.. , UNIVERSITÀ FASCISTA una cosa degradante. Ma è un concetto tanto lòntana dalle nostre abitudini mentali. Giacchè per noi qualsiasi lavoro è l'espressione dell'attività umana. Ma Aristotele non poteva sollevarsi ad un . tal concetto per la sua visione naturalistica ; in cui l'individuo non è personalità vera, cioè personalità autocosciente. Onde il suo concetto di sovranità che è strettamente legato con quello dell'individualità è anch'esso unilaterale, sebbene contenga principii profondi e vivi. ·Difatti dopo aver parlato delle forme tradizionali della sovranità, egli mostra di essere favorevole alla sovranità della maggioranza. Ma la maggioranza di. cui parla Aristotele e che è inerente in ogni forma di governo ora è quantitativa ora qualitativa, cioè speculativa. C'è in proposito una oscillazione continua, che è data da un certo eclettismo, per cui Aristotele tende a conciliare posizioni diverse. Di qui le sue contraddizioni che, in fondo, sono il risultato della sua erronea intuizione della natura spirituale. E mentre prima aveva affermato che gli uomini liberi, che sono i veri :cittadini, sono tali per natura, finisce col dire che la nobiltà, la fortuna, il merito non sono elementi essenziali alla formazione del cittadino. A furia di tutto conciliare egli giustifica perfino la tirannia, il dispotismo contro cui pur aveva preso una posizione nettissima. Sono sue le parole che agli uomini di genio bisogna affi.. dare secondo le circostanze il potere supremo dello Stato, perchè, egli soggiunge, al genio spetta o l'ostracismo o la regalità. Gli è che, in realtà, altro è la sovranità, come dicono i giuristi, de jure, altro è la sovranità de /acto. Quest'ultima semplifica il problema politico . che viene ridotto ad un problema puramente empirico, e però lo Stato ora può essere affidato ad un solo, ora a pochi, ora, infine, a tutti : donde le . tre famose forme statali, la monarchia, l'oligarchia, la democrazia. Ma la forma ideale dello Stato, se1condo Aristotele, è la repubblica come quella che sta di mezzo tra l'oligarchia e la democrazia. Egli era dominato dalla preoccupazione di temperare il Biblioteca Gino Bianc principio assolu.to dell'autorità col principio assoluto della libertà ; ma questa armonia tra l'uno e l'altro non r,iuscì a trovare perchè a lui rimase interamente ignoto il concetto vero di autorità come quello di libertà. Pure non bisogna disconoscere che la posizione stessa di questo problema· costituisce un progresso grandissimo nell~ storia della politica. Onde cerchiamo di guardare più addentro nella sua repubblica come lo Stato ideale che concilia autorità e libertà. Da una parte, egli dice, la oligarchia si poggia sui ricchi, dal-• l'altro, la democrazia sui poveri; ma la povertà impedisce di comandare, perchè non fa apprendere che ad ubbidire da schiavi, laddove la ricchezza impedisce di sottomettersi ad una qualsiasi autorità, perchè insegna a comandare col dispotismo d'un padrone. Sicchè un governo puramente oligarchico sarebbe dispotico e un governo puramente democratico è servile. Perciò il vero governo, cioè quello ideale, è quello costituito dalla classe media, che modernamente si direbbe borghesia. Se non che questa for,ma ideale di governo che è una forma mista, urta col con:etto che lo stesso Aristotele ha del lavoro, il quale se è riserv,ato soltanto ai cittadini non liberi impedisce la formazione di quelle classi medie che dovrebbero costituire il nucleo sostanziale della vita statale. Dove il lavoro non ·è libero è vano sperare che si rompa la rigidità delle classi. Ma Aristotele . non s'arresta qui. Delineate le varie forme di governo egli cerca di dare un contenuto alla forma ideale del suo Stato, e questo contenuto è dato da sei elementi, che sono la sussistenza, le arti, le scienze, le armi, il culto e la giusti1ia. Tuttavia egli non prende in considerazione che soltanto due di cotesti elementi: le armi e la giustizia. Onde i guerrieri e i giudici coStituisconopropriamente l'ossatura vera dello Stato, e poichè essi costituisco'no, in fondo, una sola.classe, lo Stato ideale non rappresenta che gl'interessi di codesta classe, che sola ha il privilegio ·della libertà e della pro- . prietà. Difatti se i medesimi individuiche da gi<1.- vani servono · alle armit non appena sono diventati
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