Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

., ... I MONUMENTI DELLA CITTÀ DEI DUE MARI 299 passione il libro degli evangeli, e penso alla mirabile ascesa del misticismo medioevale ed a quella vastità di concezione che fa dei monaci basiliani i primi iniziatori della pittura cristiana, fra i quali abbiamo i magistri greci T eofilato (959) ed Eustazio (1020), che dipinsero la cripta bizantina di Carpignano del Salento e gli artefici della cripta di S. Pietro - secolo IX - di Manduria, della cappella bizantina di S. Marco, di S. Leonardo, e della candelora di Massa/ra, e delle cripte cenobitiche affondate nella roccia, lungo i fianchi scoscesi ed impervii della Gravina nelle brulle campagne gibbose di Castel/anela e di Matera. Collocata alla estremità più orientale dell' Italia e posta a breve distanza dalle rive dell' Epiro, la penisola Salentina fu, nel Medioevo, l'agone di lotte fra le nazioni orientali e la civiltà cristiana. Quivi nel secolo VI I I cercarono riposo i monaci basiliani, fuggenti l'ira degli iconoclasti: quivi nel IX e X secolo, ebbero sede numerose colonie· del Peloponneso per opera di Basilio I, di Leone IV, e di Niceforo Foca. I Saraceni, i Longobardi, che tutto distrussero e imbarbarirono, e le schiere di Totila poterono fuggevolmente occupare Brindisi e Taranto, ma sempre gli imperatori di Bisanzio ed i Mussulmani cercarono un piede in questa contrada, finchè Otranto, nel 1480, con la sua eroica resistenza e col martirio, pote salvare l' Italia e l' Europa dal dominio mussulmano. Santa Maria della Giustizia 11 divin canto di Orazio riscintillante fra le brunite strofe per mille vivacissimi raggi di luce greca, e,voca il torrente Galesus, che nella antichità era celebrato al TARANTO - LA CITTÀ MODERNA • TARANTO - IL CASTELLO (f o t. Cimpincio) pari del Clitumno per la purezza delle sue acque, le quali rendono bianche le lane, ed il fiume Tara, sulle cui rive si eleva la badia di S. Maria della Giustizia, che era unita, nel medioevo, ad ·un ospizio ed è ricordata in una bolla pontificia di Pasquale I I che, nel 1113 regolava i beni dell'ordine Gerosolomitano. Il diruto tempio fiancheggiato da torre, conserva ancora la fronte monocuspidata e due portali del duecento adorne di fasce cordonate e di archi og~vali sormontati da cuspidi, che sono contornate da bugne sfaccettate come intarsio orientale. Il fragore dell'onda del Mare Piccolo risuona nella cavità che circonda il Galesus. « Mare piccolo, talamo canoro, « di nativi tritoni e di sirene ». Vine. Fago Il mare Piccolo vuol essere tragittato con le odi di Orazio tra le mani. La natura, che il poeta Venosino celebrò nella canzone evocatrice, frangentesi in volteggiamenti di archi lochi, di saffici e di asclepiadei, pare si rifletta nei suoi versi come queste fertili sponde nelle onde che le bagnano· coi flutti di zaffiro. Con quanta maestà Taranto si stende sull' isola tufacea, sul verde promontorio! Guardandola da questo porto, il più sicuro ed il più vasto che la natura abbia sèavato, oppure dalla torre di S. Maria della Giustizia, la metropoli antica si mostra in nobile e ridente aspetto e degna di essere la capitale di . un possente impero. La molle bellezza di Taranto attrasse Virgilio che sulle rive del Galesus, scriveva le graziose bucoliche. Sulle colline crescono rubiconde e bionde uve, rivali dei rubinati grappoli di Falerno decantati da Orazio che invocava, sotto il cielo (fot. Cimpincio) soave, la ridente Lalage . •

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