Vita Nova - anno III - n. 6 - giugno 1927

PrezzoL. 5 - C. C. P. PUBBLICAZIONE MENSILE ILLUSTRATA DELL'UNIVERSITA FASCISTA DI B()l0( 1NA Biblioteca i s·a ~o~oATORE= LEANDRO ARPINATI , .

.. I - I- • .,, • . , oteca I . \ ... ... .. . I I I . t ... ... ,_ ,,, . •' SOCIETÀ NAZIONALE . , ,, INDUSTRIA AP-PLlCA,~IONI VISCOSAE • .1no CAPITALE UN MILIARDO J • - TORINO - anca - ,. • ,, J .,.. \ 1. ,, . . I .. ..

• • Conto corrente con I-a Posta f . . Pubblicazione mensile illustrata dell' Università Fascista di Bologna Fondatore: LEANDRO ARPINATI / Direttore: GIUSEPPE SAITTA Direzione e Amministrazione: CASA DEL FASCIO / BOLOGNA / VIA MANZONI, 4 / Telefono 4-52. Per inserzioni di pubblicità rivolgersi ali' Amministrazione della Rivista , ANNO III. Numero 6 . , ABBONAMENTO AN~UO L. 50 / ESTERO L. 100 NUMERO SEPARATO L. 5 .. • • GIUGNO 1927 (Anno V) . ---------------------- EDITA A CURA DELLA CASA DEL FASCIO DI BOLOGNA i te a • I Sian o

,. ' I • • SOMMARIO GIUSEPPE MAGGIORE - Sovranità di popolo . . . . . • • • • • · · · · · DANTE MAN ETTI .- Napoli rinnovata . . . . • • • · · · · · · · · · GUGLIELMO BoNUZZI - Carducci e l'ideale politico . . . • • • • • • • ARNALDO CERVEV ATO - Ostia antica e moderna . . . • • • • • • • • UMBERTO TOSCHI - Commercio fra Albania e Italia. ,· • • • • • • • • ARTURO LANCELLOTTI - Il. centenario di 'Domenico Morelli• • • • . • • GIACOMO DONA TI - Religiosità e confessione religiosa . . . • • • . • ·· ANITA ORLANDO - Tindari . . . . . . . .· . . • • • • • · · · · · · .~EDERICO BRESADOLA - Il fascismo come idea mondiale . . . . . . . . PIETRO MANGIARACINA - / com·bustibili liquidi e la trazione su strade ordinarie Cf(ASSEGNE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Politica estera: G. M. SANGIORGI - Politica interna: CARLO CuRCIO - Politica coloniale: UGO BASSI - Cultura fascista: GIANLUÌGI MERCURI - Economia politica: 4GIACOMO DoNATI - Cronacafinanziaria: UGO MARCHETTI - Letteratura: G. MANZELLA FRONTIN1 - Filosofia: ARMANDO CARLINI - Arte: NINO BERTOCCHI - Folklore: UMBERTO BISCOTTINI - Commercio: FILIPPO GALLI. "Cf(ECENSIONI . . . . . . . • • • • • • • • • • • • • • • • • FRANCESCO MERIANO - Antonio Locatelli (D. Manètti) - SANTI ROMANO e VIRGILIO FEROCI - Principi generali del Diritto costituzionale ad uso degli Istituti tecnici (Ernesto Barili i). QUESTIONI DEL GIORNO • • • • . . . . . . . . . . . . . ' • Disciplina e alta burocrazia (C. O. CocHETTI) - L'extra-economicità dei Sindacati (I. MINUNNI) . ~OI E GLI fi.LTRI • • • • • • • • • • • • • • • • . . . . . Spunti polemici: Per non dimenticare .- Il disonorevole Turati (HosT1cus) Il nostro dissenso col prof. Carretti (RusT1cus). FRA LE RIVISTE. . • • • . . . . . . . . . . . . . . . . . Note ed appunti di UMBERTO BISCOTTINI. ' ECHI E COMMENTI ..... . j . . . . . . . . Schiene diritte - Diffidare dei moralisti - Due categorie di persone - Esami di Stato - Il libro di Stato (Noi). 1 1JOCUMENTI 'DELLA STORIA DEL FASCISMO •. . . . . Il divenire dello Stato Fascista come Stato Unitario Italiano nel discorso del Duce alla Camera. .... LEZIONI 'DELL' UNIVERSITA FASCISTA. Biblioteca Gino • 1anco ...,,,,... pag. 357 » 360 » 365 » 368 » 370 » 374 » 377 » 379 » 384 » 386 >) 388 · . » 407 )) 411 » 413 )) 416 >) 418 . . » 421 I

... . , SOV·RANITÀ DI POPOLO ... Le rivoluzioni sono fatte dai popoli. I partiti, le sètte, le cl.assi tramano congiu,re, operano sedizioni e rivolte : rimangono per natura incapaci di dare nuove epoche alla storia e nuovi ritmi alla civiltà. Soltanto i popoli ,divor,ati dalla febbre di rinnovarsi nei costu,mi e nelle leggi, nei modi della vita e dello spirito, segnano pa,gine incancellabili nel •prog,ressod,el genere umano. Tale è il caso d.el Fascismo. Oramai non v'è più alcuno che neghi come il vero protagonista di un siffatto rivolgi,mento, che ha i suoi profeti, i suoi m.artiri e confessori, sia il popolo italiano. Cotesto popolo che fu già spettatore, quando non ostile, indifferente - e solo di rado testimone appassionato - di uno dei più gr.andi dram,mi, che occupino I.a nostra storia nazionale - cotesto popolo si è plas1 mato in un nuovo stile di vita ed è così bene entrato nella sua pa,rte da potete ormai fare da sè. L'epoca, nella quale la nostra spirirtuialità, e tutto il virv,ercivile si foggiavano sui modelli francesi, spagnoli o tedeschi è finita. La nostra originalità è conquistata. Ma una sì fatta conquist,a deve essere assicurata e difesa. Questo è possibile a patto che diveng,a in noi sempre più salda e profond.a la nostra coscienza di popolo : di popolo sibi princeps ; tale cioè che non comporti verun,a servitù, nè dall 'esterno nè dal l'interno. Siamo og,gi in un periodo di libertà. C1 hi parla di dittature e di aut~crazie ha gli occhi di vetro e la ·sensibilità storica foderata di pelle 1 d' asino. Non siamo stati mai così orgogliosamente liberi di fronte allo str,aniero e di fronte a noi stessi. Tutti sentiamo og·gjdì di esse.re, più ,che governati, educati a una più vasta vision•edella vita. morale, a un,a più alta coscienza della nostra missione ,politica e civile. E perciò ci sentiamo vera- - mente un popolo, il Popolo italiano. Il Fascismo ci ha dato, ed afforza ogni giorno di più, questa divina coscienza. Come? ·Vediamo di intendere tale coscienza di popolo, c1 he il Fascismo ci ha dato. Al di sopra dell'individuo e' è il tutto, al di so.pra dell'Italiano e' è il Popolo italiano. Questo il Fascismo ci ha insegnato. L'Italiano grande artista e grande pensato.re, so1 mmo uomo di Stato e Gi o • 1anco • - condottiero eccellente, ci fu, anche ai tem·pi più in- · fausti del la nostra v.ita .nazionale, e ci sarà, vivaddio, sempre. Non è cotesto tuttavia l'Italiano nuovo, è colui che lungi dall 'inorgogli,re della sua eccelsa solitudine, sente intorno a sè, dent,ro di sè, la presenza di tutti i suoi fratelli, che pensano, operano e lavorano per la grandezza della Madre comune; è colui che, non ·pago di rappresentare il proprio valore e l'intelligenza sua propria, si sente portatore di una spirito italiano e di· una volontà italiana, al cui conf ron:to qualsiasi individuo, qua.ntupque torreggiante sulla· massa, diviene mezzo e strumento. Il popolo non è l'individuo ; non è neppure la società. Poche centinaia o molti milioni di uo1 mini che si associano per timore o tornaconto, per interesse·o calcolo utilitario, legandosi in un patto revocabile o no,· non sono un popolo. Il contratto sociale _èun'invenzione degli E,picurei, che ignorarono Dio e il Dovere ; e rinasce tutte le volte che l'idea di Dio si offusca, e l'idea del Dovere languisce. Si guardi la ,Rivoluzione francese. Dove' gli uomini si associano 1 per tornaèonto (supposto che un tale assurdo sia possibile) non c'è nè sentimento nazionale, nè Patria. La patria ci è data d.a Dio e non da un contratto ; non ,può esser emessa su come ùna qualunque società per accomandita o per azioni : tutto l 'o.ro degli E,brei non ha potuto creare la nuova Sion. · La .P.at.ria è un Dovere : non si può accettarla o rifìutarl,a, amarla o disamarla : si deve servirla. Serv.irl.asenza contraccambio. Il do ut des qui è assurdo e ,bestemmia. , · II popolo non va confuso con I.a razza. Possa o ·non pos1 sa definirsi questa cosa inafferrabile che è la razza, I· essenza s·pirituale del popolo rimane inalterata. Che un popolo aib,bia il cranio dolicocefalo o ,b,r.achiocefalo, che abbia un angolo facciale più o 1 meno aperto, che sia orn.ato la testa di capelli biondi o bruni, non conta; pur che abbia un cervello e un cuore, delle mani e dei piedi : per pen ... sare ed osare, per ·b.attersi e per marciar1 e. Nessun paese come l'Italia è stato cam:mino di tutte le stirpi, agone di tutte le razze. Che im1 porta? Se un,a stilla }

