Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

I 22 UNIVERSITÀ FASCISTA :individuo, avulso dalla restante umanità, e quindi anche dalla patria, dalla nazione, dallo Stato, in cui, come sappiamo, la .nostra personalità è concreta personalità. Eppure anche nella concezione epicurea ci sono concetti vividi, che aprono nuovi orizzonti. Giacchè mentre da un lato essi criticavano la con~ cezione platonica-aristotelica, dall'altro lato, felice- ' mente contraddicendosi, risalivano alla ragione unica come espressione della vera , saggezza. Deridere difatti da una parte certi saggi (con allusione evidente a Platone ed Aristotele) che pretendono di fare i Licurghi e i Soloni esigendo che gli Stati siano retti secondo le leggi della ragione e della virtù (Metodoro ), ma pretendere dall'altra che gli uomini stranieri e schiavi siano trattatti al pari degli altri è lo stesso che riconoscere quelrunica ragione che comprende l'individuo, anzichè esserne compreso. Ma Epicuro mentre enunciava il· prin- - cipio che in tutti gli uomini è la medesima natura e· 1a medesima ragione, deduceva esso conseguenze dissolvitrici di ogni società. Il diritto, egli diceva, è un patto d'utilità: la giustizia non esistè, ma esistono soltanto contratti -- . definizione aristotelica che l'u~mo è per natura un animale politico, è radicalmente negata. . A questa negazione · radicale contribuiscono anèhe gli Accademici, fra cui tristamente· celebre è Carneade, che difèndeva indifferentemente, come c'informa Cicerone, tesi opposte. Ma non è ciò che a noi interessa, bensì lo scetticismo politico deglf Accademici, dal quale sorge qualcosa di nuovo.· Carneade difatti nega l'esistenza di un diritto naturale, perchè se questo esistesse, così ragionava, gli uomini che s'accordano facilmente sul caldo e sul freddo, sul dolce e sull'amaro, si accordereb ber~ volentieri sul giusto e l'ingiusto. Invece l'~sperienza ci mostra che i concetti del giusto e dell'ingiusto sono diversi non solo fra popolo e popolo. ma anche fra individuo e individuo. Che è, evidentemente, schietto scetticismo, il quale riesce alla' corrosione ·totale della s ccietà antica e prepara la via alla concezione politica degli Stoici, i cui rappresentanti principali sono Zenone, Crisippo, Cleante. Il éoncetto politico ~he domina nello stoicismo è che la legge è la regina di· tutte le cose divine ed umane ; è la sovrana degli uomini sociereciproci, e però essa è una convenzione. voli per natura. Ma che cosa intendevano gli StoiChe è una conseguenza logicamente inoppugna- ci per legge ? La legge è per essi la retta rabile se si muove dall'unica ragione come uguale gione, il cui principio è Giove, che -rappresenta · i~ tutti gli uomi~i. L'uguaglianza quantitativamente -la natura prima e universale. intesa esclude il diritto specifico, e però ciascun10 uomo ha in se tutto il diritto. Onde gli Stati come incarnazioni dùn diritto determinato non esistono : essi sono una semplice convenzione, a cui obbediamo per gli utili che ce ne derivano. Cosi la teoria epicurea si può considerare come un precorrimento delle dottrine giusnaturalistiche, che sboccheranno nel Contralto sociale di G. G. Rousseau. Lucrezio, nel suo famoso poema De rerum . natura, a'ispira, come è noto, ad Epicuro. La vita politica è per lui una conv~nzione la quale ha origine dalla violenza, che crea ma distrugge anche i regni. - Quindi la sociabilità non è connaturale colla. natura umana, ma essa è dovùta ad una paura reciproca che crea la convenzione. Dove so· no le prime linee della teoria hobbesiana. Così la ~ Biblioteca Gino Bi neo Cicerone ~e~ suo De legibus, d'intonazione stoica, ci dice '~l:ieper gli Stoici la scienza del diritto non. · si ricava dagli editti dei pretori, nè . dalle leggi delle D~dici Tavole, bensi da quella intima filosofia, che si apprende da tutti gli uomini e che ·p~rla a tutti il medesimo linguaggio, che viene qa Dio e ci unisce e Lui. Sembra di udire un antico 'cristiano. ~ difatti le analogie· fra lo Stoicismo e il Cristianesimo, checchè dica un ~gregio studioso, il Tal amo, sono profonde. · Se non che, ammesso. il principio che l'uni~a ragione e l'unica legge è Dio;· derivache gli Stati singolarmente presi -non . possono rappresentarela netta · ragione. ~•è, quindi qualcosa che è di là da tutte le leggi, costituzioni, individÙi e che è il ·diritto divino.

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