Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

I monumenti della città dei due • mari Il Duomo Nel trionfo del sole intende San Cataldo all'agitarsi dell'anima di Taranto. Qualche cosa del fasto antico . . . pare essersi 1ns1nuato nelle striature dei marmi greci e romani, fra le sottili trabeazioni, per entro agli intarsi aurei del soffitto ligneo, rimanendovi immortale nel perpetuo mori re del tempo. Qualche cosa che ride suadendo la mente alle opere e l'anima ai . sogni. vari i secoli di abban - dono assoluto, fu rico .... struita da Niceforo F o--- · ca, il duomo medioevale, sui cui fianchi trionfa l' ellenismo, è così ricco di teste leonine derivate da fiorite e gagliarde trabeazioni doriche, è così svelto, leggero da sembrare sogno di fate, è così robusto che i secoli hanno invano esercitato su di esso l' opera demolitrice. Nella linea varia e frastagliata con cui San Cataldo si profila fra la grave e rude mole del « tozzo >> e monco campanile romanico e la cupola a base roton - da coronata di archetti, di mensolette, di ovoli e di colonnine, che a intervalli reggono le trabeazioni sottili, - sopra il fantasioso coronamento di archetti a ghiglia o a tutto sesto e di origiLA MADONNA DELLA CANDELORA (Opera d'arte del quattrocento) Non si conosce la data esatta della costruzione del monumento cristiano : i più antichi documenti che gli si riferiscono sono una epistola di Papa San Gelasio I ( 492- 496) diretta al clero di T a.,. ranto, e l'epistola che il Pontefice S. Gregorio Magno indirizzò, nel 693, ad Onorio, Vescovo di Taranto, pel battistero del quale gli concedeva l'uso nella chjesa di S. Maria del Popolo, che è titolo appunto del duomo « ab antiquo )). nali merli caudati, che aggiungono slancio ai fianchi del grandioso edificio, - il duomo appare come la mirifica materiazione di un immenso sogno. Benchè la facciata abbia risalti lineari, statue di santi e frastagliate cornici barocche del 17·13, come un capo gigantesco con immensa mitria, pure la bellezza classica trionfa sul possente fianco del sacrario, che domina la piazza dell'Arcivescovato e il corso Vittorio, dove pare che il mare tremoli un fresco motivo del Paisiello echeggiando con lieve sussurro sui bastioni della dominatrice splendente di diademi e avvolta nel suo eterno manto azzurro. Accanto alla nuda muraglia del convento di Santa Chiara, che è in alto, interrotta da brevi finestre e da mensole sostenute da forti rilievi di teste di leone, fra le vecchie case della metropoli vetusta, che, dopo Bibli teca « Del tutto oscure - scrive Giuseppe Blanda- « mura, che ha illustrato con dottrina e fede cristiana, « questa insigne opera architettonica - ci sono le ·« vicende cui soggiacque la nostra chiesa durante il « periodo calamitoso delle invasioni barba~iche, di {< quelle saracene in ispecial modo, fino al consoli .... « <lamento della monarchia normanna. « È nostro personale convincimento, però, che la « grandiosità istessa della sciagura, abbattutasi per sì « lungo tempo sulla nostra città con la occupazione « dei saraceni, dovè preservare la basilica dalla sua « estrema ruina, inquantochè, sicuri gli infedeli d'aver << assodato in Taranto uno stabile dominio mussul .... « mano, non pensarono nè ebbero interesse, prima « del fatale anno 927, a recare offésa agli edifici della « città, fatta centro delle loro operazioni militari nel ....

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