, ci . . forza. Bisogna convincere. an~he. ,i più resti,i e an~e, tal~ra, 1 p1u im,becilli che la r1valutaz1one della lira è una buona politica e che se _ porta fenomeni di crisi si ~att~ di c!riisi passeggere, n·ecessar1e, 1nev1ita·bili e risolutrici. -Ma è indubitato che la battaglia dei pr,ezzi sta rivelando con le sue numerose anomalie che nel ceto com.merciaie la psicologia inflazionistica non è stata ancora abbandonata. L'ostinata tenacìa con cui molte categorie di commercianti vogliono manten-ersi su,lle vecchie posizioni prova come esse credono ancor perpetuato i'l periodo delle vacche grasse. L'alea di una perdita da siffatti comimercianti non è minimamente considerata. Ora è questa conceziione che intrallcia la ,battaglia dei prezzi, la quale si combatte sopra tutto fra il commercio al minuto da una parte e i consumatori dall' aìltra. Ed è questa concezione che è residuo della ,mentalità del periodo inflazionistico e dei gro1 ssi guadagn,i, la quale ·bisogna corr-eggere. Nei pe- . r.iodi di crisi economica tutti perdono : perdono le grosse industrie, perdono gtli agricoltori, perde anche il comm,eroio aH'ingrosso e di contraccolpo diminuiscono i guadagni. Tutti costoro subiscono, nolenti o volenti, l'influenza de.Ile leggi econo•miche. sono: e .c1 sono 1n gran parte per una gretta e assurda v,isione personailistica dei pro.ble.mi economici e finanziari. Il concetto deUa moneta valore assoluto, il concetto della ' valuta, empiricamente accettato fa Del resto, il sacrificio domandato alJe categorie commerciali non è poi economicamente parlando, tale. I commercianti hanno avuto i loro periodi lietissimi, nei quali avranno certamente radunato le loro riserve come iSi conviene a eh.i compia. seriamente una determinata funzione economica. Le grandi industrie toccano le loro riserve quando ve ne è bisogno: n-e.ssuna m1eraviglia se si chiede lo stesso sacrificio ai commercianti. Ma ad essi non si chiede neppure tanto, ma semplicemente che d1 imettano la mentalità dei grossi guadagni, che si contentino magari di guadagnare poco o niente, in attesa che 1 'equilibrio del mercato si ricomponga. Se questo è il loro dovere, è tuttavia il loro interesse. sì ohe la visuale realistica sf_!lgga anche ai .più esper1imentati mercanti. Ora non v'è dubbio che i1 l problema di una comprensione nazionale della vita economica è una n·ecessità propagandistica di prima

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