Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

.. I rico, sul cui fondo deve staccarsi la figura e il pensiero del Ventura (il movimento filosofico, politico e religioso,. in Francia e in Italia nella prima metà, oirca, del secolo scorso); poi, la vita e .Je opere del V. Nella parte Il viene esposta la dottrina; neHa parte lii se ne indagano le fonti e se· ne fa la cri- . t1ca. La figura del V. esce da questo layorò tratteggiata al vivo, con simpatia e con diligenza, e con sobrietà anche. « Ani,ma di apostolo, tempra d,i credente convinto ed entusiasta, uomo d'azione, P. V entura rappresenta del Romanticismo la corrente più propriamente catto,lica. ,Ma, non ostante tutte le sue ripetute proteste di fedeltà e di devozione alla Chiesa, egli finisce col cadere in que'1Ja forma di eresia ohe per esaltare la fede deprime eccessivamente la ragione, co1 mpromettendo co,sì le .ba·si stesse · di quella razionalità dhe ne garentiscono, il valore» (P\refaz.). Il V. fu, infatti, un « tradizionalista » :· l'uomo 1 ha nella tradizione sociale e mo-raie dell'umanità, e in prim~ luo1 go nel mag,istero ~della Chiesa, la rivelaz,ione delle supreme verità, quali Dio comunicò al primo uo,mo•nell'atto della sua crea2:ioine; quelle verità d 'uo1modeve riceviere per fede, salvo a intenderle poi con la riflessione e il raziooi- . nio. Il rappresentante principale di questo tradizionalismo, è,. com'è noito, il francese De Bonald, al quale si riannoda il V., non ostante le · critiche che gli muove. Tra queste è :l'accusa di aver igno,rata o, svalutata la filosofia scolastica : ed è curioso quanto, poi, succed,e al V, e che I' A. stessa mette in rilievo : egli con tutta la buona intenzione di essere fedel,e a S. Tommaso, è del tutto• fuori della dottrina tomista, che cita sp-esso con poca ·o niuna intelligenza. In verità, il pensiero del V. non ha nessun interesse speculativo, preso per sè. Il prolblema che riempì la sua vita fu quello comu,ne a molte anim,e generose di quel tempo, che vollero assecondare i:l movimento delle idee ro,mantiahe, nella forma che presero nei paesi -latini, • RASSEGNE in cui filosofia politica e religione si fusero e confusero in modi svariati ; e vollero, insieme, salvare, più o meno felicemente, :la loro ortodo,ssia. Il significato e .I ',importanza di questo tentativo di accordo tra l 'orientamento nuovo degli spiriti, conforme al progresso del pensiero moderno, e I' insegnaménto dottrinario cattolico, rimasto fer,mo aUa ·tradizione · scolastica ; e come in questo tentat 1 ivo altri d'ingegno più speculativo o d'una religi<?sità più raccolta riuscirono pure a risultati che hanno un va'lore filosofico e religioso •molto superiore a queilo del Ventura : tutto ciò l' A. trascura. Essa si limita a!l1a timida affermazione ohe non par necessario, ai fini dell'ortodossia, << far di ogni filosofo nient'altro che un ripetitore di S. T om1 maso » (p. 129). È poco; ma, per ora, contentiamoci di questo. *** La questione, invece, è ben viva nell'opera di LEoN BRUNSCHVICG, Le progrès de la conscience·dans la philosa,phie occidentale (in 2 tomi, Alcan, 1927): tanto, ohe su di essa fonda lo svolgimento storico della filosofia ·dall 'a1ntichità ai tempi più mo,derni. Della filo,sofìa gl"eca tocca quanto basta per mostrare in essa i primi germi delle antitesi di termini divenuti poi fa,mi1 lia•r.Ì nella f iloso,fia moderna. A questa è dedicato il resto della trattazion 1 e, corn,dotta con grande vivezza e COIIl . . . osservaz1on1 spesso penetranti, ancorchè lungo una linea specU1lativa,mente poco profonda. Notevole l'esposizione d,el movimento cartesiano e del « ritorno al1 'umanismo n nel sec. XVIII, del- . l 'evoluzion,e de:l,la metafi,sica tedesca at,traverso l' id,ealismo e la reaz,ione romantica; e, meglio ancora, della filosofia della coscienza, quale s'è venuta svolgendo, con un carattere suo proprio, in F ra1 ncia, a cominciare dal Condililac e sino al 8,ergso.n. Il B. fruga e rifruga inesorabile tutti i presuppo,sti della coscienza relig.io1 sa, e ne mette a nudo crudemente le difficoltà di una conciliazione con i princip,ii costitutivi Bibliotec Gino 1an o della scienza e coscienza mo·dema. I dogmi della Incarnazione, della Eucarestia, della vita futura, impegnano, dottrinariamente, a una metafisica eh' è orma1i pacificamente tra.montata per il pensiero moderno che ha della sostanza e della casualità, deUo spirito e dell'individualità umana tutt'altra concezione ,da quella della tradizione peripatet,ico-- scolastica. La filo1so1 fia tomistica riuscì nel tentativo di dare una base aristotelica alla filosofia e di faria. accettare dal cattolicis,mo, perchè allo.ra non si trattava affatto di m~tter a orofitto della coscienza cristia-- • na un processo- di pens,iero pro,fano: l'introduzione dell'aristotelismo nei quadri del saper,e medievale era « un'operazione extra-teologica che non urtava nulla di anteriormente co,stituitò »· (,p. 765). Ma, oggi ? Oggi hanno, in fin-e, ragione i « fìdeisti » di voler metter in salvo la fede facendo' appelilo a un principio irrazionale. « In questosenso, la posizione adottata da De Bonald e dalla sua scuola è inv,inoibile : il pensiero pro,fano e il p·ensiero sacro• son destinati a muoverisi in due aitmosfere che non sono soltanto etero 1 genee, ,ma son destinate a restare impermeabili ,}'una ali' altra... sì che il neo,tomismo fa sfor2:ii inutiJi contro gli scrittor-i fideisti del principio d,el sec. XIX » (p. 766).. Il sottoscritto è 1ben lontano dal cred,ere che la questione vada posta nei termin,i ah1 e adopera il B.~ incline a una concezione puramente soientifica del ,mondo e ald un immanentissimo psicologico dei vrulori spirituali di dubbia coinsistenza s.peculativa ; •e però ancihe dal credere ohe l'antitesi di medievo e civi,ltà mod,ema, o {come anche il B. ·dice} di Oriente e Occidente, possa restringersi a un contrasto come q'Uellosu accennato tra il pensiero ·sacro e il pensiero profano•. E tuttavia ricono,sce che, anche posta in quei termini, la questione è ben degna di essere sottoposta ali' attenzione de1 I neoto,mista, se •eglj no,n vuoie condannare la relig,ione a vivere, non soJtanto fuori della filosofia, ma anche fuori della scienza, co1 me abito mentale che. nessun uomo ,moderno può ormai più rifiutare. , , I •

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