• 296 CONCETTOVALENT~ , i nghirlandati di pampini, di mascheroni classici, di grappoli stilizzati, di aquile binate, di satiri, di arieti angolari, che richiamano l'arte della decadenza romana o di Bisanzio o dei magistri pugliesi, del secolo XI, « che ebbero agio di sbizzarrirsi a loro piacimento nella· creazione di quei differenti tipi di capitelli non ad altro obbligati se non a mantenenrne l'altezza necess·aria nei fusti frammentarii ». La fanta ... siosa decorazione ricorda i capitelli della scomparsa badia di S. Andrea di Brindisi -. raccolti nel museo della latina città adriatica - e gli ornati piani, vigcr... rosi della famosa transenna çli S. Giovanni Maggiore di Napoli. Vari capitelli, pel chiaroscuro ottenuto con , profondi trafori o da potenti rilievi, richiamano i , noti motivi classici e bizantini (teste di leoni, foglie d'acanto, aquile ed arieti) dei capitelli e del pavimento musivo di S. Marco a Venezia; solo alcuni capitelli forse, appartengono al sacrario abbattuto da Drogone, cioè quelli frammentari greci ; gli altri, nell' insieme, arieggiano il corinzio romano, ma sono di gusto bizantino nell'intaglio del fogliame spinoso fortemente stitarsie marmoree, di fiorite trabeazioni, di candelieri in rilievo fra vivaci policromie di marmi, di sculture di santi - opere di art~sti del 700 e di 9reste _Pagano che scolpì le statue d1 S. Marco .e ?I S. Giuseppe (1804)- di ric~hi e nob~liaffresc_h1d1 Paohde Matteis che volle ricordare 1 m1racol1 del santo (1713)... << tutto u.n tripudio di forme liete, sane, leggiadre», che coronano 1' icona, ove si eleva la statua argentea di S. Cataldo benedicente, opera di Luigi Castello (1892). . . I mausolei lizzato. · I • · Gli Amboni ; l' Altare ; il Battistero In questo sacrario, che accolse le ceneri di Elena degli Angioli - vedova di Manfredi -, di Drogone, il fondatore del duomo, e di vari ·principi della ·casa d'Angiò, gli artefici della riBascita esercitarono un'azione profonda di civiltà. Nella cappella del battistero, fino ai. tempi del vescovo Brancaccio, trovavasi cc il mausoleo di Giacomo del Balzo, frantumato in seguito per il ricupero dei marmi». Quivi anche era - ricorda il Blandamura • - cc il sarcofago in cui la tradizione ripeteva che giacessero gli avanzi mortali di Elena degli Angioli, moglie di Re Manfredi, i cui ricordi di lenta e martiIn fondo al tempio, sormontato dal baldacchino marmoreo, composto di greche colonne cilindriche di giallo antico - che reggono i capitelli corinzii, i simulacri degli Evangelisti, .gli architravi e il tet ... tuccio fra pinnacoli angolari .- si eleva 1' altar maggiore, che nasconde i forti stalli del coro. Fino dal 1652, quando I' arcivescovo Caracciolo innalzò questa vigorosa opera che richiama la classica grandiosità delle forme antiche, si ergeva sullo st~sso altare, per volere degli artefici repristina- · tori del 1570, un altro saldo baldacchino· che portava coi marmi greci del tempio di Venere, una pira ... mide tronca sormontata dalla statua del Redentore ·e fregiata di una storica iscrizione latina evocante l'eroismo della legione dei marinai tarantini ·in u.no , dei più memorandi trionfi delle armi cristiane sui mussulmani a Lepanto. · Questo monumento storico, che serba la solidità delle antiche opere, è collocato nel battistero accanto alla fonte battesimale, la cui conca marmorea « è sostenuta da tre erme femminili greco..r.omane, che si ergono da un peduzzo comune coperto di foglie». Nell'abbagliante decorazione del templio, dinanzi alla balaustra marmorea nel 1569, ai tempi del cardinale ' De Carrige si ergevano ancora opulenti nelle forme romaniche, due solenni amboni sorretti da colonne di marmo, ma queste pregevoli opere, celebrate dal- . l'arcivescovo Brancaccio, forse, per le caratteristiche fantasie e l'arcaismo d~i magistri pugliesi chiamati dal vescovo Dragone, sono del tutto scomparse. Intorno sono le colonne coronate di fregi scultorii, sono i classici colo~nati @ le cappelle, fra le quali il fastoso e celebre cappellone del santo, a pianta ellititca, nel quale è un grande splendore di • J . . . . . rizzata agonia 1ntener1·sconoogni cuore». « Il monumento di Giacomo del Balzo si elevava su quattro colonne marmoree sorrette da leoni genuflessi » ed aveva un sarcofago, i cui avanzi accolgono le armi della casa Del Balzo ed una iscrizione latira. <~ Accanto eravi un antichissimo sarcofago, che recava scolpiti sul davanti » due angeli, e fra questi, I' immagine di un vescovo, forse il nordico vescovo Drogone, col « pastorale e in atto di benedire », richiamando l'arte degli artefici del rinascimento, che pur portarono il multiplo movimento delle forme nell'arco . trionfale di Castel Nuovo - Napoli, - nel S. Domenico di Andria, - statua di Luciano di Laurana - nel duomo federiciano d'Altamura scolpendo il pulpito, e infondendo una àmabilità straordinaria nelle sculture della chiesetta della Palomba dispersa fra le Murge di Matera, o nei palagi monumentali di Poggio Reale e, di Tagliacozzo e nei sacrari di Gravina, di Mola di Bari, di Montescaglioso che gli artefici chiamati dagli Aragonesi rivestirono di grazia semplice e lieve .. Ma la bella statua del duomo di T aranto,. ai tempi del vescovo Brancaccio (1577), andò in frantumi. « Uno scrittore coscienzioso ed accurato, il_De Cristano, lasciò scritto che ai suoi tempi, e precisamente>> nel 1775, poichè gli avanzi mortali dei principi erano stati già tutti raccolti nel mausoleo « di Giacomo del Balzo, in questo si rinvennero i cinque scheletr · di Filippo I I, di sua moglie Elisabetta d'Ungheria, di Sibilla (e vari ~crittori: il Muratori, il Troilo, l' Egly, il Del Giudice, e altri chia- · mano Elena degli Angioli, vedova di Manfredi, col nome appun·to di ·Sibilla, forse pel fiero dolore della sventurata regin~), di Giacomo del Balzo e di Raimondello Orsini>>- nome caro al popolo tarantino-,
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