...... 358 GIUSEPPE MAGGIORE ·d.i san,gu,e ,aspro e generoso è rimasto nelle n1ostre vene, da tutte le inv,ersioni e immigrazioni barba-- riche, nella nostra terra, no·n ce ne vergognia,mo, quan,do qu,el sangue, .affìn.ato ai nost~i soli, sia dive-- nuto italiano. Il libico o 14 eritreo, caduto all '.om... bra delta n<:>strabandiera, c'è più fratello d-el « pu-- . ro sangue » ~taliano, per lonta,na discen,denza, che u•mitia e vitupera il sacro noime della Patria. Ancòra. Il P'Qpolo è la nazi,one, ma qualcosa di 1 più. La n,az,ione è un che di fatto e di d-et,ermi-- niato : •questi confini, qu,esta lingua, queste o,rigini : che son così e non d-eb·bono mutare. L.a nazi1one è legata, quando n·on f,oss'altro, alla ,fissità çlella ter-- ra : il popolo moltiplica e cresce. 1Non h.a altro li-- mite c'he la su1a possibilità di acc.res,eim-ento. Perciò, come il fiu,me che si dilata e dilag.a, è p1ortato a forzare i con,fini della propria n.azionalità estran•ea. il rispetto d.el così detto principio d.i nazion,alità non può segnare le colonn~ d'Ercole all.a vita di un po--, polo. L,a nazionalità· p,uò esprimere un m1 omento, quasi una tappa nel processo storico di org,anizza ... zione d,ei po,poli. Mom·ento transeunte, .benc1 hè ne-- cessario; non punto ulti-m,o e definitivo· dì arriv,o. Ogni popolo, per esser grande~ ha da passare da pri1 ma per qu-ella fo.rm.aunitaria, che l'unità di ter-- rito.ri10, di lin•gua, ,di tradizione, ossia attr.ave:rso la uni1 ficazione nazionale ; m,a il suo bisogn,o di g:ran-- dezza lo s1pin•g•peiù in là di quella unificazione, fin d-ove ci sia .a1mpiezza <li terre ,e di m.ari per i voli delle sue Vittorie. Q·ual è dunque il ver10 ,popolo, quello che è più c·he individuo, :più eh•~ socieìà, più eh-e r~zza, più che nazion-e ? . È il ·popolo -com·post,oin eff ettiv.a potenza nell,o .Stato. Fuori di sì fatta ·potenza animata •- ch,e, cioè sa ·e vuole - fuori dello Stato, vi sarann•o oxd-e e tribù, .accozza·glie ,e aggregati di uomini, sett-e e comunità politiche e religiose, per vaste che sian,o; n1 on vi sarà mai un p•opolo. Quello che 3i è inse-- gnato fino:ra che, il po•p•olo3ia - co1 m' è il ter.ritorio - un •elerr1ento dello Stato è un ".aberrazio,ne del meto1 dp .astrattistico. Al principio « non vi h,a stato senza ipopolo )) va s~stituito l ~altro « n1 on ·v 'ha pop,olo s·enza Stato )). Lo Stato non vien,e dopo d,el popolo, q·uasi che sia u.na soprastruttu.ra, creata per virtù di accordo o per un artificio volontari,o. Stato e popolo sono coevi; lo Stato e un asso.luto prius, un principio che non può essere conseguenza, una energia originale- che non può •essere mai risultante. . Biblioteca ino Bianco Il vecchio A,ristotile, mentre .ammetteva che cronologicamente al la città possa precedere l'individuo, . la famiglia ,e il villaggio, s01 ggiun•geva che « per natura I.a città è con1dizione d1ella casa ,e dell'uomo sin-golo. Il .fatto infatti è condizione della parte, poi1chè tolto il tutto non si ha nè piede nè mano, se n,on solo di nome come se si dicesse una m.ano di pietr,a : essendo una m.ano staccata d,al tutto, soltanto una 1 m,ano guasta » . Lo Stato dunque, non che la seconda natura, è La natu.ra piri.ma e l'essenza medesim.a del popolo ; il qlllale, soltanto quando sia organizzato co·m-ereale potenza nello Stato, può perseguire e av·verar,e gli altri ,fini spirituali ,a cui è chiamato. Un popolo, che non si,a in grado di com·po.rsi a Stato non m,erita n•eanc·he il nOID~dei popol 1 0. ,Può esservi una mutu\a-- lità, una ,religione, una lin,gua, u·na · fin.anz.a giudaica : il popolo ,eh.reo non esiste .. Non esiste, nè potrà ,mai esistere, giacchè quella disgraziata molti- ·tidine~ ch,e dicesi mondo ebraico, ha perduto la coscienza della soivr,anità, senza cui non vi ·è nè stato nè popolo. Un 1 p1 opolo è d,egno v·eramente di tal ,nome, qua.n,do si sente 1 davvero investito da Dio di una sovranità, ,che eglri è chiamato .ad esercita,re nel concerto degli ,altri p•o,poli. Qu•esto e' è di prof ondam·ente ve:ro e imlll,ortale niel principio della sovr,ainità popolare, attraverso le ,deformazioni e i tr.avisamenti ch,e tal princi,pio h.a sofferto nelle dott.rin•e democ:r.a- . ti.che·. La· sovranità non risiede nei principi e nei dittatori, nei consessi ,e nelle assembree, sì bene nel popolo 1e n~llo Stato che la esercitano per meZZtO d,ei loro :r.app,resentanti. Il principio ch,e la sovranita è nel _po.polonon cessò m,ai di essere pr•e'3enteai Romani, an•che quando la ferrea i::oncezione, ch,e essi ,eb1 ber,o ·d,ello Stato, assunse m1 ovenze di un g,ov,erno assoluto. Fu proclamato « quod principi placuit, legis habet vigorem )) ; ma non '3i lasciò di soggiungere : « utpote populis ei et in eum suum imperium et potesialem conf erat >>• La teoria dell.a sovrani~à ·popolare può dunque andar b,enissimo d' accoirdo, con quella d.ell 'auto-- rità dello S·tato, fin(:hè tra Stato e popolo non sor,ga duali-3-mo, il •du,alismo nasce con le concezio.ni teo-- crati-che ch,e o:ppong,ono lo Stato alla Chie3a, e con le -concezioni d,emocratiche che con,.tra.ppon·gono l,o Stato alla sncietà : e queste •e quelle considerano lo Stato come un male nece'3sario. Lo svisamento della d.ottrina d.ella sovranità popolare si ha i11sin-- golar -modo nella concezione .dernncrati:-1, che pe:c (

