' 378 GIACOMO DONATI dere gli altri è necessario lasciarsi alquanto persuadere da essi e cércare un punto vitale di intesa co,mune in cui tutti si convenga .e partendo dql quale tutti sii possa credere e operare. Le confessioni reliigiose dominanti, in quanto appunto, dominanti, non possono accettare compromes,si e qu,indi si rifiutano al,l'evoJluzione ch,e e contiQ.uo·riadatta,mento· vitale. Per qu•esto nel leg~ere Statisti Cattoliéi di Filippo M1 eda (Editor·e Alberto Mo~ano, Naporli), tri aiocorgi spesso, che i suoi stati,sti · :in quanto ·.sono vera.mente statisti, inseriti sal,damen.t~ n,ella trama sto1 rica degl.i avv,enimenti del tempo in cui. vivono, sono sibiaditainente cattolici .e in quanto veramente cattolici appaiono più com,e uomini di parte, che come statisti. . l1 l che signi1 fìca c,he, se la p,r.assi cattolica è veramente umana, si universalizza al punto, che non è più iSpeci,fica e può essere ,da tutti approvata e seguìta; •mentre,· se conserva i caratteri vitali della tipioità e della intransigenza, e-rea più diss,eniSi che ,consensi, . · o•ss,i.anon è più prassi di statista, ma di uomo di parte. E come uomo di parte il catt01lico non può aspirare a · un'attività di lunga lena, perohè, superato iii mo,m,ento d,ella necessità di ,liberarsi dalle coercizioni positive de.Ile altire con.fessionii (come ad es.~ nella lotta fra l'ltlianda cattolica e 1a protestante Inghilterra), mo- .mento veiaiment,e eroico, comincereb·be un lavoro di assimilaz,ioo.e positiv,a, chre la confessione catto,lica, in quanto con1fessione deter,minata non può più fare, perchè r,iohiederebbe un aJ,largamento, <lei postulati. fondamentali storicamente ormai fissati una volta per sem.... pre. Quando insomma entra in funzione la volontà di viver,e e di vincere, allora 1 la cattolicità viene ristretta fino a coinci 1 dere cdlle concrete finalità deil]'uo,mo, che . . v,ive in uno stato concreto, in un determinato momento del suo divenire. . P,erciò dUiante l'ulti•ma conflagrazione mondiale, accanto aI.le d·ichiarazit}ni del cattolico Giorgio Hertling (Op. cit. pag. 215, che nel 1895 av,eva affermato la necessità di lim,itare i mali di guerra e di ridurre le violenz,e al minimo, a·b,biamo que'He del cattolico • ·f 'Erzberger, il quale (ve,d'i Op. cit. pag. 214), in un articolo pubblicato in principio del J 9 J 5 ne1l giiomale « Der T ag >>, così si esprimeva : « Nella guerra, la più grande a,~senza di scrupoli, se ci si va con intelligenza, coincide in fatto colla p,iù grande umanità : quando si è in grado di annientare Londra con un procedim,ento adatto aH'uopo, il farlo è più umano che non lasciar-e uno so1l0,dei nostri soldati tedeschi a spargere il suo sangue sul campo di battaglia, perchè una sim,ile cura radicale conduce al più _presto la pace : e <lacchè noi siamo pad·roni sotto i mari se non sui mari, affermiamo altamente questa superiorità ; .ed i nostri dir,igi.bili e i ·nostri ,aieoplani agiscano dì concerto coi nostri sottOIIlarini per colpire senza riguardo la nostra perfida n,emica : meglio è che l'Inghilterra e ,i suo•i degni aU,eati ci ohiamino barbari ; tutto va!le Eiù della compassione • che i no,stri nemici potrebbero p,ro·vare verso di noi nel caso in · cui fossimo vint1 i n. È .molto ·pref eri,bile a questa concez~one d.i un ~attolico perfettamente teutone, la con<:-ez1one d-ella znu-· tile strage ,d,el Papa. Ma ~a concezione p~pale d_eH~ inutile strag•e si mette illl disopra della storia e qu,indi fuori della storia stessa, la qua1 le è composta anche, .e forse sopr.attutto. di _lotte. E allora ? qual' è la prassi tipica che può scatUiire da una conc_ez1one strettamente · cattol,ica, cioè confessionale, della vita, del bene, della v1erità e del1a giu~tizia in questo ,mondo, ? Mi pare che non resti altro che la concezion,e ri-• gida della intran,sigenza assoluta. ,Ma di questa, purtroppo, non c'è da rima,nere edific·ati, quando tenta di assommare positivamente in sè tutta la vita .moderna. Abb~amo l,etto a questo propoS1ito, nella Rivista Ri- · cerche religiose (vol. lii, n. 2, marzo J 927, pagine J 88- J 89) un· interessante articoletto, intitolato: Ecce,~ adsumus ! ch,e riguarda .il contenuto di •una predica tenuta, iii 23 de1 llo scorso gennaio, nella Chie:sa d,ei SS. Martiri, in Torino, dal R·ev. Padre Ol<hà d,ella Compagna di Gesù, su La pena di morte agli eretici. « Dopo aver accennato ai tri1 bunali d1 elJa Inquisizione ,per il d1 e.Iitti contro, la fede, l'oratore afferma: non s,i d,eve assolutamente •sottilizza.re nè distinguere &a que~tione di diritto e questione di fatto. E dovero•s•oe indisouti1bile da parte della Chiesa, che, dopo esaurita la sua pazienza, dopo colpito il reo con ,I'ammenda, con la co111rfìscdaei beni, cdl bando ecc., essa proceda senza esitazione ali' ultimo atto d.ei suoi o~- blighi verso la sooietà ste,ssa )>. cc Dovere delJa Ohi esa ,è di persuadere per far con-· seguire ,la verità, per far raggiungere ai suoi soggetti il fine della f eliicita eterna n. Tutti coloro, che ,sono ·battezzati sono tenuti alla. sudditanza verso la Chiesa. Come •sudditi devono sottopo1rsi a quanto stabilisce la C,hiesa per far cessare ogn1i centro di pestifera in.fezione. Dato ch,e il cattolicismo è la religione dello Stato, ne viene di conseguenza che lo Stato può essere più sieve.ro della Chiesa. l\4a è evidente che, in materia cc di tur-bamento · delle coscienze e pe·r la difesa del pa1 trimonio de1'la fede », lo Stato ha bisogno di chi lo illumini. · « Di qui nasce per lo Stato la necessità di un tribunale competente, di un triibunale ad hoc, ossia ecclesiastico, . c~e giudiohi il reo, per poi consegnarlo a1I po~eTe civile, che dovrà colpirlo, anche spingendosi all estrema pena ». [Il corsivo è nostro] . A b?~n intenditor poche p~ole ! Se non è a:pprovab!l~ 010 che accade a1 l Messico•, non è neppur concepi1b1le quanto e stato am1 mannito ai fede li in questa predica edi1 fìcante. li D,io padie universale e onnipotente e tutto amore non puo ,appro,vare ne l'una, ne ,l'alti:a cosa. GIACOMO DONA Tl
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