I _ .. IL CENTENARIO Dt DOMENICO MORELLI ' I 1Come tutt,i g.li artisti che de1bbono fondarsi unica-- · m•ente sul ,pat,rimonio della loro i,nte•lliigenza, anch,e Domenico Morelli e,bbe duri e difficili .i primi anni de'l~a sua vita. 1!1 un gro•sso quaderno di_ appunti crhe egli av,eva acquistato da quel don P'eppino Tibaldi la bottega del quale fu per molti anni il primo se non il_solo_lu~o di c?n:vegn'? _d,egli a.rtisti di N,apoli, trov~amo il r.1cordo d1 una v1s1ta a un certo don Agost,ino, pittore ufficiale di bandiere. Il piccolo More1 lli av•eva appena undici anni e la ,mamma osservava co1m·mo,ssa: « ·Quand1 0 sarà p1 iu grandic.ello... Si vede dagli occhi ch,e ha ta1 lento ! Più taT1di, in casa ,del Duca ,della Regi~a, e g~id~to dal m~estro :Palioeo, egli prese p•er la pr1·ma volta 1n mano l'l lapis. IYla dov,eva pas1 sare .ancora del tempo perohè fosse ammesso alla A,cca-- demia di Belle Arti. In compenso i suoi progressi negli studi ,furono rapidissi,mi. Quando dovette sostenere il pr_im-oconcorso tri,mestrale, c1 hiese ai pro,fessori di dargli da svolgere un tema tratto dalla Divina Commedia. Ed il tema, ispirato dal secondo canto del P;urgatorio fu L'Angelo che canduce le anime nella barca. Pe; potere stud,iar•e.dal vero il colore arélillcio,della ,bella aurora e ,il tre,molio d,el,la marina - eb·be a raccont?1'e. e•gli stesso_ - passamm~ ~u,e notti di seg•uito alI ~1a ap~rta, 10 ~. due car1ss1,mi compagni. Era la prtma volta r0he m ingegnavo, con ar<lor•e, di stud.iare dal vero, armonizzando la luce e il colo-re del fondo con la figura .. Il_ tema e Ì~ gr~nd,ezza d,el.Ja tela spaventarono tutti i compagni : r1•mane1n·mosol.i a con- · corre[e Saponiero e io .. fy'la ,du1ranteil conicorso al mio competitore non riuscì di ,continuare ed io ebbi il pr•emio con una lusing'hie,r:a raccomandazione al M~- nistr~. Qu•esti, ,essendo la mi,~ tela più grande ,il doppio ~1 quanto_ era prescritto, volle aggiungere una gratificazione pari al 1 premio. E io potetti andare a Roma. N,~lla <;:ap~tale la s_ua-continuò ad esse,re, peraltro, una vita d1flìcile. D,es,1deroso d1 dipin1gere un quadro sul tema La Madonna che culla il Bambino, e non avendo mezzi pei rnod,elli, andava la mattina in Vati-- can? a guarid_are, e, tornato allo studio con poc·hi ,segni nell .a:lb_u·mriteneva a mente solo quello che poteva serv~trgh J:>er lavo,rar,e durante la giornata. Coisì, di ~an1eria, rl quadro potette essetre faticosaimente compiuto. D_opo il primo anno di pensionato, dovette svol?er~ 11 so~~elto L'Angelo che appare a Goffredo dall _orze1!t_epzuluce~le del Sole. << Preparati a da.r saggio .d1 p1 1ttura ver1,sta, c1 he fare co11 q·uesto tema per noi contro natu,ra ? Sbalzati, d'un tratto, in altro campo restammo, _I' Altamura ed io tutto il giorno, nella sala senza conch1udere nulla ». E soltanto ali' ultimo Biblioteca Gino Bia·nco momento essi presentarono uno schizzo che fece avere ali' klta,mura il primo premio e·d al Mor,elli il secondo. ,Da questo punto incomincia pel Morelli una vita di una certa indipendenza economica, indipendenza , che, però, non gli era ·sufficiente a r-eal:izzare il suo sog1no amoroso. 'Egli ama,va, ferv,idamente corrispo,sto, Viirginia YiHari e, quantunque il fratello di lei, Pa- ,squale Villari, che già .aveva divinato i1 l g,enio Mor-elliano, si dichiarasse contentissi.mo, la famiglia, op- .postasi fin da'l principio, continuava neH'opposizione. rMorelli faoeva ali' amore ,di nascosto, scambiandosi lettere .furtive con la fanciul·la d.el cu~re e traendo dalle sue parole forza ed ispirazione nella lotta. Sono d,i questo periodo i Martiri, quadro che rivela anche lo stato ,d"an1imo de'll 'artista. Yillari non ave·va approvata 1 'idea degli ange1 li che portano i martiri per aria ~ .suggeriva di inquad,rare la scena nel Colosseo facendo scendere gli an,ge1 li dal oielo. Ma i1 I quadro, pel quale i,l suo consigl~o non venne accolto, d,ette ragione a .Morelli, m•entre giovò, inv-ece a,l l\tlorelli i' a-· ve!e ~egui!o, n~ Gli 1co_nodasti .J 'altro consiglio del Vi1llar1 e c!oe id1r~n?,ere 1n Lazz~ro, il mQ!Ilacopittore, n~n ta,~to 11 supplizio delle mani quanto queHo d,ella d1,struzione delile opere. Finito appena in tre mesi, questo quadro venne •esposto, insie1me ad altri d-el MoreHi alla grande mojstra napoletana del 1855. « Portai - scrive il Morelli - in ultimo Gli lconoclasti e f.e,ci porre la te,la a terra : non ,mi bastava l'animo di metterla a po,sto. ~u_ardando tutta quella pittura liscia, sfumata, come s1 riteneva allora per finita il mio quadro mi pare~a di una pittura brutale e n:m finita. ~o _gualI'darono 1 professori· così a terra, con una cur·10s1tàpremurosa di vederlo, in piedi. Quando il quadro fu alzato e m,esso alla parete, lo guardarono lungamente_ da ~o~tano, da vicino, senza di1 nulla: par-e~ano indec1&1. Ma fiinalmente il Gue 1 rra, eh' è stato mio •maestro ali' Istituto, mi baciò ,in fronte. « Gli I~onoclasti,. infatti, come scrisse il Dal bono », era una PI'!i~-raassai r~busta, non d()[ata ma spinta nei colori e gr,1g1a n.elle tii~te fondame~tali e _di una superficie gre~za eh: lasciava veder_e .1·~lav?r10 de,i r,uvidi pennelli. ,P.ero, allontanando~1. d1 qualch,e metro dal quadro, l effetto er~ sibalord1t1vo: un rilievo da far sem- ~r~e _l~ fìgur•e vive e dei colori che non si tro,vavano 1 s~m1l1 in tutta I' esposi2iione. << Però, siccome Morelli aveva ce.reato, di dare neHa figura del , . d. . monaco un t~,po _1g1~v~ne liberale, e quella dell'esecutore · un tipo d1 p~liz1otto·, i_l suo i~ti,mo amico Pal,izzi gli fec~ ,mutare il tono d1 una_ piega gialla, dicendogli sorr1dendo: Balda che non t1 mettano dentro ... Quan 1 1o R~ F.erdinando visitò I' esposiz,io:ne f b .u, come tutti, su 1to attratto da quel quadro. .
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