SOVRANITÀ DI POPOLO 359 • essere atomistica, fa consistere la società in una s01 m-- ma d'individui, e quindi fa del popolo una quan ... tità e ripone la sua essenza nel numero. Così la sovranità invece che nella qualità e nel valore, ri.... posa soltanto· nel numero ; e il governo, espresso dal voto, si asside su di una meccanica· di numeri e di cifre. Il succo della democrazia è che qualsiasi individuo, non già perchè sia un valore ma sol per essere un nuimèro, un framento del demo, abbia diritto di partecip,are alla cosa pubblica. Don,de l'aberrazione logica ed etica del suffragio unive:·.... sale. Il Fascismo ha capovolto un.a simile visione del-- la· sovranità. Non il popolo coimemassa ,e com1 e nu... mero è degno d'esser sovrano; sì quella parte di esso, in cui veramente si esprime la potenz,a. La sovranità è di chi lavora e produce, di chi crea e combatte ; di c1 hiunque prima che dei diritti si rico.... nosca dei doveri verso la collettività, e sia prontq piuttosto a dona,re che a chiedere, ad esser mezzo meglio che fine nel grande organismo della vit,a co.... mune. Ali' artigianato e al capitalista, al produt ... t~re di •materiale ricch1ezza e di beni spirituali, al funziona,rio e al soldato - l'uno e l'altro servitori della Patria - il Fascismo dice : « la sov~ranitàè vost,ra, vostro il comando, vostro lo Si:ato, poichè voi 3iete la sua potenza e la sua anin1a ». Contemplato in questa luce, il F.ascìsmo si mo... stra qual' è, nè autocrazia, nè ,aristo·crazia, nè oli... garchia, ma regime di libertà, e Stato di po,polo. Trop•po si è parlato di minoranze che hanno fatto d'Italia, troppo si carezzano i fantasmi di monarchi assoluti e di dittato,ri che dovrebbero cava}... ca.re a vita la polledra « indomita e selvaggia ». Nel nuovo clima storico creato dal Fascismo, il popolo italiano sorto per virtù d' educazipne a nuovo stile ·di vita, si avvia a conquistare la coscienza della sua sovranità, e ad affermarsi di fro~te al mondo intero, sovrano. Mazzini p.rofetò : « Il po... polo italiano sarà il _pòpolo Messi.a che inizierà la n_uovaepoca del genere umano ». Non· è la prima volta che i profeti d'Italia sono annunziatori. GIUSEPPE MAGGIORE Sanza dubbio ha ·miglior tempo nel mondo, più lunga vita, e è in ·un certo modo più felice chi è di ·ingegno più positivo, che questi intelletti ele1Jati; perchè lo ingegno nobile serlJe più presto a travaglio e cruciato di chi l'ha; ma l' uno partecipa più di animale bruto che di uomo, l'altro trascende il grado umano e si acc9sta alle nature celesti. J FRANCES<;:OGUICCIARDINI - Ricordi politici • I \ Bib,liotec Gino • 1 neo • .J

. l .,. . r . . ' Per tre giorni l' anima napole ... · tana s'è abban ... donata all'entti ... siasmo per la pres.enza del So ... vrano che ha po- ' . I tuto constatare , quale· rapida tra-- sformazione ab ... bia subita la città cui la natura ha voluto prodigare tutt' i suoi favo ... ri. Perchè se Napoli è- sempre .stata I'~ ispiratri ... ce di canti, oggi, ' , . NAPOLI RINNOVATA I • I • " te, come il Sonno intorno all'Amore! Metropoli di un paradiso in ruine, lungamente perduto, assai tardi ricon- • qu1stato, e pur . . riconquistato solo in parte ! Splendido altare del sacrifizi o in rcruento che la Vittoria in armi • offre senza macsotto ·la guida NAPOLI!:-~CASTELNuovo, MASTIAON; GIOINO essere, oggi sei illuminata del- ,, · di nuovo e sarai chia ali' Amore incatenato di fio... ri ! Tu che un tempo fosti, e poi cessasti di l'alto ~ommissario, S. E. C~stelli., ~ per volontà decisa per-sempre!.libera, se la Speranza e la Verita e la del governo nazionale, va rinnovandosi con un ritmo Giustizia potranno,prevalere, - salve, salve, eteraccelerato, meraviglioso. namente salve! ». Era l'anima del poeta; ma chi Città dei canti. e sempre stata. Nel 1820 Shelley, non si sente un po' poeta sotto quel cielo? Pen .... rivedendo Pompei« la città esumata dalla sua tomba», sate: c'è Mergellina e Posillipo, c' e il mastio tra i bianchi colonnati, dinanzi al mare scintillante, angioino che con le fosche storie di sangue di una « pianura di luce fra due cieli d'azzurro», mentre a· corte alla Borgia. vi risussurra i dolci conversari del tratti giungono la voce della montagna vicina e il Boccaccio con Fiammetta; c'e il palazzo Domi fruscìo delle foglie d'autunno « simili a passi leggeri Anna, un castello di sogno erto e solenne sul mare; di spiriti per -- ·-- Monte Uliveto strade deserte», raiiiii~~~ 7 ~~F~~r=---::----=~~~~-r--~=~=:=~T=~~ 1i cheospitòil Taseleva un inno, • s o e i campi come Roberto ~ Flegrei dove Browning, ad maggior men te Asolo, la cittadi,., balza i,l contrana dai cento oriz- sto fra la Napoli zonti dove ha ideale e antica e voluto posare la vita moderna, per sempre Eleo... ,, giacchè accanto nora Duse : « Na- alla passeggiata _poli : tu, cuor~ archeologica suo ... umano, sempré J palpitante nudo sotto l'occhio del cielo senza pu ... pilla! Città d' Eliso,. che incateni nella calma l'aria e il mare ribelli, · . . . att1rat1 intorno a ne NAPOLI - PALAZZO D NN' ANNA . . nano 1 possenti magli degli sta ... bil'imenti Am ... strong e dell'l1va; e laggiù la casetta che ispirò a Salvatore di Giacomo que gioiello di pce:

NAPOLI RINNOVATA 361 POMPEI - ANFITEATRO POMPEI - TERME STABIA E POMPEI - LA BASI LI CA POMPEI - LA BASILICA POMPEI - IMPRONTE UMANE POMPEI - FORNI E MULI r1 s·bliotecaGino Bianco ..

