Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

382 ANfT A ORLANDO *** ' Ma su quel belvederè magnifico d'un orizzonte immenso s'era accesa una fiamma sovrumana. Cac- . ciate pei mari dalle persecuzioni iconoclaste bandite da Leone Isaurico, era approdato sulla spiaggia di Tindari, nascosto in un carico di mere~, quel simu- ' lacro della Vergine che da diciannove secoli conforta e risana e nutre di speranza e di amore le genti innumeri che sulle balze incontro al santuario si portano come alla meta certa della salvazione. Probabilmente dall' Etiopia convertita da Matteo e dai missionari al Cattolicesimo, veniva I' immagine bruna, che sebben sia di puro stile bizantino, non ha i caratteri delle stecchite Madonne di Bisanzio, ma quelli delle belle donne di stirpe ariana stabilitesi da secoli n~l1 'alta valle del Nilo. . Fra le rovine q,ualche solitario viandante che ancor · s'aggirava adattò un angolo smantellato a chiesa ed il culto cattolico non solo su quell'altura non perì, ma s,' intensificò a tal punto che già nell' 880 fu sentito il bisogno d 'tJn vescovo. La· fama delle grazie e dei miracoli della Madonna del Tindari presto si sparse ovunque, s' ingigantì: I' immagine fu adorata . ~ con passione veemente, immensamente venerata. Quando un pugno di guerrieri nordici ritolse la Sicilia agli arabi che pur lasciaron nell'arte una traccia imperitura, per elevarla ad un più alto grado di splendore e di potenza, ed il primo Ruggero regnò alfine incontrastato prendendo il titolo di gran conte di Sicilia e Calabria, Patti fu eletta a vescovato e più tardi nel 1129, dopo l'oppressione angioina, sotto la dominazione aragonese, Tindari divenne sob .... borgo di Patti ed il Santuario fece parte di quella diocesi. Da allora le cose più non mutarono ed oggi più che mai il tempio è celeberrimo. Breve e complesso, colorato come da un riflesso di fiamme, il Santuario domina un orizzonte che si estende ·per un raggio di oltre sessanta chilometri e la veduta panoramica che si gode dalle sue alte terrazze è fra le più belle di tutta la Sicilia, superata soltanto, per immensità, da quella che si domina dal cratere dell' Etna. . Ai piedi del contemplatore assorto e rapito, strapiomba l'abisso, scintilla nel lontano fondo la spiaggia soffice, coi ~uoi tre laghi calmi e remoti ascosi .sotto la rupe immane, mitico approdo · d~l sogno ove perduti, si dimentica il tempo e ogni legge mor..., tale. Ad oriente, oltre la stretta penisola di Milazzo che si protende nell'onda come un braccio amoroso - prima ad accogliere la malinconia della sera dopo l'ultimo fulgore del giorno - la dolce riva splendente si stende fino a Capo Peloro dietro cui è Messina anch'essa annientata dal fuoco della terra e tenacemente risorta, e la punta calabra azzurreg- _, gia. Ad occiden.te, dopo la montagna di Gioiosa, formidabile e divina, che sbarra l'ampio mare, Capo d'Orlando evanescente nella folgorazione del sole; e da oriente ad occidente, paesi e paesi che paion mazzi di fiori pallidi tra il verde. Voltando le spalle a questo ' r ib-lioeca • 1no • 1 neo ... fulgore ci penetra il fascino severo del1e montagne -- superbo anfiteatro di Titani. in_faccia ~l luminoso mare - da cui sorgon, lontanissime, le isole vaghe, come terre di sogno, e tutto è sogno, sogno meraviglioso, entro cui dolce è ~erdersi, naufragare. L'intero anno il Santuario è aperto al culto, ma in primavera e in autunno s' intensificano i pelle,., grinaggi culminando I' ott~ ~ette~br~, festa della Madonna, Ìn memoria della v1ttor1a d1 Lepanto che il cristiano attribuisce ali' intercessione della Ver..., gine. Sono allora circa trentamila persone che nella notte dal sette all'otto bivaccan sull'altura ed intorno alle balze, sulla strada ove un n.ugolo di venditori ambulanti, sotto tende improvvisate, espone ogni merce, ogni vettovaglia. Migliaia d 'anime che giungono accese d'amore e di speranza, che tornan per anni a render grazie per le piaghe orrende eh 'ebber sanate, pei litigi che vider -comporsi, per le sanguinosissime vendette, ~ tramandate per secoli di padre in figlio, eh' ebber tregua; o sventuratissimi che implorano misericordia ..- Assurda umanità affannata, che spasima e geme dannata al pianto e all'angoscia, al martirio della povera carne schiava del peccato buio, alla orrenda morte che' atrocemente separa, per cui la umana gioia è ansia inquieta e il miraggio d'una terrena felicità perfida illusione; e che solo la divina legge del dolce Gesù di Nazaret conforta rivelando un perchè al suo essere miserabile e perituro, sublimando e vincendo la morte, sublimando e vincendo il dolore. . Uomini, donne, vecchi, fanciulli, spose, madri imploranti entraN nel tempio in ginocchio, dopo averne baciata con devoto trasporto la soglia, piangendo d'amore; supplicano con gesti espressivi, con lagrime calde, con un furore che pare demenza; poi la moltitudine si ·sparpaglia per ogni intorno e sale verso le stelle il brusio d'un baccanale mentre gl' infermi gemon rassegnatit sperando pur sempre~ e gl' infiorati e tintinnanti veicoli d'ogni forma, al · canto delle appassionate canzoni isolane riprendon la via del ritorno. Ed ali 'aurora del giorno nuovo il. silenzio e la solitudine regnan di nuovo sulla vetta ove passò tale uragano d'amore e d'angoscia, di speranza e di gaudio. . Deserto rimane il tempio piccolo librato fra due infiniti e mentre il sole del mattino fa splendere il giorno nuovo sul mare, lì genuflessi si sente pur oltre le mura la solitudine eccelsa della vetta l' immensità fluida intorno alla rupe immane lìbraia nelle sacre immen_sità de~ cieli, e come non mai, innanzi a quella dolce immagine ·oscura e misteriosa, l'anima può romper tremando il cerchio mortale della umana vita, e li~rarsi, cieca e anelante, sulla soglia arcana dell al d1 là. Ma a notte, se l.ln solitario custodè di memorie n;ialato di terr~, d~ sogno e d'inguaribile nostalgi~ s att~rda, o!ma1 U!3IC0,. ad occupare una delle cellette che _1 buoni l?a~r1 ospitali offrono nel lungo fabbricato basso ad1b1to a foresteria, nell'argentato silenzio

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