• FRA LE RIVI·s TE cc. Critica f asci,stan. XV Aprile - Redattoriale·: Da1 l cittadino al produttore - § superamento dei « d1iritti dell'uomo ». « Vediamo :in quale luce storica si presenta la Carta del Lavoro nel confronto dei « D~ritti dell' Uomo ». Essa acquista un indubbio e decioo significato di superame,nto. I lavoratori e i produttori di oggi, nel nostro e neg,li altri paesi, prima di essere cittadini .furono uomini, e come uomini furono sc,hiavi. Il crollo della società feudale fu una grande conqu,ista dello •spirito u,mano, che dette forma di dignità civile alla lotta politica, e affermò jJ concetto della Nazione come patrimonio della collettività. Negare il .beneficio di que·lle conquiste significherebbe negare la Stor,ia. Ma vediamo in quale concetto la « Carta deJ ,Lavoro » rappresenta il superamento, lo sviluppo storico, e non l' antitesi della ,Rivoluzione Francese. Gli « immortali principii » rappresentano soprattutto una affermazione egualitar,ia. Oggi, la Rivoluzione vera com,pie anche una afferamzione ,egua1 litaria; p!I'oclamando la par.1tà di tutti i cittadini come produttori e come lavoratori. Oggi i.I F asoismo afferma i cc Diritti del lavoro n e .la 1 Slllp 1 re1 mazia assoIuta della Nazione sui cittadini. N1è l'uno nè l 'a'ltro concetto sono -in antitesi al.la ,Rivoluzione Francese, in quanto ,nè alcuna parità dei cittad,ini come lavoratori potrebbe . . . esistere se non s1 riconoscesse come cosa ovvia 1 'eguaglianza dei cittadini come ruomini, nè potrebbe esistere supremazia di Nazione dove esisteva una supre,mazia d,i caste. Perciò la Carta del Lavoro, nel suo concetto egualitario e nell'affermazione dei diritti del lavoro non è un'antitesi, ma un ,superamento dei Diritti dell'Uomo ». Ogni categoria d,i lavoratori rico- • nosce dallo Stato un uguale diritto di protezione ohe non può ven,ire accordato se i singoli non danno prova di isapere armonizzare e, alI 'occasione, sacrificare, i' immediato interesse di persona a quello d,i classe ; e quello delle classi a quello della Nazione. L' eguaglianza, in sostanza, non si postula p.iù dal fatto naturale e 1bruto di essere « uomo » e cc cittadino », ,ma ·si lIÌconosce da ,quello di essere un' enrtità attiva e partecipante nel gran cor,po del.la Nazione. Non iSi procede più dunque da una ·forrmula astratta di filosofia naturaJ.e, ma solo al lavoro si riconosce dignità e ·diritto. Il salario viene così ad essere considerato, non più alla stregua .di un pagamento per l'acquisto di forza pro,duttiva, ,ma come giusta 11inumerazione di •un atto di dignità umana. cc Echi e Commenti ». XV Aprile - G. Dall'Arno De' Rossi : Lo « Stato Militante » e lo « Stato Cattolico ». · Scr_ittoa proposito del 1 discorso di F orges Davanzati all' Accad.emia Forense di Coltura F asci,sta. Verte sulle interpretazioni tendenziose e confusionistiche del ceto cattolico intorno al Fascismo. Dei cattolici, l' una paite si inanif e sta quasi coragg,iosa.mente avversa alle nuove idee ed al regime, l'altra, f acendone una ·stolta nonchè ipocrita e lievemente vile apologia, falsa ila idea dello Stato Fascista, descrivendolo come compiuto •e perfetto, identificandolo quasi con lo Stato Cattolico. cc li Fascismo non pecca di Statolatria, nè dii orgoglio. Non 1si vanta, niente affatto, di aver scodellato - come una :Minerva uscita del cervelJo di Giove, la forma perfetta dello Stato perfetto ; la quale, esso ·sa ·bene, ·non può esser ·bliotec Gino Bia co rag1giunta se non per attributo di- . vino ». cc Il carattere - ha limpida,mente det,to ,Roberto Forges - del ·moto, del.I' azione f a,sci.sta è questo : non credere al dogna della perfezione ,dello Stato. La democrazia era caduta in questo dogma. Vi ,era caduta per or1igi,nee per ·modi di •sviluppo. La democrazia ha ,mirato ·a fi.ni generici, non specifici. La de- .mocrazia aveva soffocato nella sua az,ione il . sen·so d,el divino, che accompagna ,sempre .la contingenza delle cose umane, in un fine esclusivamente terreno, e però ha dovuto necessariamente torcere la propr,ia opera ad una pretesa perfezione di i,stituti ». E, più avanti, anco:ria il Davan- . zat1: cc••. •scorrendo tutta la storia del1 'umanità non ci è dato mai di imbatterci in una perfezione in sè compiuta di stato, qùindi ibisogna resp.ingere il dogma, appunto per cercare di avere ·uno stato migliore, ci~è perfettibile, •poi,dhè i fini dello stato sono fuori di es,so. Lo stato è ·se,mpre strumento. Ne•IJa concezione fasèista quindi, lo •stato altro non è che lo ·strumento per ragg.iun- , gere il fine. -Ma ogni ragion finale è impossibile fuori della religione. Ed i.I Fascismo riapre le porte dello stato al divino ohe ne era stato sbandito dalla rivoluzione Francese. l1 1 F a,scis·mo dunque, sia detto a confusione dei suoi nemici irriducibili, e dei suoi amici a,l caff elatte C'he hanno saputo alssoggettarsi ad un'utile metamorfosi, ma non ad una faticosa .metanoia, segue la vera scienza civile che è quella che riesce a congiungere e ad amionìzzare la contingenza delle cose umane con I' ideaile immutabile ed eterno · de.1,1 'E vangelo. Esso sa che la perfezione appartiene al.la meta, non al v,iaggio ». ·. '
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==