Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

QUESTION.I DEL GIOQNO . . . . Disciplina e alta burocrazia. Quei burocrati ohe pensarono di · porsi nel partito fascista buoni ultimi e mal convertiti e poi, col distintivo ali' occhiello, presero a urlare a tutto fiato disciplina per far intendere che e' erano pure loro, avrebbero da domandarsi, in coscienza, pilima di farselo domandare, se lo sanno poi sul serio cos'è questa benedetta disciplina fasci- ·sta; che va intesa come ·intelligenza ossequiente di popolo •moralmen- . te ricco e sano ; come conseguenza di atti adeguati al mentovato stato . morale ; come attuazione di tutti .i doveri contingenti e universali d 'ordine civile, rivoluzionario nati dalla sostanza delle cose quali esse oggi rono; e, finalmente, va ,inquadrata e attuata nella concezione e come concezione dello sp,irito che si identifica nella autocoscienza. Concetto quest'ultimo propugnato in anni grigi dallo Spaventa, riconosciuto oggi dal Gentile e pienamente r,ivendicato dal fascismo. ·Ma se queste cose noi giovani intendiamo d'istinto, ·restano invece suoni sordi per la c,lasse decrepita dell'alta burocrazia passata al fascismo, dopo l'avvento :di questo ail potere, per ragioni di gretto ordine ambiZJionistico e libidine di potere. Nè a caso adopero tali termini. Lo stato agnos-òico, liberale poteva accettare le ·mentalità agnostiche democratiche, contraddito · rie, varie, camorristich•e dei suoi funzionari altoburocrati. Lo stato fascista, no. E poichè tutti costoro l'hanno capito bene, hanno· risolto il loro problema grettamente con la baratteria di ipocriti .atti di sottomissione al regime ; valoriizzando però il loro gesto col diffondere la convinzione che mancando al fascismo le competenze e gli uomini, gli unici adatti a mandare avanti le amministrazioni dello Stato fossero • 1n Bi & loro, proprio loro, solamente loro. Di modo eh-e Qggi, dopo cinque anni di regim~ nostro e in nome di una disciplina che i «commendatori» vorrebbero far passare per fa- . ' . . sc1stamentre e vituperosamente ostile alla nostra fede, i giovani fascisti funzionari e impiegati, quelli delle periferie, i più colti - ,e ce ne sono molti - vengono vessati da tutte le rinate disoneste combriccole della burocrazia centrale che teme e ostacola il formarsi ,di una nuova giovane classe burocratic_a 'dirigent~. E non vuole fascisti giovani di pura fede al centro. Perchè ~ che dove un fascista di fede entra, disinfetta ,e moralizza chirurgicamente anche il più fetido luogo. Questa mia affermazione non è più squadrismo; è dignità di giovani che hanno fiducia nelle proprie forze e sentono, prima dei diritti la onerosa soddisfazione dei doveri da assolvere. I commendatori invece con ,sulle labbra ogni cinque ·minuti l'urlo disciplina, facendosi più fascisti del Duce (ohe meschinità di sentire). tentano ,di fabbricarsi una verginità nuova e fregano sotto sotto chi v·eramente sa cos'è il fasci simo ·perchè prima l'ha vissuto pericolosamente nel suo, periodo di battaglia e ogg,i l'attua col pensiero, colle opere, col vivere puramente e semplicemente secondo le nonne dettate dal Duce. Dunque tutto questo quale rag.ione logica e fasci sta può tro,vare a sussidio ? Perchè i giovani devono essere alla mercè di codeste mentalità irriducibilmente portate a,1'1interess•e personale, esperimentate in tutte le gore della malavita ·burocratica vecchio regime;> Criminali, quando coscientemente sbarrano le porte ai giovani fascisti che potreb-. bero passarle a fronte alta e l 'aprono magari a qualche velenosetto mussoliniano ( è il termine di chi è antiifascista, ma non vuole andare .. CO • . \ al confino) ; cretine, quando sproloquiano panegerici freddi e stiracohiati al 1egime ; o quando assumono grotteschi e pur pietosi· atteggiamenti dittatoriali. Perchè tutto ciò ? Perchè ? Noi vogliamo essere di coloro' i· quali credono iri Italia a una sola amatissima dittatura : quella del Duce; a una sola .intelligente disciplina : quella fascista. Ma esigiamo che questa disciplina che è · i-I nostro p.iù bel risultato perchè ci dà il cem,ento per lo stato unitario~ sia nelle amministrazioni dello Stato amministrata da una classe nuova, giovane e veramente fascista. Gl,i uomini ci sono. Scovateli. CESARE OTT AVIO CòcH;ETTl L'extra-economicità dei sindacati. (1 ) I «Lo Stato Corporativo» ha iniziato la raccolta dei suoi «Quaderni» - che potranno diventare un ottimo strum,ento per la conoscenza illuminata e concreta dei problemi italiani d,el lavoro ...pub,blican- · do i due studii di Carlo Curcio cio sulla exrtaeconomicità dei S1 indaieati, •e sulle classi nello Stato corporativo. Pur completandosi l 'ùno con_l'altro, i due studi i illuminano aspetti diversi, econo,mici e giuridici, del p·roblema sindacale. E precisamente, il primo di essi~ dopo aver discusso _la figura giurid,ica delle Associazioni sindacali e delle loro funzioni, in rap•porto al diritto pubblico ed ai lò,ro stessi associati, illumina in parti~olar modo le funzioni sociali, morali, ed assistenziali dellé medesime associa- (i) L' extraeconomicità dei sindacali - Roma, "I Quaderni de Lo Stato Corporativo ", Libreria Editrice Mantegazza di Paolo Cremonese, 1927, in 8°, pp. 37 L. 3.

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