t ' RELIGIOSITÀ. E CONFESSIONE RELIGIOSA . Non si contesta ormai più da nessuno la legittimità di queHa eh~ si chiama la ,esperienza religiosa. L'uomo, per quanto energico e baldanzoso, a un certo punto della sua esperienza d,i vita, sente la insuffici~nza della raziooalità pura, come guida della con- . dotta pratica. Qu•ella che si chiama .la ,esperienza scientifica -si presenta come un complesso di conoscenze ,ben ordinate, che ·si prestano molto bene come mezzi di rafforzamento e di sviluppo d,eHa vita. Ma la v,i 1 ta, prima della scien2:a e al di sopra ,di essa, ha bisogno di un orientamento costante che ddla vita .stessa costituisca la ragion d' es,se1e: e I' orientamento costante, capace di sfidare le avversità, gli insuccessi e le soff,erenze, non è mai il prodotto di un ragionamento .sci,entifico, è sempre il r.isultato di una Jede. Anche i.I puro e semptice fatto di continuare a vivere è un continuo atto di fede nel.la vita e nel suo valore. Ecco perchè noi ribadiamo il nostro concetto: 11 valore non si d,imostra, ma si pone ,e si pone come relalivamente assoluto. Come assoluto, per-chè esso stesso è il principio .della misura di tutti i valori concreti : e relativamente, perchè noi lo ripensiamo e lo riviviamo in ogni momento in forma nuova, capace di orientare e ridistribuire tutte le forme determinate, in cui si concreta la non ,staticamente, ,ma dinamicamente, il singolo, dinamico a sua volta, si afferma e si evolve. I.I tutto si arricchisce dy! singolo e i,l siiigdlo si arr,icchisce a sua volta rituflandosi, in ogni momento del ,suo divenire, nella vita del tutto. Chi .si svel1leda:l tutto si condanna da sè all' inaridimento, alla morte spirituale. Perohè la vera vita è auton,egazione continua per la propria continua elevazione morale. Qui mol'ale e religione, purificate da tutti gli elementi sensibili e rappresentativi, si danno la mano e additano all'uomo la via della perfezione. E nello sforzo del.I'autoneg.azione è ,la -sofferenza che ci subli,ma e ci l1ibera da.I contingente, rper anelare a ciò che è l'assoluto, in cui si assomma tutto il nostro volere. ,Questo assoluto, meta è.terna ricreantesi .ali 'infinito nel singolo spirito vivente, è i,l Dio di tutte le religioni concepito come ente e ccme ente,. oggettivo. Se il Dio non fosse pensato necessariamente come oggett,i- · vo, si ridurrebbe a una larva ingannevole della nostra mente . Questa necessità di pensare Dio è ciò ohe d.à il carattere della o•ggetèività alla legge universale, che è appunto .la legge moral,e e r•eligiosa, ohe si impone al sin~olo, ,in quanto -il singolo la pone e la vuole, nostra esperienza cosmica. come propria ragion d'essere e come valore e misura Qu,indi, in ,sostanza, il valore lo creiamo noi, ma di tutta la propria attività. non già aribitrariamente : ,lo creiamo secondo le più Partendo da questi concetti non si vede co1ne profonde esigenze deUa nostra stessa natura interiore, iScienza e religione de1bbano essere in conflitto, nè ohe noi ,sentiamo come corrispondenti aHa essenza come possano essere in cooflitfo fi:losofia e relig,ione. deI.la realtà cosmica nella sua interezza. . Il conflittor invece può scaturire quando filosofia e rePerciò il valore è soggettivo, in quanto creaZiione ligione .siano pensate _nella forma statica di una spedi ciascun<> di noi co1 me spirito singo,lo ed ,.è ne.Ho ciale filosofia storicamente d·eterm-inata-sial di fuori di .stesso tempo oggettivo, perchè si presenta con un ca- ogni e qua1l 1 siasi cli,ma religioso, e di una speciale rerattere tale d-i universalità, da pot,er essere ricreato sog- ligion,e .storicam,ente detel'minatasi al di fuori di ogni gettivamente e ammes·so e accettato da ciascun altro e qua•lsiasi clima filosofico. Ossia quando frlosafia da spirito singo:lo. P·er questo i.I valore ci ispira quell 'at- una parte ·e religione daU'altra siano special,i deterteggiamento di devoz,ione im,mediata, per la quale, minazioni di un dato ,angolo visuale della realtà, consineU'atto in cui noi lo pensiamo e lo realizziamo, lo derata co1 me definiti va-mente cristaHizzata in un partiponiamo al centro della nostra attività oreatrice e colar,e assetto pensato e voluto co,me perfetto e imsentiamo che non dobbiamo• viv,ere in funzione del- mutabi1 le. Allora vri è materia •sufficiente per a,li.menvalore e non già ar.bitrariamente pretendere che il tare i conflitti più fieri e dare armi a battaglie, comvalore viva in funzione nostra. - battute col.la più rigida intransigenza. Con tale concezione po•ssiamo conservare la fi- E la rigida intransigenza è quasi sempre la carat- <lucia nella univ,ersalità de•lla legge, che dail valor•e ter,istica de.Ile dottrine che hanno trionifato e che v•oirnmediatamente scaturisce e la credenza nel,lia or,igi- g.liono continuare a dominare col mini,mo sforzo, ohe è na.lità ed efficienza del nostro mondo .individuale, co- queHo che mira più a sopprimere l'avversa,rio, che trame parte viva del cosmo. sformarlo e a persuader-lo. L'opera di persuasione è In questo mi pare si .possa individuare l'essenzia- faticosa, p•erchiè la necessità di per•suad·ere obbliga a lità del fenomeno religioso, inteso come senso di col- mettersi pazientemente, sia pure per un istante, ,sullo legamento del singo,lo col tutto e come subordinaz:ione stesso terreno d,ell'avversario, per poterlo poscia s.edel .singolo al tutto, nell'orbita del quale, concepito durre e condurre sul terreno nostro. Quindi per peliSuaBiblioteca Gino Biànco •
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