\ I I ( profetism~. Specialmente .il profeta Ezechiele al- -meno dal punto nostro di vista, ha un'importanza eccezionale, perchè smussa tutti gli arlgoli della legge mosaica che ne Ila sua terribile durezza appariva come una fatale necessità cui non era lecito sottrarsi. Difatti con· Ezechiele s'inizia in seno all'Ebraismo quel rinnovamento spirituale che poi si I delinea a caratteri forti e decisi coli' avvento del Cristianesimo. Abbiam detto che uno dèi concetti dell'Ebraismo era quello di un Dio vendicatore che puniva i peccati dei padr.i fino alla terza e anche alla quar.ta generazione. Ezechiele respinge un siffatto, concetto e cerca invece, di mostrare che Dio non può concepirsi se non come un Padre pieno di bontà e di misericordia e pronto a perdonare i peccati degli uomini. Ecco perchè con Ezechiele s1assiste alla tra- . sformazione del Dio giudaico e ci si avvicina alla concezione che è peculiare al Cristianesimo. Il quale solo ad uno sguardo superficiale potrà apparire come. la continuazione logica delrEbraismo., E, certamente, se noi stiamo alla lettera anzichè allo spirito, le formule e i precetti religiosi del popolo ebraico non differiscono gran che da quelli che si trovano nel Cristianesimo. Ma il V angelo è il libro più meraviglioso che sia apparso, non perchè esso segni una rivoluzione di idee prese nella loro materialità, ma perchè esprime uno spirito · interamente ignoto all' antichità classica e al Giudaismo. Le dissertazioni più eloquenti dei filosofi più grandi come Platone ed Aristotele e degli . stessi filosofi stoici come Seneca, EP.itteto, Marco Aurelio sono quasi un nulla a paragone di questo libro semplicissimo che è il V angelo, il quale produsse la più grande rivoluzione che la stori31umana possa contare. Perchè in esso c'è un principio originalissimo che nessuna religione o nessuna filosofia aveva saputo esprimere : il principio del Dio-uomo come il colmo dell' amare e del sacr■iflcio. Questo principio fu sufficiente a sconvolgere tutta l'impalcatura del pensiero antico, perchè esso implicava il principio dell'Amore e nello stesso tempo la divinizzazione del dolore. Invece tutte le ricerche delle filosofie antiche miravano a porre come l'unico fine dell'uomo, la felicità. Cristo ~ questo ·fine oppone la sublimazione del dolore : « felici coloro che piangono, felici coloro che soffrono persecuzioni per _la giustizia, voi• sarete felici- ~uando gli uomini vi maleBiblioteca Gin Bi ' diranno e · vi perseguiteranno ». Questi accenti non potevano non sembrare nuovi e ad un tempo gravemente ammonitor,i ad una società volta al piacere o alla felicità come il supremo fine della • vita. Ma Gesù non sublima soltanto il dolore, ma anche i miserabili e i peccatori. Le famose parole : « lo vi dico, in verità, che i pubblicani e le mer~trici saranno innanzi a voi nel regno dei cieli » e le altre : « Colui che è senza colpa scagli la prima pietra » sono parole che non potevano non destare meraviglia e scandalo. Così per la prima volta è Gesù che rivolge la sua parola di amore proprio a quelli che erano considerati come esseri diseredati dalla società di quei tempi e f orsanco dei nostri tempi. ,. Tuttavia non giova dissimularsi che il Vangelo nella sua essenza · intima è sopranaturalismo, e quiQdi si propone di avviare gli uomini ad una I idealità sopramondana. Donde le parole di Cristo : il mio regno non è di ques.to mondo. Sicchè il mondo terreno è, se mai, una preparazione alla vita sopramondana, e come tale include una svalutazione della politica, che non è più fine a se stesso, bensì semplice strumento o mezzo di una finalità più alta. Ma ciò che per •Ofa a noi preme rilevare è l'originalità possente che circola non tanto nei tre Sinottici quanto nel Quarto Ei,angelo che la tradizione ortodossa attribuisce ali' apostolo Giovanni e che ha una fisonomia speculativa così forte da dare l'abbrivo a tutta la moderna conc~one dello spirito. Le parole suggestive e profonde. « L'ora viene, e già al presente è, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, » furono capaci di creare non solo una nuova religione, ma anche una nuova metafisica, e quindi una nuova politica. Dio è spirito. Posto questo concetto, le imagioi materialistiche o antropomorfiche di Dio sono travolte. E Dio come spirito è l'ideale della perfezione che costituisce tutto un processo che non può essere mai concluso : « Sii perfetto come il tuo Padre celeste ; spogliati del vecchio uo·mo per rivestire _quello nuovo ecc. » Qyal era l'uomo nuovo voluto da) Cristianesimo~ Era l'uomo interamente rifatto, libero, cioè non più l'uom9 naturale, immediato. Ma questa libertà dell'uomo voluta dal Cristianesimo non possiamo intenderla se non la in•
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