Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

maturi divengono magistrati, la conclusione è quella che noi abbiamo ricavato, cioè che lo Stato d'A .. ristotele è, in ultima istanza, l'espressione d'un'u .. nica classe. Di là da questa forma il pensiero greco non si spinge : esso rappresenta la società più perfetta. Ma il pensiero più vivo della politica aristotelica non è da ricercare in ciò, bensì nel concetto dello ' Stato educatore. E qùi che secondo noi, lo Stagirita raggiunge grandi altezze, egli si può davvero considerare come il codificatore della funzione educativa dello Stato. Per ciò dimostra che l'individuo come individuo non ha nessun diritto,, e così regolarmente la famiglia: la verità dell'uno e dell'altro è nello Stato, cui quindi spetta unicamente il diritto di educare. Giacchè è per il costume, come egli stesso dice, che si mantiene lo Stato : il costume democratico conserva lo Stato democratico, l'oligarchico _lo Sta~to oligarchico ecc. ecc. Aristotele limpidamente e profondamente dimostra così che la vita d'uno Stato o d'un Regime non è possibile senza educazione. Ma l'educazione come il fine dell'attività politica è non solo la scienza, ma anche la virtù : tutto ciò, quindi, che non contribuisca allo sviluppo dell'una e dell'altra è inutile. In caso diverso si presenterà lo spettro della rivoluzione, la quale non è che distruzione o convulsione violenta. Biblioteca Gino Bi neo I Ora tutte le rivoluzioni, dice Aristotele, hanno una comune origine, la quale può essere o l'ineguaglianza arbitraria o l' ineguaglianza assoluta. Qui risiede il vero mistero dello Stato. Il quale quando smarrisce il suo fine essenziale che è quello . di promuovere una maggiore umanità, che solo l'educazione può dare, diventa preda di reazioni o di rivoluzioni potenti che frantumano gli ordini esistenti. Ma è possibile sottrarsi alle rivoluzioni ? Aristotele che ha un profondo senso realistico della vita statale osserva che un regime si dissolve perchè lJuole applicare rigidamente il principio · per cui esso è sorto. Donde deriva quell' altra acutissima considerazione di lui: molte istituzioni apparentemente democratiche sono quelle che rovinano la democrazia ; molte istituzioni che sem_branooligarchiche rovinano l'oligarchia ecc. ecc. · La vita politica dovrebbe realizzare quella virtù che tenendosi lontana dagli estremi rappresenta la compiutezza, ed invece essa è travagliata continuamente dalla parzialità che si fonda o sull'autoritarismo o sulla libertà, che sono due posizioni uni~ • laterali, le quali appunto perchè tali contengono in sè il germe della dissoluzione. Dunque, nè sem- . plice autorità nè semplice libertà : lo. Stato ideale dovrebbe essere l'unità degli opposti, in cui bisognerebbe fissare lo sguardo per conferire alla vita politica il suo valore eterno, immortale. t ,. ...

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