) ALLE SORGENTI DEL PO Dopo averci teso largamente le braccia con le sue campagne vaste ed apriche, Saluzzo ci accoglie col sorriso stanco e dolce delle vecchie cose che non vogliono rinnovarsi, anzi si compiacciono di conservare la vetustà, in cui si adagia la loro storia, la loro gloria. Ci accoglie con un vecchio omnibus stretto, dai cuscini ricoperti di velluto d'un verde stinto, sopra i quali pende in giro una trina grossa e ingiallita, e s' inquadra, nel fondo, uno specchio giallognolo e opaco dal tempo. La carrozza e il ronzino, che, trascinandola , la fa balzellare e ondeg ... giare sull' acciottolato, rievocano, in modo strano, tra il sorgere e sparire di torri e d' antichi palazzi, le diligenze che trascinavano nei loro viaggi da- . . . me 1nc1pr1ate e cavalieri imparruccati in un languore di lentezze e di soste. Vecchio e comod o l' al ber go, . . . sotto 1porti c1, vasta E moviamo incontro al gigante, attraverso la campagna lieta di colli e di praterie, donde esala un profumo sottile di erbe aromatiche. Pochissimi uomini sul tram a vapore, che porta fìno a Paesana, e molte donne, venute al mercato grande del sabato, che nella notte ha trasformato la piazza attorno al monumento a Silvio Pellico, e le strade vicine, in un accampamento di baracche, dove tutto si vende, dai tessuti agli articoli casalinghi, dai similori ai poponi. E son contadine che hanno portato dai paesi le ampie, speciali cavagne, con le uova, gli erbaggi, il pollame, i latticini e le riportano ora a casa, colme di altre provviste fatte al mercato : son massaie benestanti, venute a far spese, con larghi cappelli, che cercano di conciliare il segno abi ... tuale della « mada ... ma >> con un mezzo . . . pratico per r1pararsi la sala da pranzo, con i lampadari di ottone, le lampade stanche, che pare intonino il colore CRISSOLO dal sole. Ma il cappello, poichè non vien portato se non per scendere in città, dura degli anni e invecchia con le donne, a poco a della luce alle dorature ormai rossastre degli specchi. E in tutta quella rinunzia ad ogni pretesa di modernità, sembrano un anacronismo i camerieri, che, in movenze cadenzate, si aggirano rapidi e silenziosi in rigidi abiti neri. Guido Gozzano e qualche altro « crepuscolare )) ci è presente allo spirito, mentre mangiamo. *** Dall'alto, Saluzzo è più grande e più «città)>, che non a traversarla nelle vie irregolari, in mezzo a cui scorrono rigagnoli purificatori. I portici asim ... metrici, ma frequenti, il molesto acciottolato, la pro ... fusione di balconi, che adornano lè case, la rendono simile a una qualsiasi altra cittadina del Piemonte, ma dall'alto essa prende rilievo e colore, direi quasi una personalità, nello sfondo maestoso del Monviso, che si stacca dalla pianura, isolato e gigantesco. Biblioteca Gino Bianco poco, senza che esse stesse se ne accorgano. E da tutti i canestri, da tutte le borse sbuca fuori il bianco e l'oro del pane: il soffice pane piemontese. Appariscono, ora, dietro i colli le montagne; passano di tratto in tratto, fra le grandi praterie, ondeggianti di gelsi, di frassini e di salici, paesini tranquilli, in mezzo al verde, che l'estate non ha neppure intaccato di ruggine; e vi spicca sempre un campanile, più o meno alto, ma di una stessa archi ... tettura, tra il gotico e il barocco, complicata di terrazzini e di guglie. Nell'ultimo tratto verso Paesana la campagna apparisce come un parco immenso, tanto molle e fresco è il tappeto delle erbe, tanto gli alberi vi si aggruppano diritti e frondosi, in un'armonia di bellezza, in un misterioso incanto di penombre. Poi da Paesana si sale in automobile fìno a Crissolo. Ora il paesaggio si fa sempre più imponente, man mano che la strada s' innalza e lascia scoprire
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==