- I 262 DANT:E MANETTI • NAPOLI - POSILLIPO - VILLA D, ABRO sia. Mare chiaro, e l'isola. di Nisida che s'accampa nel golfo co·me un gran cetaceo in agguàto; e . il Vesuvio gigante dall 'ampiò respiro minaccioso; e 1 • poi la tomba di Virgilio e quella del Leopar,di ... . - I I. ' I . • I ,,·Chiudendo il suo vigoroso discorso del 26 mag..: gio, Benito Mussolini ha detto: « •..• io vi dico che fra dieci anni l'Italia, la nostra Italia sarà irricono- . scibile a sè stessa ed agli stranieri, perchè noi ~'avremo trasformata radicalmente nel suo volto, ma sopràttutto nella sua anima». E nessuno può dubitarne: l' Uomo che ha pronunciato quelle parole non promette invano. Che se ·poi qualcuno volesse ritenere troppo ottimista l'affermazione, faccia una cosa molto utile, semplice e simpatica : vada a Napoli, e si rassicurerà. In pochi anni la metropoli meridionale è ve..- ramente trasformata. E l'anima del popolo, anche . Abbandonata quasi a sè stessa da quando perdè la fonte principale della sua esistenza - la Corte· - , Napoli s' ,è intesa $pesso lusingata da abbaglianti promesse seguìte da amare delusioni. Erano le promesse elettorali ... Nesstin governo affrontò mai,' con il proposito di risol-verlo, quello che fu chiamato,· ed era effettivamente, « il problema meridio~ nale ». E perchè, d'altronde? La vita italiana non aveva, altro limite che il Parlamento: il governo dava Ma il paese non contava: bastava, tutt'al più, qualche condiscendenza con i così detti ~ « rappresentanti del proletariato », qualche sussidio alle cooperative, qualche milione per occupare la mano d'opera di_soccupata. Che se pòi le folle esasperate scendevano in piazza tumultuando, allora e' erano i moschetti ... Quale meraviglia quindi che l'anima del popolo fosse pervasa dallo scetticismo e dall'istinto di rivolta? Che si straniasse dalla vita della nazione e volgesse altrove le sue speranze e le sue aspirazioni · elevando sugli scudi i tanti cerretani eh~ gli promettevano l'appagamen-- . to dei suoi bisogni spirituali e materiali, anche se in nome di stolte chimere? L'affaticante problema meridio- \ nale che il fascismo ha affrontato decisamente, ~veva quindi due aspetti : spirituale e materiale. Il primo è stato risolto fino dal}'ottobre 1922 facendo gÌustizia di ·uomini di governo teneri solo del loro seggio ministeriale; il ~econdo è stato realizzato in. due anni. Perchè la legge che istituiva ,, I' alto commiss~rio è del 7 luglio 1925. Quanto e ·quale lavoro compiuto dal governo e da questo popolo definito contemplativo, inadatto alla ·dura fatica, intollerante di ·disciplina! Perchè· si badi: i provvedimenti non riguardano soltanto la città di Napoli, ma tatt' il meridiònale, Sicilia compresa. E s' è già molto innanzi nell' at-- tuazione del vastissimo pr.ogramma il quale com-- pr~nde la ·sisteqiazione idraulica forestale e della pianura, il risanamento igienico mercè la fognatµra e l-o sventramento dei quartieri costituenti veri fo- ,,, i prefetti galoppini elettorali ai de~ putati, questi davano il voto al governo. Non era tutto? Il paese?~~ AtJ0LI - POSILLIPO - ~J0NUMENTO IN STILE EGIZIANO, Ossario dei caduti in guerra . Bibt·i téca Gin e

I NAPOLI RINNOVATA 263 colai di infezione, il rimboschimento delle zone litoranee e la creazione di laghi artificiali per impianti idroelettrici e per la irrigazione e la bonifica dei terreni; e poi la viabilità, lo sviluppo delle linee ferroviarie e . . mar1tt1me. L' indice migliore si ha nelle cifre: ma per non fare qui una esposizione finanziaria, alla quale .provvede egregiamente il Ministero competente, dirò che al 1 ° aprile u. s. si sono avuti 1877 appalti di lavori per un importo di un miliardo e 280 milioni ! Voi comprendete: in tutto questo fervore di opere è l 'anima del popolo che si trasforma : alta sfiducia sconsolata per il . lungo abbandono, è subentrato \ Carisio, il papiro siciliano con la fìrma autografa di Odoacre, i manoscritti di S. Tommaso d 'Aquino e i codici aragonesi); i restauri alla Pinacoteca. E poi lo scavo della Grotta della Sibilla, che ispirò a Virgilio i suoi divini canti, e che ha condotto alla scoperta di un tempio mirabile dell'antichità, e il proseguimento di scavi a Pompei. E poi ancora il disseppellimento di Ercolano. l'entusiasmo : allo scetticismo che conduceva al nullismo, la fede. Perchè, finalmente, tutti hanno la possibilità di mettere in efficienza l'attività, l' intelligenza, i propri muscoli rimasti forzatamente fin qui inerti : e col risaPOMPEI - UN EDICOLA PER LA PREGHIERA . Quante volte, dopo il fulgido Rinascimento,. è stato frugato il sottosuolo con cunicoli e gallerie per rimettere in luce una civiltà iridescente di luci? Ma, pur essendo venuti in possesso di oggetti preziosi e di centinaia di papiri, rinvenuti in una sola villa · neppure completamente esplorata, e dei grandi bronzi babilonesi, parve una fatica superiore ali' utile immediato. E i tentativi rimasero tali. Ora, invece, si è di fronte ad un piano namento d'una sì gran parte dell'Italia il fascismo ha ottenuto anche il risanamento spirituale dei suoi abitanti. I I I. Ma il governo nazionale non è pago ancora di assolvere sì arduo compito: ha voluto preoccuparsi anche della cultura, dell'arte, della poesia che emana dalla nostra civiltà perchè essa è la poesia eterna che arriva e fa grandi le nazioni. Ed ecco la Biblioteca Nazionale ospitata temporaneamente nel Palazzo del Re (150 sale tappezzate di libri, contenenti cimeli preziosi come il codice di Lucano e il palinsesto di coordinato, ad una ricerca paziente ed intelligente per dissotterrare tutta intera la città. << Non più dunque - come diceva Arduino Colasanti nel suo discorso - non più, dunque, pochi ruderi nudi, deserti, malinconici, sui quali, con la distruzione dei secoli sia passata anche quella degli . ' . . uom1n1; non p1u una rovina tragicamente muta, fra il mare di Sorrento e di Capri e la montagna sterminatrice, ma la vita di tutto un mondo da quasi duemila anni scomparso, la rievocazione del costume in una visione divenuta ormai, nei secoli, eterna, il volto della dormente divina che riapparirà in tutta la sua bellezza, la poesia della città sepolta, che risorgerà dalle sue case, dai suoi giardini, dalle sue strade, dalle sue fontane, per virtù di una creazione, che ERCOLANO - NUOVI SCAVI Biblioteca Gino Bianco • ,.

r ·' • 364 DANTE MANETTI abbia la precisione della scienza e il fascino del- ] 'arte». Parole che esprimono una fede e Hn presagio! IV. Que~t~, in breve, la mirabile opera del governo nel mer1d1on·alee a Napoli ia ispecie. E non ho elen- ~ato tutto, e non tutto è compiuto. Ma i lavori proI I • I • I ., I cedono celeremente; ma il cammino percorso affida che la mèta è vicina. Ciò hanno rilevato tutt' i giornalisti stranieri, di ogni nazionalità~ che hanno am-- • • • • • • mirato senza riserve e sono part1t1 con vivo rincrescimento. È una rivoluzione che s'è compiuta in Italia: ma una rivoluzione ricostruttrice, fattiva, che attinge le sue forze ideali dalle civiltà lontane per affermare il primato del nostro Paese in tutt' i campi ... .. .. , ' DANTE MANETTI - I Polvere oer Acaua da Tavola Antiurica- Digestiva- Effervescente NeJ/e Farmacie e Lab. Bel/uzzi - Bologna ... - I I . - ,, \ .. ib ibtec 'Gino Bianco

