Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

IL CENTENARIO DI DOMENICO MORELLI 375 - Chi ha fatto stu quadro ? . - Maestà, MoreUi, un giovane pensionato. · - Aggio capito. C1 hiammateme ilio .. · E ,Morelli si presenta timido e spaurito. - Che è stato ? -gli fa il Re vedendolo così trepidante. Poi aggiung,e: Hai fatto nu be·llu quadro! Quindi, vedendolo ferito alla fronte, commenta : . - Nun fa a p•ittura cu ccierti pensiere a dinto ! Ossaie ? Haie capito ? ,Morelli se l'era cavato a buon mercato. E. di qui che comincia la sua fama. La famiglia Villari, scossa dal successo, dà I' ass·enso aHe nozze con la diletta Virginia. Tuttavia, non bastandogli ancora i mezz,i, per sposare deve cihiedere 1!ll prestito ~ don Peppino Tibaldi. Alle nozze parteciparon? tuf:t1 glii amici de·l pittore, e quando la sposa varcò la soglia della camera nunziale nell 'apparta,mento del Palazzo Tarsia, la t,rovò tutta bianca, tutta aulente di fiori che i compagni di Morelli avevano raccolti d,evastando j giaxdini di Napoli. V ertunni,. il solo che po·s~ed,ess~ una marsina e una eravatta bianca, faceva gl,i onori di casa, gli altri erar..o in cucina, e Braiga, ricorrendo all'attrezzista del San Carlo, aveva vestito da Brighella il suo domestico. Dopo il matri-moniò cominciano i v,iaggi di Ivlorelli. Egli sente che a Napoli gli artisti menano una vita impossibile e per compiere la sua educazione intellettuale va a F,irenze, a Genova, a Venezia, a T or-ino, a ,Milano, quindi a Monaco, a Parigi, a Londra. Intanto ha terminato il quadro dei Vesperi Siciliani cui attendeva fin dal 1860, quasi presentisse gli eventi che dovevano abbattere la d,inastia del Borbone, e conduce a termine I profughi di A quileja e il Tasso con cuj si chiuse veramente il grande periodo storico della sua pittura. I guadagni cominciavano a venire e ,Morelli, che avreb'be potuto approffittare della sua fama nascente, non si mostrò mai avido di danaro. Al contrario! Allo scultore Rutelli ohe gli çhiedeva il prezzo dei Vesperi, risponde: cc lo veramente credo che debba essere a piace.re se· qualcuno a-mi che resti a Palermo. Se credi rilasciarlo per seimi,la l,ire, fa come ti pare. Lo darei gratis, ,ma tu sai come vive la mia famiglia e non mi permetto di scherzare ». Subito dopo, però, sente i,l bisogno di aggiungere : « Mi è sorto il dub,bio di non averti fatto ben comprendere il ,mio pensiero. Se mai vi sarà un'offerta inferi ore alle seimila lire io .. l'accetterò, purch,è sia pel piacere di avere j I m,io quadro». E il quadro rimase a Pale11mo. In quel tempo, o poco dopo, da T!lieste g.li chiesero in dono una piccola tela per una lotteria a ,benefioio degli italiani ali' estero. E Mor-elli, che era anohe quel provato patriota che si sa, spedì subito un quadro, assegnandogli un valore di cinquecento lire. Ora avvenne che alla lotteria il quadro fosse venduto, invece, per diecimila ·lire. Il Comitato, detrattone le cinquecento, mandò a Morelli 9500 lire di differenza. Ma l'artista Biblioteca Gino • 18 CO le respinse dicendo di essere ben lieto che il suo dono fosse tanto più cospicuo . Basta, del resto, seguire 1"1orelli nei rapporti che ebbe nel· 1875 con un ricco signore belga che gli commetteva quadri su quadri con lo scopo di istituire ne1l_a Galleria d'Arte del proprio paese una Sala Morelli, per avere una riprova dì quanto diciamo. Questo belga,· ammiratore suo fervidissimo, al ricevere La Maddalena gli scrive con la masi,ma d-eli~atezza: « Q~an~o io guardo una così bella cosa n1i invade rl d,esider10 di vedeflla condotta, alm,eno un poco, più lontano». Al ohe il Morelli risponde : « lo non tengo la vostra lettera come un contratto, ma come un grato ricordo di uomo dhe ama l'arte con un sentimento elevato. lo non ho pensato che a fare il megiio che potessi, ma io non voglio che tratteniate i miei quadri quando non vi piacciono e voi potete rimandarm~lj. Q~esta condizione m,i incorag·gia. Voi volete la ri1 produz1one di quadri che hanno la f 01 rtuna di piacervi. È forse perch'è dubita.te dell'avvenire ? Le riproduzioni, car~ amico miò, sono sempre delle copie ,buone per far deg-h affari. Ed in questo moimen~oio voglio essere ~ista, voglio fare altri quadri, ciascuno con un sentimento e un'esecuzione di versa ». Ed il ricco ,belga si scusa assicurando il Maestro che tutto quanto farà per lui sarà sempre di suo gradimento e ch,e è inutile sottoporgli pri1ma le fotografie dei quadri co,mpiuti. Pur- ·troppo un iimprevisto diss-esto finanziario tolse a questo uomo la possibilità di realizzare la Sala Morelli. E :Morelli, co111 atto no,bilissimo, non solo lo soioglie subito da ogni impegno, ma gli manda mille lire e lo aiuta a rivendere quei quadri che già aveva compe- ' rati, la qual co,sa non fu difficile perchè già da molto tempo Geupil vagheggiava la medesima idea di una Sala More1li nel proprio ·paese, e ri,levò tutto lui. Que•sto disinteresse ohe aveva Morelli per la parte fìnanziaiia deilla pittura, dimostra il grande suo amore per l'art.e. Purchè qualcuno ~iedesse un'opera sua per la gioia di possederla, gli bastava; ed allora, se «rionfiniva col darla gratis, non tirava certo sul prezzo. Carattere sdeg.noso de\l danaro era anche molto de1 mocr-atico e tutto quanto sape1 sse di etichetta poco glj si confaceva. Una volta fu ospite a Stresa d,ella Dudh,essa di G,eno•va. Ma. per lui, iii protocollo di Corte div,eniva tale un supplizio da togliergli quella f acondia che dava tanto fascino aHa sua conversazione. A tavola era già mdlto se riusc.iva a dire delle cose più comuni della vita quotidiana. Ma una ,mattina ch•e, per çaso, ebbe a pranzare solo con il segretario della -Duahessa, si sentì d'un tratto a proprio aigio ed allora fu come lo straripare di un fiume~ Senonchè mentie parlava ,con quelle frasi colorite che formavano la del•izia degli ascoltatori il segretar.io rimaneva immo- · bile e attonito. A un certo punto il Maestro se ne accorse e si interruppe osservando : . - rMa forse, abuso? Lei rimane i1 mmobile senza fiatare. Allora Morelli - ebbe a ricordare il povero Mario G,iobbe - seguendo I~ sguardo del suo i•nter-

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