J l , 306 GIOVANNI MAI·OLI • st101,... aveva confortato i Principi e i ,popo1 li d' lta!lia ailla concordia ; qui faceva due gran~i eccezioni al primo pro1 gram1ma. Eg1li m1etteva al banido d,ella civilrtà i G1 esuiti, e id governo napoletano. Il passo era · gravjssimo; e per la s•econda parte ben si co1mprende che 11 'uccisione d,ei frateHi Ban,diera, e d•ei iloro compag·ni, avesse suscitato nel.I' a.nimo suo iboU~nte Ja vivi,ssima indignazione onde son scritte que1lle pagine, che ,dur,eranno immortali fin1chè .i nobili sensi ,es,pres 1 i in maraviglio,so -linguaggio a'b,biano efficacia negli animi. Quel 1 le pag.ine .sta,mpate a parte, introdotte c.Jandestinamenrte in ltalia, ebbero una incriedibile ,diffu- . siorne, e sicoome vi era bi1asimato senza ambagi il .tentativo scon,sigliato d,ei fratelli Bandiera, e s01pratutto vi era fi,eramente condannato il consiglio di coloro c1 he lii av,evano .sipinti alla impresa infelice, così I' effetto siui libera·li fu d1 i con,f 01tto e .in.seime di temperanza grandissimo. . . , cc L' al.tra parte gravissim~ dei Prolegomeni' •era la guerra dichiarata ai Gesuiti." Cong1iungere religione ,e ciV'jlta era il gran fine d,ei 1 lo scrittore: ora ci veniva a dic,hiarare che l'ostacolo aNa ·sospirata conciliazione erano i G.e,suit,i ». Due anni prima, nel Primato, aveva tenuto un linguaggio rispettoso e .benevolo verso la Compagnia; ora l.'assailiva poderosam,ente. Com,e ,mai q1uesta differ•enza? cc EgJ.i ,scusavasi 1dicendo, c.he 1 la Compa,g,niia neHe sue origini •era un istituto stupendo,, ma che tosto n'era degenerato; ma certo ,la d-egenerazione non av,eva potuto ,seguir.e. in così ·breve lasso di tempo. Diceva ancoTa oh,e ,i Gesuiti essendo •una forza, egli aveva vOllurto:sperim,entare s,e potevasi r,ivolg,er,e a1 l riscatto d'Italia, sebbene sin da1 principio :l'opera gli -sem,brasse impos,siibile ; ma qui ancora si poteva rispOtllldere che lo ,esp•erimento ,era stato troppo ,breve, ,e tanto1 ,meno dov,eva rinunziarvi quanto (1sic) si av•eva innanzi un concetto ohiaro d,ell,e difli.colltà da :superare, .sicchè sarebbe ,stato più rag.io,nevole non tentare l'.i,mpresa che a1l ,suo inizio a1 bbandonarla. ·V ero è ,ohe ,I' arttitu,dine da •essi pr.esa in Isvizzera f ac-eva pr•esagire che la gu,erra oivile potre1 b·be scop:piaire pro.vocat<1idai ,Revefendi Padri. In ,F ranicifl poi av,eva suscitato ad anima versione I' ani,mo di tutti gli. amatori di liberta e già ·sorgeva quel ;mo•todi reazione contro di loro, onde nel tempo in ,cui io mi trovava a Parigi, •fu mandato a Roma .intellprete i,l Rossi. E i'l Gioberti sentì ohe con questa cooces_sione ail:'lopinione pubblica si sarelbbe cattivato, più strettamente gli ani.mi, per l'ad,emp.imento deHe a\ltre parti d,el su~) programma. Ad ogn,i modo egli è certo che la pu,b'blicazione dei Prolegomeni mutava le parti. I retrivi, i timidi, gli .spigo,li,stri si mettevano in guar,dia contro questo au1dace novatore, •e riconoscevano in lui l'antiico •esigl1iatoper la causa di libe.r.tà. La mo,ltitudine dei lettori ·sentiva ailoun ch,e di diverrso, ma si lasciava trascinare al calore della sua eloquenza. I liberali .gli si accostavano p1 iù confid1enti, e più vo~enterosi accoglieva·no anche ile sue dottrine di moderazione. Sodo i ,più vecchi o i più impigliati ibl'o ec Gfno ~anca ne1 lle anbidhe dottrine della rivoluzione francese, o nei fervori e1lassici dell'odio al Papato, rilluttavano. Però oggi.mai ogni sentimenit? ~•i~d,ifferenza verso ~no scrittore c'he molti da pr1111c1,p1a•v0evan<? sempl1cemente gi,udicato ,un utopista, si tra1&formava.m affetto _od ~vversione sec0ndo le tendenze; la sua influenza d1ven1 1va più pratica, ,ed egli poteva ben 1ire, c~me disse, che coi Prolegomeni av-eva passato 1,l -Ru:b1cone. In quel tempo la sua sailute era debolissima, le fati~e deg!l! studii av,evano 11lilanguidito i,l ,suo· stomaco, ed egil1 cercava ;n,el riposo •e nd:la fr,esauria della Svizzera, e nelile acque salutari, un ristoro. Però a SijO ingegno .in qu1el teimpo ,era veram,ente a1,l'apice, ,e già av,eva ,eg1li 1me 1ditato moJte opere le q'uali non potè compiere, ·e ne lasciò poich,e traccie ed appunti, come la Protologla ,e ila Filosc,fia della rivelazione. La fa1ntasia sua era vivissi,ma, -e maravigliiosa la facoltà di passare da un'idea al!' a1 ltra, e di ritornare aHa !Pr.iina. Ohe a ·Minghetti fosse sotto il fasci.no dii ,un tal,e e sì grande scritto1 re e pensatore, aveva dimostrato già più volte. A L~1,dra, discutendo cod Mazzini, gli .manifestò, . senza tante amlbagi, il i&Uo1f.ervido consen·so alle idee d,el Gioberti e d,el Rosmini. E qu,esta sincerità fu una deil1le cause determ1inanti 1' allontanamento 1 deH' un~ daM'altro d,ei ,due grmdi patr.iotti. cc Qu1este teoriohe non •giov,eranno ailil' tal,ia, •ma r.itarderan:no di moltis6iimi anni il moto nazionale >> - disse· il ,Mazzini al Ming•hetti. cc Giov,erà almeno l'aver pr-edicato ed ope- :r;ato ,la v.irtù, i'l sacrificio, la d1irittma de:l ,gi 1 udicio >>, rispose co1 n fermezza i'l Minghettì. E si separarono d 'a1llora in po,i senza ·mai piu rivedersi oè parlarsi. .E nel 1843, quando per la seconda volta 11 1 Minghetti era anda1to a Parigi IJier vi,si,tarvi l'esposizione, s'incont,rò •e strinse amicizia ,col G-e.nera'le Radowitz, uomo di in1 dole delicatissi 1 ma e artistica quanto ,mai, già noto p,er .pregiait:e ,pubbilircazioni 1 d1i vairio g-enere. T:ra 1l'a1 ltro, il Generale :s'intendeva assai di problemi filo,sofici ,e re1 ligiosi, e, n,e1 ll.e 1loro conver,sazioni, j due v_ale~tuomin,i si scambiarono ,le loro id,ee e le impress10,n1su1 lle loro conoscenz•e filosofi.re.be•e sui movimenti sp,ec·ulativ.i d' all,lor,asì in Germania com1e in ltal·ia. , I;I Minglhetti •espo1 se a1 l Radowitz i1l ,sistema d-el Rosmin,i nelUe sue vari1e parti, e J.e idee prinçipali del Gioberti, del quale, alllora, conosceva due soile opere: l!l Sopr_annaturale e l'Introduzione; i1lG.en,era'le espose tutto~ ciò che ~li 1 più mod.er,no s'era pensato in Germania, e ~pec~al,mente f.ece comprender-e .al g,iovane borghese ,d1 Bologna la grandezza de1 I movi,mento fì1l0sofi,co ,di cui Kant fu i! primo art,efice. Andato 1 il M,inghetti a cercare Radowitz anch,e nel 1845 e, non trovatolo, poco di poi riceveva da Carl•sruh~, una lettera ,di 1ui, in cui, sul Gioberti, è que1sta r1,marchevole va.lutazione : cc ••• L'AìlJe,maigne littéraire com•m1ence à s'occuper plus .sérieusement d,e nouveaux motuvements de ila phi·los?phie en ~ta'lie, et c '-e-st surtout Gioberti qu1i nollls 1ntéresse v1vement. Je désire bien qu' on nous
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==