TINDARI 381 taglia a suon di flauto, ebbri di epica poesia, come ad una festa, portati da un vento eroico sulle groppe dei bei cavalli impazziti nello svolazzar dei purpurei mantelli... La loro efficienza bellica erasi estinta sin da quando avevan dovuto inchinarsi al fato avverso che assegnava ai continuatori della tradizion d' Odisseo il ben modesto compito di fornire ai romani i prodotti del suolo ferace. Anche la decadenza di Tindari cominciò coi pirati di- Cilicia che infestarono il Mediterraneo fino a tanto che Pompeo, nominato Dittatore del mare, non ebbe liberate le coste dal flagello; ed infine, più tardi, mentre sotto l'imperio di Ottaviano, - che proprio da Tindari, dopo aver sottomesso Myle e Messana mentre tutto l'esercito pompeiano gli si prosternava, era tornato a Roma osannato Augusto - mentre tutta l' Urbe si rifabbricava gloriosamente di rari marmi, Tindari, insieme a tutta la Sicilia oppressa a morte dai tributi enormi, mori va. Augusto verso quell'agonia mandò una colonia romana, sicchè la moritura prese il nome di colonia Augusta Tindaritanorum, ma il suo fato era segnato e in una notte d'orrore un terremoto orrendo la distrusse, precipitandola - e par che la data più attendibile sia il diciannove dell'era volgare anche perchè coincide con la grande eruzione dell' Etna narrataci da Strabone. Fu certo sotto Tiberio ed in . , I • . VEDETTE DELL'INFINITO Biblioteca Gino Bianco RUDERI DEL GINNASIO un attimp solo; la più splendida gemma della Sicilia settentrionale, a simiglianza d'Atene che le aveva dati i natali, di Siracusa che l'aveva assistita in sul nascere, di Cartagine che l'aveva oppressa per lunghi anni, anch'essa era colpita a morte. Parte degli scampati cercaron rifugio che poi divenne stabile nei dintorni, e i più tenaci, riprendendo animosamente il commercio furon poco sollevati dagli aiuti imperiali; € per quasi tre secoli più nulla si sa di Tindari che nel 330 aveva una popolazione ridotta a poche centinaia. Quando, alla porte di Teodorico, Giustiniano mandò Beli~ario a conquistar la Sicilia, Tindari passò sotto la dominazione bizantina; infine, mentre Bisanzio si perdeva in dispute religiose, giunse la valanga araba ad imporre col ferro e col fuoco l' Islam a tutte le genti, e la « perla del secolo, il primo paese del mondo >> come canta l' Edrisi, magnificando coi più celebrati poeti arabi l 'abbondanza e la bellezza incomparabile dell' isola, fu agognatissima preda posseduta ben presto. Ma se per la Sicilia, che ammorbata dal cadavere bizantino languiva nell' inerzia d'ogni ideale, la conquista araba significò, sia pur crudelmente, rinascita, per la misera Tindari fu la distruzione completa poichè quello che non aveva fatto il terremoto lo fecero i saraceni radendola al suolo .
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