Una visione unitaria e semplice degli interessi degli stati cooperanti suH 'attuale terreno storico cozza ·contro le esigenze diverse e spesso contrastant,i degli stati medesimi. D' a·ltra parte gli stati più forti, nel loro esclusivo interesse, nell'immediato dopo guerra, si so1 no affrettati a· spezzare quegli organismi, che avevano costituito la fronte economica unica degli alleati. L'Inghilterra è stata la p,iù zelante nel ritornare al libero giuoco delle forze economiche spontanee. Tanto ,essa non aveva di certo nu1 lla da perqere ! Di questa liibertà d'azione, bisogna convenire che essa si è servita magnificamente per riassettare l'andamento dei suoi affari e ottenere la stélibilizzaziione \ dei cambi sul punto dell'oro. T. E. GREGORY in The First Year o/ the Gold Standard (London : Ernest Benn Li,mited Bouveme House, Fleet Street. 1926. Price 3/6 net) si occÙpa appunto della stabilizzazione de.Ila sterlina e del suo pareggio coli' oro e prende in esame tutte le conseguenze di questa politica monetaria in rapporto al ·livello dei prezzi dei viveri fondamentali. La trattazione dell'autore è condotta con grande chiarezza, con discussioni di carattere teoretico e larghe documentazioni a base di tabelle statistiche. La criitica è sempre fatta più su dati di fatto, che partendo da po,- siZJioneastrattistiche prestabilite. Il lavoro si legge con interesse crescente ,fino alla fine, anche se qua e là si trova qualche accenno non destinato a faroi buona impr-essione. La materia economica è trattata in questo lavoro co•meun argomento a sè e partendo dal postulato fonda•mentale a cui si ispira tutta la politica economica inglese, che cioè i problemi economici hanno i,l loro naturale andamento, che implica rimedi di natura prettamente economica· e cihe non si può forzare, come fanno alcuni stati, con provvedimenti che hanno un valore più che altro politico. . La questione del ritorno assoluto alla circolazione aurea è, per l'Inghilterra,risolta. Quind,i, dice l 'au- ■ RASSEGNE tore, è inutile perd~rsi in discussioni teoriche. È meg,lio considerare la questione da un punto di vista meramente pratico, cioè da quello dei risu'ltati ,im,mediati pro~ vocati dal ritorno alla circolazione aurea. «The re-adoption of the go1 ld standard may prove in the future to have been the \Yrong policy to adopt: revolution may undo again wohat was done last ear, or the slower and more subtle modifìcations wich the development 01f te-· ohnique can bring with it may perhaips make the recent change irrelèvantn. (Op. oit., pag. 8). Ma, comunque sia, qualunque fatto nuovo possa portare il futuro, presa ora -la fondamentale decisi<r ne, non si ha più a che far.e con «questions of high principle», ma con «questions- irritaing, difficult, insistent question - of ·immediate policy and resultsn. E queste questiioni pratiche suscitate dal ritorno a-Ha circolazione aurea sono proprio trattate qui nel volume, dice l 'autore. Nient'altro. - Perchè 01 rmai, bene o male cli,e sia, lo ,stato si è messo per la sua strada. lo ho insistito un poco su questo punto di partenza, perchè, per noi, critici eterni e incontentabil,i, un punto di vista co1 sì sereno, in questione di tanta importanza, costituisce una bella le- ~ zione di sano patriottismo. Quando lo stato ha preso una risoluzione è inutile ritornare sulle teorie ·e sui prinoi pi. Bisogna studiarla dal punto di vista pratico, cioè degli effetti. È ciò che da no.i non hanno compreso i critici, che stanno ancora a discutere la questione della convenienza del ritorno immediato alla circo,lazione aurea, senza pensare che di fatto è sorpassata, da quando lo stato si è messo decisamente per la via <leHa deflazione e della lenta e graduale rivalutazione della lira. Politica solida ohe, almeno. dal punto di vista finanziario, ha dato buoni risultati. Il che ha valore anohe senza entrare nella questione de,i ri,bassi, posta sul tappeto economico in questi . . g1orn1. Tornando al nostro autor,e, ,la politica del ritorno ali' oro è studiata Bib iote a Gino 1anc 39S analiticamente dal punto di vista dei suoi effett,i sui prezzi interni ed esteri, sul livello• del tasso del denaro, sul commercio dei generi principali, sulle percentua,li della disoccupazione e su tutti gli altri f enomeni, che hanno importanza dal punto di vista poLitico e socia·le. Gli inconvenienti insorgenti dal ritorno ali' oro potranno essere largamente compensati dai vantaggi futuri, che ··sono inerenti alla stabilità dei ca:mbi e a-Uapossibilità di faire previsioni n,el 1 m0Il!dodegli aiffari. Il Gregory nel capitolo dedicato a C<thesituations in the latin countries» si occupa anche dell'Italia. Mette in evidenza, nel confrontare la situaz:Ìo·ne francese e belga colla nostra, come per noi il pericolo capitale non consista nello sbilancio {come si ha effettivamente in. Francia e nel Belgio, anche se lo sbilancio è coperto dall'inflazione),, ma bensì nell'aumento delle emis- ' . . SlOill. Questo f enom-eno è troppo noto,, perchè valga la pena di insistervi. Ad ogni modo, ,l'autore afferma che la nostra situazione di bilancio si presenta ,bene. «However that may be, at the moment the Budgetary position seems sound enough, and cannot be used as an explanation of the falling value of the lira)). (Op. cit., pag. 128). E che la situazione di bilanoio non potesse giustificare il ribasso della lira era tanto vero, ch1e, da quando 1 'autore seriveva ad oggi, la lira· s'è rialzata di molto. È interessante notare, seco1 ndo l'autore, che le diffi~oltà italiane pro,vengono da tutt'altra part,e di quelle francesi e oioè dal non distinguere fra biglietti e•messi per esig-enze commerciali e biglietti emessi per esigenze di bilancio. Data la mescolanza, se anche non v'è inflazione per eff-etto di bilancio, non si riesce a evitare del tutto i fenomeni inerenti alla inflazione. Un altro punto, che, secondo ,I' autoJe, non è soddisfacente, è il cam~ bio manovrato. «The decline of the lira, of cour ... se, sho,ws the complete futility of •
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