Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

290 AUGUSTO GARSIA g,uerra, la strage e l'incendio, co·m,e fini a se stessi. Non •è il 1I1ostroavia.tore il volgare teppista del Phoe- . nix, al quale, per aver fatto un gesto osceno, iii Dal1 'Oro la11ciò la tragica sfida ; ma è spesso un povero uomo, dall'anii,mo grande, grande, che sente il bisogno di farsi apportator,e di civiltà (Un guitto). E come 1 'aviatore, co1 sì tutto il popolo italiano. Certo, fu necessaria la guerra, perchè !a valore n<;>strorifulgesse e .,,. .. • Biblioteca Gino Bianco perdhè si rivelasse il grande spirito d'amore, che è vol,uttà ,d,i sacrificio, come per Ignazio Lanza di Trabia ; ma ripeto, la guerra fu un mezzo,, e per noi non è un fine. 1Francesco De Pinedo, per la seconda volta, adesso, e Umberto Nobile ci insegnano che anche senza la guerra ester1iore I' anima italiana è ormai capace d'ogni· a1ltezza, d'ogni eroismo. , AUGUSTO GARSIA ' I • \,

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