L'EPOPEA DELL'AVIAZIONE 289 simile al diaman~e, che non ,può essere inciso che dal marnante ? Amare .a dolore ! » Così canta il poeta. ' Ed ecco che egli dal sentimento deHa lotta esteriore, per cui le creature si combattono e si dominano a vicenda in una spe·oie di orgiastica volontà di dominio, sale a questo più nobile senti1 mento, onde scaturisce la giioia di un' effabile conquista, di un trionfo di quanto è meno caduco su quanto è più caduco : mionfo che è gioia, perohè è dolore, è sacr.ifi.cio. Questo eroe l'ho chiamato •poeta, ,perchè mi ha commosso con belle pagin,e, do,ve 1 1 'ansia di narrare e di ·descrivere quanto prodigiosame,nte si compie in azione -intorno a sè e da sè stesso, ·si alterna con J 'ansia di narrare, anzi di cantare quanto prod1 igiosamente si compie dentro sè, per un'unica ,co,nquista: il cielo. Perciò ho parlato di lirica nell'epopea. -Id libro del Milanesi, invece, è storia documentata, 1 ma una storia così nobile •e grand,iosa, che si fa epopea anch'essa. E la grandezza dei fatti è così soverchiante alle possibilità di umana, anzi letteraria espressione, che il narratore si trova talvolta smarrito e sente ,bisogno di giustificarsi e, con paraUelli e paragoni, di renderci evidente, quel magllifico fatto, che espresso nella sua nudezza sintetica risaltere'bbe qualche volta di più. . Però l'eccesso ,magniloquente non è mai imputabile ad amor di retorica o al desiderio di costruire una bella pagina, là ove fu una ,bella az-ione; perchè .I' autore, an,ima genero•séld!.i marinaio italiano, si commuove davvero e se non sa tacere, non bisogna fargliene colpa. Tanto più che spesso alcun,e sue osservazioni, direi quasi commenti ,musicali di un' an1ima che rivive i fatti, ,mentre li narra e fa r.iv,ivere, così, i morti, c'interessano e ai commuovono e ci fanno pensare ; e spesso anche l'autore volontariam,ente si apparta. Nei . toni minori, nelle semplici descrizioni ci appar,e, invece, sempre un maestro. Udite: « Ben nnvigorita recentemente da noi, una geografia carica di nomi dilaga dall Mediterraneo neHa Geifara. M1 a, scalato iJ Gebel, s'ammala, intisichisce, s'assottiglia, finchè non sorretta più ,che dal.I'incerte serpi d-e·Hecarovaniere e dai gh,iaiosi letti d:i qualche uadi, non muore in un ultimo nome stampato nella sabbia: iM.i1dza,-la prima oasi sahariana ... » (pag. 126). Udite: « E si sen,tì improvvisamente co:lto come da un sonno immenso, mentre la sua ragione si dissolveva in un buio quasi di svenimento. Sì: ·si sarebbe accasciato là... No1 n avrebbe chiesto nul.l' altro al.la vita, c1 h-e accasciarsi là... E tutt' ali' intorno i grilli cantavmo, dhetamente la loro ninna-nanna di pace (pag. 22). Come pure è benissimo reso il carattere eroico e brontolone di Giorgio 1Mi,chetti (Coppia d'amici) con i suoi Uanananah! Uònònònoh! ed è magistralimente descr.itta la beffa del capitano Pticcio (La lezione) al suo collega francese : in queste pagine è il ,Milanesi, che gi.à conoscevamo: colui che scrive bene, quasi senza accorgersene, perchè quasi non dà importanza o un'importanza speciale a quel che scr.ive. Pagine di riposo, nelle quali volentieri ci si adagia, dopo I' oosia travolgente e la viva t Bi ioteca Gin Bianco trepidazione delle pagine eroiche, -le quali ci trasportano in un'atmosfera così alta e priva di parole e ricca d'azioni : in un'atmosfera dove -così rapidamente la volontà si trasforma in fatto, d'odio o d' am<»"e,di sacrifi,cio o di distruzione, c:he il cuore oi trema e ogni commento ci sembra vano. a li gruppo tragico del Capitano Salomone, 'Semi-· · ' v;ivo, inchiiodato al volante accanto a due cadaveri, su la calante « Aquila romana » insanguinata - sintetizza efficacemente Italo· Balbo n-ella prefazione - il rogo .leggendario acceso dal Capitano Ercole, dove arsero ,insieme un apparecohio e due compagni morti ; i quattro porta.tori d.i Romagna che recarono nell '·hangar, come .in un tempio, le spoglie di FréllllcescoBaracca, raocolte sul ciglio d'un ·burrone; Ignazio Lanza di Trabia che, accanto al velivoJo atterrato ed aHa mitragliatrioe ammutolita, brandisce una sbarra di ferro contro ,i nemici avvolgenti, fìnchè le baionette non ne fanno ,scempio estremo ; Scaroni, che in cielo aperto, aJbbatte gli avvoltoi ne,mici, ,e, indo,mabil~, uno controquindici, si ostina nella lotta impari; il biondo messaggero 1 ignoto, che vien da!l cielo a morire sul campo di Marcon, con l'aureola d'un incendio cOlllpiuto; Dal-, l ~Oro che si avventa contro il giuraito avversar.io, per cad,ere con lui in un solo braciere ; Giannino Ancillotto che toma su ali malferme, 1 ma adorne dell'immane orifiam:ma del draken distrutto: ecco Ile tappe deH 'epopea ». .Epo;pea degna certa di Dante : epopea dove i volti è nècessario spariscano e restino gli atti e i nomi, a sig•nifi.carel'alita volontà de,Ho spirito ; ma epopea ch,e ~ per ammaestramento agli uomini, è necessario si rif acoia crona1Ca, con i particolari della vita di questi eroi, prima cihe tali si rivelassero• e èon le commosse osservaz·ioni di chi scrive. Perchè se da un punto di vista veram1 ente artistico questo di 1 bro è inegu'ale, da un punto di v.ista compiutamente umano ,e propedeutico,. questo liibro è perfetto. Il Milane1 si non vuole soltanto narra.re e cantar-e, ma insegnare qualcosa, additare esempi. Esempi di 5acrifi.cio e di dolore, dove, come il Fumagalli, :il doJore diventa l'unica giioia della vita e il sacriifi.,cio'.l'unico :scopo: dove la lotta non è sepa- ' rata da:11'amore. « E una volta nella quale da un awarecchio abbattuto vide balzar fuor.i incolume un pi:lota ch,e tolto•si .id casco e gli occhiali fu da ;lui niconosciuto per ùno studente v.ienn·ese col quale aveva coa!bitato a T orino poco prima della g-~erra, lo abbracciò senza e,sitazio1ni e gli parlò col sorridente accento d,el1'amico 11itrovato, com,e se pochi secondi prima, la1 ssù, quello strano am,ico non gli avesse sgranato addo1 sso vari nastri di mitragJiatrice ». O gran 1 bontà di cavaliere antico, di Francesco Baracca I Sì, antico e nuovo: etemo ,e italico. Perchè (vedi Ali infrante) Gabriele D'Annunzio volò 1su Vienna, non per bombardare, come avevano •fatto i ted,eschi, volando su V enez•ia; e perchè sempre, nel cappotito dell'aviatore italiano si cela un cuore no1 bilissi1mo 1, che. non cerca Ja guerra per la
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