\ CARDUCCI E L'IDEALE ·POLITICO Mentre a Bologna Leonardo Bistolfi sta perpe- « una smoifia, la contrazione d'un viso di cadavere tuando in lucidi ma.rmi il ricordo di Colui che fu in .putrefiazio,ne ». "l'aspro e leonino « cantore della Terza Italia » , Da ciò si potrebbe facilmente dedur.re che il un ~indagine obiettiva del pensiero politico di Gio- pensiero politico di Carducci fosse negativo, anzi sue Carducci può presentare, alla distanza di ven~ che non ne avesse mai avuto un pallido barlume. t',anni dalla morte d,el Poeta, sfondi e scorci a cui Non è così, invece. Idolatra anzitutto, sopratutto, solo il tempo e le vicende possono d,are un interesse dell 'i.dea di patria, con fu.ribonid1apassione egli non solo nuovo, ma vi'Vo,un colore e un sapore spie- ,ama~.a l'Italia e nell'Italia le glorie immortali di eatissimi. - Roma; la Rom.a civile, del diritto, maestra delle Fu scritto e detto fino .alla noia, che il Ca.r- genti, l'Italia che gli aveva suggerito i lapidari ·ducci er,a il rappresentante della sua età, del peri~- versi : ·do in cui la sua vita e il suo pensiero ebbero azione, risonanza, dominio. Afferimazione, sotto molti aspetti, deplorevolmente inesatta. Del periodo in e tutto che al mondò è civile, · grande,"augusto, egli è romano ancora. cui visse, Carducci - al pàri di ·O.ante - fu piut- Fin· d,al '7 4, il Carducci a1vev.a scritto - a mo' tosto giudice e censore severo, sovent,e spietato. Co- di pr,emessa politica - ch1e « ,un popolo ha r.agione me osservò serenamente Giuseppe C1hiarini, « egli di esistere soltanto qu.an·do reca n,ell'ordine ideale, · non .fa eh-e r,ampògnare o vituperare i suoi cari com- non solo u·na nobile opeirosità, m.a qualche cosa di patrioti. E se con I.a poesia li rampogna e li vitu- proprio per sè e per il mondo ; e per vivere dev•e ·pera, non li tratta meglio con la prosa. Basta r,am- avere idee e forze sue, deve esplicare un officio mentarsi ciò che egli scrisse contro i numeri unici, suo civile ed. umano, una espansione mor.ale e policontro le « a1 rcadie dell.a carità », contro le con- tica ». feren2:e, contro la monurnentornania, cont,ro le pro- I principi a cui dovev,a uniformare 1~ su,a azione cession-i,. le commemorazioni, i banchetti pat,riottici, politica e su cui dov·eva ,gettare le b.asi della sua letterari, scienti,fi,ci, sulle cose ch,e rimarr,anno carat- fortuna e della sua nuov.a glori,a, risiedevano nel teristiche ·dell'età nostra, per persu,ad,ersi che sa- concetto fermissimo e lim1 pidissimo ch,e la Nazione rebbe un controsenso chiamarlo rappres~tan-te di aveva la necessità di continuare a svolgere, svilupquell 'età ». .pandola, qu~lla· che era stata la tradizione dell' ltaLe deformazioni,. le stanch,ezze, le perversioni li.a: « l'irraggiamento delle due grandi id,ee, onde dei partiti politici poi - è notorio - lo imbe- ella informò le ci•viltà del mondo, Giustizia e Listialivano. Per non far torto a nessuno, se la prese bertà ». Tr,adizione che dov,eva essere interpretat,a contro tutti; definì i moder 1ati << moderatucoli ri.f.at- con spirito gagliar,damente innovatore, per portare ti », i clericali « cristi.anelli annacquati, cattoli- l'Italia di pari passo all'altezza delle nuove esicuzzi pettinati », i progressisti « soperchiato,ri e genze. pau,rosi », i socialisti «facitori di accadeffiie, più - Nella politica; sincerità, onestà, fede; negli che pericolose, svagate », i repubblcani << bizan... uomini : idee, non << affocamenti di piccole passiotini e frasaioli », la democrazia « V·erniciata e tito- ni, urti di piccoli interessi, bar:baglii di piccoli vanlata» la destra «anarchica e socialista per raggiun- taggi ». Un'idealità superiore doveva assolut.a•mente gere il potere », la sinistra « conservat.rioe e sbirra accomuna.re le forze d,ell.a nazione, per converg-erle per mantenerlo ». Flagellandoli poi tutti in blocco, verso una via di costa.nte, intelligent,e elevazione. dichiarò di non sentirsi « d 'accor•do con nessuna Elevare le masse, anzitutto ; non inebbriarle con delle sètte nelle quali si distingue e confon1de I~ mir,aggi utopistici. « O italiani, - egli aveva invoC~mera », poichè per lui il positivismo' politico .era cato per i lavoratori della terra - sollevate e liBiblioteca Gino ■ 1 neo I ' . •

I . \ 366 GUGLIELMO BONUZZI ber.ate l '.agricoltur.a, p~cificate la ca.mpagna ! Cac-- ciate la fam•e d,ai solchi, la p•ellagra dai corpi, la torva ignoranz,a dagli animi ». La torva ignoranza. Nell'istruzione po,pol.are, il Carducci aveva intravvisto il fulcro potente di un rinnovàm,ento e di un benessere. Sp.argere l 'istru,., zione nel volgo, era a1 ddirittur,a un bisogno intim.a--·- mente connesso alla trasformazione d•el nostr~ org.a-- nismo sociale. Giov.a nota-re, che non c'era u.n'on,., eia di sòcialismo in questo suo accanito insistere per la difesa delle ·plebi. * * * L'am.biente ·politico e sociale di BologDa, dal '60 ali' '80 appariv,a bizzarro e spinoso. Da un.a ✓ parte i repu,bblicani e i ra1dicali; quasi sempre i.n · minor,anza negli uffici ,pu,bblici e severamente tenuti d 'oc-chio d,al Governo ; d.all 'altra i moderati (1min-- gihetti,ani intran1sigenti) che largam.ente occupavano gli uffici governativi e locali e per la posizio,ne so--- ciale e per le particol.ari benemerenze formavano costantenlente l'opinione pub·blica. Tra queste due correnti s· incu.neavano i progressisti mo.narchici. Fig·u,r,av.anotra le file dei moderati G. B. Ercolani, Lodo,vico Berti, 1 1\1.atteo .Pedrini, Cesare Al1bicini; f.ra quelle dei progressisti : C.a,millo Casarini, 1,• oculista prof. M.a.gni, Enrico :P,anzacchi; fra i radicali, Giuseppe Ceneri, il Col. P,ais e il pròf. ,Pi.azza. E·notrio non se·mpre benviso dai correligio-- nari, era giudicato con diffidenza dagli altri partiti. Comunque, col volgere ,d.egli.a,nni, l'ostilità del--- 1' am,biente, si attenuò, gli urti furono meno aspri e . -moltissi,migli divenn,ero a•mici person,ali, pur restandogli avve-rsari politici. Dal famoso salotto di casa Gozzadini, dall 'Univ,ersità e dalla Libreria Za.ni--- chelli (dove conveni,vano tutti i professooci univ,ersi-- tari illustri, i m.agistrati più in vista e s' incontr,avano .S,bar.bar~, ·Ceneri, Saffi e gli allievi più affezion.ati del Carducci} sorse una sin,cera corrente di simpatia verso lo sd,egnoso marem,man,o. Molti .pensavano : era un galantuomo un ingegno potente, un lavoratore mi,r.abile, un eru1dito stupendo, un ottimo ,pro,f~ssore; peccato facesse dei versi così ,difficili -e così poco manzoniani ; peccato avesse, e manifestasse certe ideacce ... Carduoci era ris:pettoso con Minghetti, non ri-- fìutava ,alcun contatto con moderati autentici, ascoltava i loro, discorsi e discuteva con pacatezza di po-- I litica e persino l'avevano sentito dire che Cavour era un gr,and 'uomo e che Vittorio E,manuele era un buo·n Re. . ,M,a il suo ingresso de.fìnitivo i:iella società bolo-- g.n,ese, il Carducci lo fece qu.an,do Marco .Min,g,hetti, a1 bbandon,ando 1le cure govern,ati'Ve, passò a vivere stabilmente a Bologna. Sia.nella Villa Mezzaratta, sia nell'.aula ·del Consiglio .Provinciale, sia alla. sede ·dell'Associazione Costituzio 1 nale, si.a a quella del là Società Felsinea, ai vecchi amici s'aggiunse la falang,e dei n1uovi e i ne:mici si tra,mutarono in, avversari cortesi. Con1veniva,no, specie a VillaMez... zaratta, illustri uoll)in1 i politici e delle scienze e delle lettere {anche dall'estero) e vi s'incontravano con le più s•piccate personalità bolo·gnesi, f1ra le quali pri-- m·eg•giava il C.a.rducci. Sono di quegli anni le Odi' Barbare, ch,e died,ero fam,a e gloria al Poeta e la lotta impegnat.a per ·vincere la famosa battaglia fu mor.a.lm1 ente condivisa, si può dire, d.a tutta Bologna, che Enotrio amav.a come una seconda patri.a. l, 'Quando in Bologna, si seppe che il Carducci era ri1m.astop.roifond.a·mente .a,d,dolorato alla notizia della morte· ·di Vittorio Emanuele Il, tanto profondamente, che ne aveva ,pianto, molti se ne stupirono; 1 ma si compiacquero allorchè il Car,ducci, n-el novembre dello stesso anno, si recò a1 d ossequiare il giova·ne sov-rano d'Italia che visitava Bologna. La sera di quella gio,rnat♦a memoran,d,a, si svolse un gran,dioso ricevi1 m,ento a Palazzo Comu.n.ale. Vi er,ano stati invitati - oltre le autorità e le ·notabilità ibolognesi - i rap1presentanti le accademie italiane e str~niere. Il Carducci vi si recò in abito da ser,a, con tutte le decorazioni ; e a chi, sia pure amÌ1 dhevolmente, gli av·ev.a oss·ervato che quelle insegne cav,alleresche ·non gli erano state mai viste sul ,petto, rispose fieramente che era orgo,glioso di 1 porta.rle in f.aocia agli str,anieri e in cospetto del · Re d.'ltali,a, perchè - qualsiasi fosse stato il suo ideale politico - sempre, quando si trov,av.a insieme con gli stranieri a pr,esenziare a delle cerimonj,e, si sentiv.a monarchico, perchè er,a .italianis- • simo. * * * . Non di,ceva comode menzogne, nè contraddiceva la coerenza del suo pensiero politico. Sì, egli era. un repubblicano convinto ; ma egli sapeva rispettare la ,monarchia, m,a egli sapeva giudicarla con 1~ serenità ·degli uomini gran,di, ma egli sapeva

