, 302 CONCETTOVALENTE l'ausilio delle arti, che prendono un nuovo impulso ispirandosi agli avaBzi della civiltà romana. - . La varietà è l'armonia sono le due più spiccate qualità animatrici di quel complesso festoso e severo insieme di palagi moderni messi in linea sulle ter,_ · razze alte e maestose che costeggiano i due mari. Nelle grandiose costruzioni di Taranto (il palazzo Archita degli uffici, opera dell'architetto Giovanni Galeone; il Municipio, opera di Davide Conversano; il Museo Nazionale; il palazzo d 'Aiala,-Valva, ora 'Prefettura; l'Arsenale), l'arte imprime un ritmo di grande bellezza. Il vecchio tarantino che percorre i larghi viali fioriti e le terrazze della villa Beaumont! a la vista nel mare Piccolo basso e azzurro, richiama con malinconia 1'abbattuta villa del patriota &rcive,_ scovo Giuseppe Capecelatro, celebrato da Raffaele De Cesare, e ripensa al marmo che, sul loggiato della deliziosa casa di pace, portava l' iscrizione « Si, rursus hic peccaset Adam Jorsitan Deus ignorescet » e sente la min•uta bellezza pagana dei parchi che costeggiano il mare Ionio. Rapsodie e canti marinareschi L'originalità e la curiosità sono le doti precipue · che rendono cari e suggestivi .gli usi ed i costumi tradizionali apuli, basi licatesi e calabri. Questa è terra ·di sofferenze e di lavoro, terra umile e silenziosa che racchiude nel suo seno energie mirabili. · Internandomi un giorno, nella vecchia Taranto medioevale, nel labirinto di viuzze sudicie, tetre, strette circa un metro, fra costruzioni di tre o quat,_ tro piani e, proprio movendo daila chiesetta di San Giuseppe, che possiede al centro del soffitto un grande dipinto di Paolo de Matteis - discepolo di Luca Giordano - che volle eternare, accanto alle immagini di S. Giuseppe, dell'Angelo e della Vergine genu,_ flessa, il suo ritratto nella foggia del settecento, - giubba rossa e capelli a zazzera - ; passando sotto un arco a tutto sesto, vidi in un tugurio una giovi,_ netta esile, che eternava il perfetto tipo della bellezza greca -. La spelonca era quasi buia ... ; eppure quel . volto pallido, sottile seguiva. nella penombra il suo lavoro. . Dalla marina prossima giungeva un canto mari~ naresco dalle cadenze appassionatamente lunghe : Jersère fuie chiamate pe cantare *** I Altre volte intesi un canto nel quale il barcaiuolo~ che stendeva le reti su un vecchio e nero muro della marina, diffondeva l' impeto e il fremito di una sua acuta bramosia di gioia fiera ed il sentimento di gaudio e di umorismo diffuso nel popolo tarantino : A malatedda meje, la malatedda !.... no jè de morte la to malatia ; Bedda, no jè terzan 'e nno ' cquartane sule nu rame de malancunia. Viena, statte cun me na settemane, te· la -fazze passà sta malatia.· Quanno la malatia no tt' ha passate, tu, renenelle, pigghjala cu mija. Traduzione : La malatuccia mia, la malatuccia !... non e di morte la tua malattia; bella non è terzana e non quartana, ma solo un ramo di malinconia. Vieni a starti con me una settimana; te la faccio passar io questa malattia. Se allora la malattia non ti è passata, tu, rondinella pigliatela con me .... "<~~ • *** Spesso i pescatori, come i pellegrini dopo affannosa' via, mentre il sole si nasconde dietro gli scogli del capo S. Vito e le Cheradi luminose, elevano il loro canto di amore, che conserva la freschezza e l' impeto di una lirica ellenica : Vurnette sapurit' e, ffuec' ardente, fueche de l' anema meje, fueche bruciante fueche ce' ence trasiste int' al mio mente .... no Ir arriv' a stringe nisciun' amante. Traduzione: Brunetta saporita, fuoco ardente, fuoco dell'anima mia, fuoco bruciànte, fuoco che entrasti nella mia mente... non l'arriva a stringere nessun amante. *** La lirica amorosa tarantina della quale ho voluto offrire alcuni esempi raccolti da un insigne maestro, Emilio Lovarini, che insegnò al Liceo Archita di Taranto - e un elevarsi impetuoso e un violento salire della fiamma passionale verso orizzonti di bellezza. L'animo si dissolve nell'onda del- }' intera visione. E l' ignoto rapsoda si vale di questa intrinseca lotta - offrendo un rude ma prodigioso metodo ad altri cantori, come il compianto poeta dialettale Emilio Consiglio ed il hoto musicista vivente int' a nu strittelicchie ' ca no ssapeve ' Nce slave na bona uagnedda, senza matre; nnan¼' a na lucernedde ste cuseve. T ant' ere lu splendore de la sua carne, · , Mario Costa - per esprimere la sua passione con frase incisiva ed energica, che addita la sua arte. Dal mare sale nelle vene di questo popolo l'amore, .ma non l'amore cupo, minaccioso e desolante del sardo, non quello morboso contemplativo, tacito del siciliano, ma un amore gonfio di poesi·a e di gaudio, un'ascensione perenne dei sogni e dei desideri dalle spiaggie e dai regni azzurri dei mari alle sognanti colline della penisola Salentina coronate di dolmen, di trulli e di ulivi. ' . ca era nott e ggiurne me pareve. Traduzione : Iersera fui chiamato per cantare in un vicoletto che non conoscevo. Ci stava una buona giovinetta senza madre; d' innanzi ad una lucernetta stava cucendo. Tanto era lo splendore della sua carne; che era notte e giorno mi pareva. ■ 1 neo .
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