Vita Nova - anno III - n. 7 - luglio 1927

statisticamente, per vedere, ad es. , qual è l'influsso nei vati assetti economico-sociali delle diverse percentuali di lavoratori intellettuali, che fiancheggiano e talvolta preparano, dirigono e organizzano la produzione. Comunque sia non riteniamo che la funzione di quest,i lavoratori intellettuali si possa ridurre a quella affacciata dal L.o:ria, il qua'le, chiestosi quale sia 'la ragione della loro esistenza, così continua: « Rispondiamo subito: la classe dei lavorator,i improduttivi esiste e fiorisce, perdhè potentemente contribuisce ad asservire le classi più numerose degli operai e d,ei non a1 bbienti alle classi meno numerose dei proprietari e dei capitalisti ; i-1 quale avvenimento, date le cond,izioni di instabilità di ogni assetto ,economico, forma la principale garanzia della persistenza delle classi rrivilegiate. In altre parole, la classe dei lavoratori improduttivi è lo strumento onn,ipotente, di cu; i proprietari si servono per mantenere la propria prevalenza : è l'istituto necessario a!ll',equilibr.io sociale, perch,è concilia la ricchezza degli uni colla povertà degli altri, è il tessuto connettivo, il med,io di continui,4 tà dello .squilibrato organismo eco .. nomico. Essi assicurano la solidità e la coesione della proprietà ca, pitalista e te fanno scudo e arma contro le minacce del quarto stato ». (Op. cit. pag. 399). ,Ma sarà proprio così ? La specificità d,i tutti i servizi sociali resi dalla classe degli inte'llettuali si può ridurr•e a questa pura e se•mplice funzione di difesa della proprietà ? Il pensiero puro, la scienza pura, l'esercizio pro-fessionale si posso.no proprio 11idurre a una semplice tutela di diritti economici tra-- dizionaJ.i ~ O.sserva però l'autore che quando il margine di profitto è tutto assorbito dalla c:lasse proprietaria gli intellettuali fanno parte per se stessi da prima, poi si aggregano ai proletari e da questa coalizìone si svolgono ali' improvviso grandi Jermenti sociali. Ma allora questo lavoro .intellettuale ha una certa RASSEGNE autonomia, una certa libertà di movimenti, si può ispirar-e a de,i fini mutevoli ! E l'interesse è sempre la molla necessaria e sufficiente per spiegare il muta1 mento ? Non è questo uno di quei casi in cui i criteri meramente economici non spiegano nllllla, perchè entrano in funzione elementi morali, id,eali, sentimentali, ossia quelli che il Pareto chia-- ma residui ;> ,E gli abiti mentali che portano con sè i gruppi notevoli di individui, che salgono dalle classi del lavoro manuale alle classi del laVO{l"O inteUettual.e ? E l'attitudine più o meno sviluppata dell"iniziativa, dell'azione •e talvolta della vera e propria violenza, che prepara assetti nuovi ? Sono tutti fattori r1iduci•bilial mero interesse che avr,elbbe -la classe dei ~avoratori intellettuali a costituire una guardia del corpo ai d,etentori della ricchezza patrimoniale ? Più oltre lo stesso autore: « Oggi, nel:le discussioni p0-litiche, nei Piarlamenti e nei circo~i, nei giornali •e nei li1bri le classi dei prof es-- sionist,i ·sono in .lotta senza tregua contro le classi detentrici della ricchezza 1Patrimonia:le ». 1(0p. cit. pag. 405). E allora? La secessione è proprio preparata dalla ;n,sufficienza dei margini di profitto, f> ci sono dei mativ,i di carattere teoretico da una parte e sentimentale · dall'altra ? Le dottrine talvolta no11 si diffondono anche contro gli interessi della stessa •classe fra cui si diffondono ? Se in certe dottrin,~ c,i fosse per caso un lievito mora:le e ideale, taLi dottrine non sarebbero già tali da porre di ,per sè le qu•esticmi fuori del terreno economico g,enerico e spe,cifico ? L' ad·es1one, ad es. , al Cristianesimo non fu u 1 fatto tale, che accelerò la disgre gazione politica e soéiale deHe clas-- si dirigenti romane, ch,e al Cristi a nesimo ad,er.irono ? Lasciamo stare i nuovi assetti, che il Cristianesimo potrà aver favorito in seguito, ma, nell 'a~o in cui trionfò, sup-erò una somma no ... tevole di interessi coalizzati, con • tro i qualii si levò in armi spìr itual mente. Non ha il sospetto il Loria, Biblioteca Gino Bianco 477 che la crisi degli intellettu i!Ì di 01 ggi non sia una crisi di interessi . . . . ... minacczatz, ma una crisi vera~ente •e propriamente e squisitamente morale, cioè una crisi di or,ientamento, ch,e ha colto in pieno le class: intellettuali uscite dal e1itioismo 1rr-equieto e dallo .scettir:ismo ~fidu~ ciato del secolo XIX ~ L.o stesso ardore icon cui una parte di questi intellettuali abbraccia la causa nazionale, prendendola come un punto di partenza, un postula!o in discutibile, posto al di sopra e al di fuori di ogni critica, non iPdica ad esuberanza, ohe, al fondo dei . . , ' . nostro ag1tars1, non c e un interesse materiale, ma un bisogno d,i 1uce, di orientaimento, una n·ecessità d,i restaurare degli ideali duraturi ? Il punto critico e d,ifficile e' è : è i:l punto d,el,icato in cui l 'un1a!litarismo troppo largo del secolù XIX si deve saldare colla visione nazionalistica d,ella realtà della storia concreta, in cui c'è l'economia, l'inter,esse, il quantum, i chilogrammi di pane e i quintal,i di fieno, ma c'-è anche il bisogno di sapere ohe cos'è la vita, a ch•P cosa serve e quale sia l'ideale suprt:.mo a cui va, senza disoussiani, consacrata. C'è insomma il problema del quale, de:l valore, dii cui il valore economico .è uno, ma uno solo degli elementi. ·E le olassi intellettuali hanno prima di tutto e sopra di tutto, checchè ne pensino gli economisti puri, la funz1 ione, non già di guardia del corpo deHa ricchezza patrimon,ial,e, ma bensì di indicatrici della via alla uma:1ità, che lotta e opera. Se le classi intellettuali non adempiono a questa nobilissima fiunz.ione storica, scompaiono, ossia vivono v-egetando, come un organo senza funzione, c:he a poco a poco r,egr,ed,isce, mentre la 11nfa vitale, ch,e gli viene sottratta, ar-- ricdhisce altri organi nuovi in evo1 uzione. E nel dinami,smo -evolutivo, ripetiamo, l'interesse è un elemPnto, ma uno solo, e, in certi momenti crit,ici della storia, non il più importante. GIACOMO DONATI

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