CARDUCCI E L'IDEALE POLITICO 367 ammirarla. E fin d.al ·'62, l'a.ntica visione di Ga- ben superiore di quella se non fosse migliore la ribaldi e di ,Re Vittorio uniti in un'unica gran- R~pubblica o la Monarchi.a. dezza, risorge nel suo s,pirito di poeta e di storico. . T.ali concetti furono da lui ribaditi e illumiNel '70, che si gloriò di Roma ca•pitale, Gio- nati nell' '86 in un discorso a Pisa. « La base sue Ca,rducci, parlando a Lugo, dichiarava che, della Monarchia - egli aveva detto, con scandita se la sua fede repubblicana non sarebbe rìma~ta parola - è democrati,ca, il plebiscito. Ed io e-re- « su la porta della Carnera dei Deputati », la re- do di rend,ere al Re d'Italia il massimo onore, . pubblica sua non era « la repubbli,ca di sorpre- qu,ando lo veggo in fantasia, su I' Alpi Giulie a sa ». Egli credeva, con Giuseppè Mazzini, che cavallo, a capo del suo popolo, segnare con la spa- _corresse obbligo, più ai repu:bblicani c1 h•e ad alt1 ri, da i naturali co1n,fìndi ella più gran ~-azione latina ». d'insegnare il rispetto al dogma della sovra.nità po- Alla distanza di tanti anni, sup,er.ate tante forpolare. Egli, insomma, non sarebbe uscito dal tunose vicende, gli italiani di Benito Mussolini vegTempio della Patria, solo pel fatto che vi entrava gono, 1og•gi,con egual fierezza, il -loro Re a capo il Re. Se la mon,archia avesse osteggiato la li- di questo suo mirabile popolo che, col sangue dei bertà e il progresso, egli - solo in tal caso - più gloriosi eroismi, -ha tr;a-cciato dove suonava la sa,rebbe stato contro la Monarchia. Patria, libertà lingua di :D,ante, le nuove frontiere del secolare e progresso rappresentavano per lui una questione diritto e dell'inesorabile giustizia. .. .. • EPILESSIA. ___ ___,;,.__ ED ALTRE----- MALA TTJE NERVOSE si guariscono radicalmente colle celebri Polveri e Tavolette dello Stabilimento·ChimicoFarmaceuticodel Cav.CLODOVEO VASSARINI diBologna ino Bianco GUGLIELMO BONUZZI , I O I

