Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

• TINDARI 383 egli torna a risentir crudelmente sovrana la voluttuosa bellezza del mondo, e la pagana poesia del- ]' Ellade ancor gl' incanta l'anima. · In faccia al davanzale remoto le montagne lontane, eppur nitidissime, si profilano nel sidereo chiarore, anch'esse hanno un.'anima meditabonda che adora e sogna, e dietro l' Elicona boscoso la punta del Mongibello s'affaccia, e s'inargenta il suo pennacchio sottile, eterno olocausto bruciante. E nel silei:izio ecco dagli Herei si leva una voc~ di flauto sovrumana: è Dafni, che canta, e di vetta in vetta, insino ali' onda, fremon le cose tutte, assorte nel1' incanto lunare. E mentre il bellissimo con la sua struggente canzone compie l' armonia della notte, la vergine dea, bianca ed ignuda sotto le querce folte, sogna la sua alba pugnace eh 'egli addolcirà col suo melodico carme. Terra di fulgore e d' incanti ! Qua il siculo pastor, disse per primo al mare e alla selva la poesia bucolica, qua Cerere diffuse le prime sementi e insegnò ai coloni d'Enna l'uso dell 'aratro mentre Arsite prese a coltivare i primi ulivi; e nelle fucine di Vulcano i primi artefici con le fiamme d'un dio reser docile il ferro; nelle campagne di Jaci Polifemo raccolse i primi armenti, e più oltre Proserpina, convulsa di disperazione, sprofondò negli abissi infernali. Ovunque, ovunque è poesia! Or io vorrei che su questa vetta ove il sogno dimora, sostasse, in faccia al mare che le rostrate prue di Roma insanguinaron vincendo Cartagine, quell'Uno che vuol ridonare all'Italia la romana sua dignità; lungamente sostasse, innamorato di poesia e altero di memorie. Allor certo il suo rapido e fermo volere trarrebbe a questa terra incomparabile tutti i suoi splendori, per la maggior gloria .e ricchezza della Patria mia, perchè anche questa fulgida gemma abbia a splendere sulla sua imperiale corona di sole. Certo, giorno presto verrà in cui Tindari renderà tutto l'immenso che può rendere, poichè l' impiego di capitali spesi per iniziare e compiere gli scavi, per far noto a tutto il mondo questo paradiso, per lanciare questa impagabile stazione climatica sarebbe quanto mai remunerativo. Oggi la divina montagna chiude ancora i suoi tesori, le grotte inesplorate i lor misteri, e l'azzurra onda lucente sciacqua e s'affanna sui ruderi ignorati del porto anti~o; e il nomade che torna ritroverà soltanto un caro, remoto luogo santo d 'onde slanciar l'anima, di stella in stella, oltre la grigia terra, verso il divenire arcano ove se ne andaron d'un tratto quelli che la morte disciolse dal mistero • ANITA ORLANDO TINDARITANA D'OGGI Biblioteca Gino Bianco

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