OSTIA ANTICA ·E MODERNA Per la .decisa volontà del Governo Nazio•nale in.sofferente di altri ,indugi - .la via Ostiense - già sacra _al trànsito del traff.ico mondiale dal mar-e alI 'Ur 1 be (via anche amena perchiè ·lungh~~ssa, fino .al l1itorale, « patrizi e finanzieri pagavano carissimo un giardinetto· 1sulle sparid,e del Tevere )> - com,e ci narra Gastone Bo,issier) - sta riso,rgendo, è risorta a nuova . vita. E al .termine di essa, al cospetto del Tirre110, sta risorg,endo 11apidam,ente, è risorta Ostia moderna - accanto ali' antica. I.I povero villaggio, i,solato tra, gil.i acquitrini, è 1diventato una prosp·era lussuosa città di villiini ; noo dom.ani ma g.ià oggi sede balneare deUe più eleganti -e confortevoli. *** A .inc.itaimento alla g1 rand,ezza futura e a mònito e ricordo dti queJ1 la passata, in vista de]le costruzio- . ni ,eleganti di O,stia n:uova, bian,ch·egg.ianò•i ruderi d,i Ostia antica - « ,emporio d,ell 'Urbe >>. Ostia- fu fondata, intorno al .terzo secolo prima di Cri,sto, 1per !Scopi ,m1 iilitar1i,per il dominio del lvl,editerraneo. Dal suo porto partirono le navi romane dirette contro Car.tagine ; sappiamo ch,e Scipione moss,e d1 a Ostia alla conquista della Spagna. Fatto a M,editerraneo lago romano, O,stia assum.e decisa,mente il suo aspetto prevalenternenite commerciia1le, divi.enre 1 'arteria unica, può dirsi, per cui a Roma g.iunigono i grani, gli o,lii, i vini, i mar1 mi d-ei.l. 1 'Egi.tto, della Cir,enaica, d,ella Tripolitania, d,ella Nu.. midia, della ,Mau,ritania, Il .fomim,ento del grano era lo scopo precipuo della flotta mercantile romana. . Oggi, i1lgrand,e oc.'heletro d,ella città ·morta .abbandonata suHia J.inea di un orizzonte de-solato ed ,eroico, si va così lenta.mente sollevando ,dal terreno,; si profila ogni giorno p.iù visibile, più saliente, più ampio. È ,già .im1 rnenso. Ecco la porta pricipale della città, a destra deHa necropoli, costruita di tufo, n,el'1'età repub·blicana co1 me risulta dalle r1icerc~hein proifondità ,e poi, sotto 1'impero, v-estita ,di mar,mi. Essa •metteva nel d,ecu·mano, magnifica strada •diritta,_lung1a, hequ,entati,ssima, adorna, a destra, di un portico ;Sontuoso, a due piani, con negozi tdi ogni genere. Dal portico si accedeva alla Palestra e a1 lie T,erme. Di queste stupendi appa,iono i ,mosaici ,deUe sa'le di a·spetto, in buono .stato d,i conservazione i resti del sistema di riscaildamento. Poi,chè Ostia aveva ,sistemi di risca1 ldamento paragonabili ai ,moderni ter,mosi,foni: av,eva case altissime a molti pian-i. Era cosmopo.lita al più alto grado. Oggi, avanzi di portici, statue, lapid,i, fra·mmenti Biblioteca Gino Bianco , escono daHa terra e si uniscono monchi e quasi trasfi-- gurati a for:mare 1 la linea deNa gigante.sca e frammentaria congerie : congerie fatta ainch'es·sa dal tempo quasi irreale e 1pura. Qualunque ·sia stato i'l .suo destino nei secoli, un fuoco (che è .il più sicuro, pure se il meno visi1 bile) l '·ha tutta coim,busta: il fuoco del tempo; e ciò che rimane 1 di una ,costruzione remota, la sua cc rovina >> non è c·hela cene:r-e deilla costrutta .e distrutta opera umana; cenere deHa stor1ia. Dietro al foro è il teatro. Esso fu co,strutto al tempo. di A1grippa, restaurato, ,da A,driano•, .intieramente r.i- ~ostruito sotto S,ettimiio Severo e Cai.acaiHa, poi di nuo,vo li€staurato da Onorio. • Un ailtro spazio .è dato da.I cc fòro d1 i V u1 lcano »· che era circondato suj tre lati da un ·portico di colonn~: il gran tempio ,dedicato a Vulcano sorg·e .assai ele-- vato sul suolo: .è di armoniosa architettura. La via vicina al tempio conduce alila antica porta Laurentina, ove sono avanzi d,eil cc Metroo 1 n n (la p1 iazza· di adun•anze deii Caneforj ostiensj) e iii Ca,mpo Sacro ava.nti J 'area de1 l temp.io di C,ibeie. Attrav,ersando• gli avanzi di edifizi fra il tempio ,di Vulcano e il Tevere, una via conduc,e alle terme: vi si riconosconoancora il calidarium ,e l,e piscine. f,ra il tempio e il fiume è il cc pa1 lazzo imperiale n, ornato di colonne corinzie di gra,nito. Dapprima si. suppose ch,e que,ste rovine fossero di terine; ma poi 1 le iscriz,ioni scopert'e accertarono trattarsi del palazzo- .i,mperiale d1 i Com,modo. Vi sono notevoli i mosaici, specialmente quel~o c1 he ra1ppresenta un laberinto. Ad_ occidente del palazzo si trovano le rovine de1 l:l'arse-- na1le( Navalia) costrutto da Caio Marìo Cen,sorino, pretore di Ostia ; di là d,elle quailii, ,attraversate altre rovine, 1sigiung,e al,1' cc ,emporio•» ov-e è i,ntatta una stanza contenente mdlti grandi bellissimi orci a .mezzo sepolti ne1 l -suolo. . Ohe sotto Nerone Ostia fosse popolosa e ricca_ Ta 1 cito :st,esiso·s,egnala, narrando che ,dopo ,il fatale incen,dio d,i Roma .il C·eisa11e,mandò a cercare a Ostia_ e ne.i ,mun,icipì vicini '!ti.i utensili n,ec,essari per riparare i danni incalco'labili d,ella ,cataistrof,e. Vii dov,eva regnare un' a.ttiv1ità fervidissima. Le- .is_criz:io~ir.a?lm·entan? .,num~rosi sindacati tiia padroni d1 bast11ment1( « dorp1n1 na1v1um n) e lavoratori del mare - sin1 dacati e1he nel IV secolo, d,iv,ennero addirit-- tura istituzioni ufficiali. Verso il 450 d. C., Ostia dovette toccare il .ma~ simo 1 sple~do.r~.. La Silla popolazione raggiunse gli 80.000 ab.1tant1; è celebrata come amoenissima civi-- tas ; n,erHeviHe eh-e so,rgono nelle adiaoenze i Romani si recano a diporto; le ricchezze a·bbondan~. Le i•scri--

OSTIA ANTICA E MODERNA 369 zioni rammentano due membri delila fam1iglia Gamala rimasti famosi per le loro !profusioni: offrirono al popolo spettacoli gladiatori eccezionali ; detter~ un ba-nchetto di duecento triclini ai coloni ostiensi; lastricarono strade, restaurarono templi; eressero nel Foro un Tribunale di marmo, rifecero l'Arsenale, le Terme Antoniane distrutte da un incendio. *** Co.I decadere di Roma, Ostia finì per vestil'lsi di terra. Languirono ,i com.merci, .i cittadini emigrarono, s_orsè, veTso il V secolo, la pirateri~ che le dette il colpo di grazia terrorizzando gli u:ltimi abitanti ; ogni industre lavoro tacque, ogni splendore fu sepolto, per lunga serie d.i evi. Quest,i ricordi e questi raffronti evo,ca oggi i1 l bianco scheletro delle rovine di Ostia. Esse sono suggestive al più alto grado e di ricostruzioni idea.li eccitatrici. · Qui, un giorno suonò, fervente di traffici, la vita di una oittà popolosa! Le società di navigazione dei grandi porti dell'Oriente e d.ell'Occidente, di Marsiglia, di Siracusa, del Pireo, di Alessandria, ,di Bisanzio, vi avevano i loro Iloyds, i loro dockis. ,Molte testimonianze restano, specie nelle epigrafi, di ,queste corporazioni e dei loro commerci. La più artistica di esse è un ,grande ·mo 1 saico ornamentale. Esso presenta nel centro quattro emblemi, la Trinacria (Sioilia), una testa femminile coronata d'olivo (Spagna), un'altra su un coccodrillo (Egitto), una terza coperta de·lla pelle di elefante (Africa); sono le quattro provincie, con cui Ostia aveva .i più stretti rapporti commercial 1 i. Accanto a ciascuno di questi em1 blemi una testa alata ricorda il vento favorevole alla navigazione ; due .delfini ricor,dano il mare ; le armi indicano la conquista. Ved-ia·mo cioè il commercio marittimo e la forza mii.imi-e che 1'assicura : in una parola, il mosaico ci rappr,esenta quella che fu la grandezza di Roma. E un altro mosaico bianco e nero, reca una rappresentazione del Nilo, nel centro deJlla qualé è una barca lunga, snella con poppa a testa di animale : ma nulla ri1 mane de-Ila rappresentazione .centra,le; sotto di essa sorgono dalla fascia delle pianticelle acquatiche ;, talune con fìorridi loto. Nel lato orientale sii scorge un cocco,ch,illo che insegue un pig-meo; n,eJ lato settentrionalle degli ippopotami. In un grande piazzale, fu fatta anni or sono una molto i1 mp6rtante scoperta artistica : una grande statua della V.ittoria. Questa grande statua è lavorata in un 1blocco di marmo oh,e, dietro ,e sopra, assume forma di pilastri. La dea « nobile ·e solenne nell.,aspetto e negli atti » è ve- . stiita di un ricco e lungo peplo fluente sino al suolo e superiormente rimboccato e cinto un po' più su dei fianchi ; .I' elmo è a tri,plice ci1 miero; tiene con la destra .Io scudo ap1 poggiato ~n terra~ .~ grandi ali maestose ricoprono i lati del pilastro. Il bracciio sinistro ora mancante, doveva essere alzato nel.I'atto di porgere una. corona. Questa statua, tro,vata in terra romana, è romana altiesì per la Javorazione materiale d,el marimo,_ inv,ero non priva di durezza e fatta ad uso decorativo,. {può essere attribuita aUa ,seconda metà de!} I secollo ed an,oh,eai pr,imi anni del II seco,lo de1l 'era vo,lgare) tuttavia l 'invenz1iornee lo stile dell'opera sono non ro- . . mani ma grec1. , Così la nobile « Vittoria Ostiens·e n - apparsa fuori dalla terra ail momento propizio - diventi il simbolo - mònito ,e augurio a urn tempo - d1iv,enti lostemma di Ostia noveHa: destinata ad essere, co1 me l'antica, non solo <e amoena civitas » ma emporio marittimo d,i Roma littoria. ARNALDO CERVESATO BIRRA PARTEN IL PRODOTTOESCLUSIVAMENTNEAZIONALEPER CAPITALE, MAESTRANZEE MATERIE PRIME \ ib ioteca Gino Bia co •

I \ COMMERCIO FRA.·ALBANIA E ITALIA • J • • .., • I • I Dopo alcuni anni di discreto e, purtroppo, non inopportuno silenzio, si ,I , 42° l"\Of\Uti,- 0 • I I i fanno la spola le navi snelle delle nostre Società. di Navigazione meridionali, le quali portano esempligrazia olive, ova e lane. per le nostre industrie e studenti alle Accademie e Università; mentre ritornano con macchine e tessuti, e quel che ' . ' . . • e p1u, per quanto immediatamente impalpabile, con idee e spiriti, che rinnovano, anzi creano la nuova Albania. E cosi i due ter~i dell 'esportazione e i tre quarti dell' importazione albanese si svolgono con l'Italia. ' ritorna a parlare dell' Albania in Italia. · Prima perchè il· Regime Fascista ha ottenuto col Patto di Tiran@. il pieno ristabilimento del prestigio italiano di fronte· al Governo e al Popolo della Nazione amica. Oggi poi perchè 1' hanno portata agli onori dell'ordine del giorno nella politica internazionale le scomposte e pretensiose manifestazioni del dispetto jugoslavo, - quando esso ha dovuto constatare che, nonostante la sua torbida politica, una volta tanto le ragioni della storia e della geo~ grafìa vincevano su tutte le altre e Tirana cerca alleati e propulsori di civiltà a Roma, invece che ... a Belgrado. L'Albania è stata fecondata dal sangue italia- ............. ~ a..:..:.;.~~~~~~~~~~-----_J[ Nostri studiosi erano andati colà non appena la terra degli Schipetari rimase avulsa dal mondo turco e si trovò libera; e da allora fu fatto I' inventario delle possibilità im.- mediate del paese, come ente economico specialmente : agricoltura per la no, è però non · è del tutto estranea alla comune cultura geografica· del nostro paese. Tuttavia vi sono di essa indubbiamente alcuni clichés, che non è inopportuno corLa popolazione italiana con tiene più di tre volte qu-:!lla jug~slava (SHS) e 40 volte quella albanese (A) iblioteca GinG> . reggere 1n quanto sono correggibili. Oggi, credo, nessuno ha in mente, come quel tal, diremo, onorevole nel 1915, che l'Albania sia da• cercarsi in Africa o in Asia Minore. Essa è li rimpetto a noi e sua mercè non dobbiam spartir l'Adriatico solo con il tripartito Reame degli S. degli H. e degli S. ancora, al quale largimmo la Dalmazia intera, che a Venezia permetteva di ch.iamar suo golf o tutto quel mare. E dai suoi porti (Durazzo, Valona, San Giovanni di Medua) a quelli di Puglia . . . massima parte, pastor1z1a, che scende nelle cattive stagioni al basso e saggia in prim~vera l'infido terreno della steppa paludosa. Poi le risorse minerali: la sete del carbon·e, del ferro e del petrolio cercò qui ancora, come ovunque nel mondo, fonti per la sua arsura immane. Si trovarono segni della presenza del carbone e di lignite; ma tuttora non in tal quantità e ubicazione da invogliare un grand~ sfruttamento. Invece si gettarono sull'Albania, nuova anche se modesta preda, le graridi monopolizzatrici del petrolio. Oggi un terzo del l'Albania è divisa in zone riservate alla ricerca ed eventuale sfruttamento petroliero di vari Enti. L' Italia vi ha il suo posto, anche se non fra i migliori. Fu questa presa di posizione, • • • • • •• • ,,. I . La superficie dell'Albania (linea continua) è inferiore a quella del Piemente (linea a pu~ti)

COMMERCIO FRA ALBANIA E ITALIA ( 371 RADA DI V ALO A DURAZZO TEPELENI - PONTE ROMANO SUL BENCJA Bibliotec. inoBianco· • I RI 'VOLTI DELLA STRADA DALLA CHIMARA ALL' A 'PRI1RUGA (Costruit_a dai c;oldati italiani) CIMITERO DI TEPELE I PO~TE DI YOJF~. A PRE O KLL CRA

.. , .. . . 372 UMBERTO TOSCHI . ' ' . CONCESSIONI PETROLIFERE ALBANESI Leggenda : S - Standart; SM - S. Miniere di Selenizza; R - HH. Ruston; Nero - A. Italiana Petroli; Traverso - D' Arcy Expl. Co.; Quadrettato - Crédit Géréral . anzi, l'inizio di 1:1navera politica italiana del petrolio, che da troppo tempo era non solo assente, ma nega ... tiva. La AIPA (Azienda Italiana Petroli d'Albania) ha affondate tre sonde nella valle della Voiussa e una ne ha affon.data la Società delle Miniere di Sele ... nizza. In tutto sono riservati agli italiani 49 .361 ettari ~u 264.073 concessi. · Degli· altri toccano alla francese .Crédit Général des Pètroles ben 120.000 ettari, nei quali tuttavia non si è ancora piantata alcuna sonda. Indi ven ... gono le grandi Compagnie: la Standard con 51.500 ha. pure ancora da sfruttarsi, e la Anglo ..P. ersian, che è stata la prima a occuparsi seriamerite dei petroli alb&nesi e per mezzo della sua affiliata D'Arcy Explo- .. • iblioteca Gino s·anco ration ·co. controlla 34.412 ha. con quattro sonde iniziate. Infine due piccole concessioni, ancora da esplorarsi, ha la Società H. H. Ruston. Se, come si ha motivo di ritenere, queste sonde daranno buoni risultati, sarà aperta la via per un. più rapido modernizzarsi dell'Albania. Alla quale la cosa che manca principalmente, oggi come ieri, sono buone strade, per non dire « strade qualunque>>. Le attuali più tollerabili congiungono · in senso normale alla costa i porti coi centri maggiori del retroterra; ma le cqmunicazioni di questi fra loro sono tanto difficoltose, che non è raro il caso che le stesse merci, p. es. l'olio, vengano portate dalla bassa Albania a Bari e qui ricomperate per gli scutarini ! D'altra parte le strade non si fanno facilmente sin che non vi sieno esigenze di mercati (offerenti o richiedenti) tali da renderne il costo compensato. A meno che l' imprenditore, cioè lo Stato sovrano iri ultima analisi, non possa immobilizzare ' il capitale d' impianto per vederlo fruttifero dopo un certb numero di anni, quando cioè le esigenze economiche, che non esistevano prima, fossero state create dalla strada stèssa. È quel che si fa nei paesi coloniali, verbigrazia. Ma nel caso dell'Albania da un lato è la dignità sovrana della piccola Nazione, dall'altro le sue scarse possibilità finanziarie. Ma se· salterà fuori il petrolio, per dirla alla buona, allora le strade saranno fatte alla svelta dalle Società concessionarie. E anche le ferrovie. . E così, a poco a poco, saranno premiati i nobili sforzi dei ceti dirigenti e intellettuali d'Albania e la collaborazione generosa degli Italiani (ricordare che a questi si deve l'esistenza della Banca di Stato Albanese e cioè l' inizio di una vera amministrazione finanziaria propria del paese). E si giungerà a far prender contatto intimo con la cìviltà occidentale ali' interno albanese : il quale appunto è non solo il cuore metaforicamente cartografico del paese, ma il vero e migliore suo nucleo vitale, dal punto di vista etnico come da quello economico. Questa affermazione va un po' contro le opinioni fatte comune ... IL CASTELLO VENEZIAr O DI TEPELENI · •

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