. 148 Il 18 settembre venne l'ordine di proseguire usando la forza con la massima ponderazione e possibilmente ~on prontezza ; si fecero tutti i preparativi e la mattina del 20, alle cinque e mezzo incominciò il cannoneggiamento che si estese fino vicino al Vaticano. Solo verso le dieci Pio IX rinnovò l'ordine perentorip di alzare la bandiera bian~a, e al comandante supremo di aprire le trattative. Nella - villa Albani tra .il Primerano, , per il Cadorna, e il Rivalta per il Kangler, si concluse la convenzione per cui le truppe italiane avrebbero occu- . pato la città di Roma, e preso qu~llo che era di spettanza del Governo pontificio, ma che si sarebbe lasciata alle truppe pontificie la città leonina, perchè il Governo italiano intendeva · rimanesse al Papa. Ma nel frattempo, essendo successi dei tu-· multi da ·parte del popolino, in Vaticano si ebbe paura e si pregò il Kangler di mandare dal Cadorna, perchè facesse occupare anche la città leonina ; il che fu eseguito. il giorno 21. Già il cardinale Antonelli aveva dichiarato di ritenere assurdo il progetto di lasciare al Papa la città leonina ; e il 25 Settembre la ricusò il pontefice stesso. Fu subito costituita la Giunta governativa, presieduta dal duca Caetani di Sermoneta ; e il •2 Ottobre 1870 avvenne il plebiscito. Il Governo avrebbe voluto che il popolo romano votasse questa formola : « Con la certezza che il Governo italiano assicurerà l'indipendenza dell'autorità spirituale del Papa, dichiariamo la nostra 'Unione al Regn~ d'I .. talia sotto il Governo monarchico-costituzionale del Re Vittorio Emanuele .II e dei suoi reali successori ». Ma questa f ormola fu abbandonata, non essendovi ragione di fare per Roma ,una specie di plebiscito condizionato. Inoltre si ammise che la città leonina, per due volte rifiutata dal pontefice, partecipasse anche essa al plebiscito. Il risultato fu .il seguente : 133.181 voti favorevoli e 1507 contr~ri. Così, legalmente, la questione era finita. c. Bi liotec Gino Bianco Nel primò momento a Firenze si illudevano di poter giungere presto a un . « modus i,ioendi », perchè il papa si era mostrato abbastanza benevolo; era stato lui che aveva chiesto fosse occupata la città leoriina· vi erano stati anche dei colloqui cordiali col Blanch, inviato per trattare le questioni politiche ; e il primo ottobre il papa aveva accettato 50 mila lire, quale quota mensHe, assegnata dal Governo italiano per il mantenimento dei sacri palazzi, ma gli ottimisti dimostravano di conoscere poco la psicologia del pontefice. Non ostante le più ampie assicurazioni date dal. Governo italiano, i cattolici di tutta l'Europa consideravano il Papa prigioniero in Vaticano; sopra tutto i francesi gridavano contro la debolezza del papa che aveva acéettato le 50 mila lire ; tale fatto in realtà non si verificò più. Cosi se non si compieva del tutto l'unità d'Italia, l'edificio unitario era o,:mai eretto ; ma si poteva ben dire in quel momento che i rapporti tra la Chiesa e lo Stato e le còndizioni finanziarie nostl'e richiedevano cure assidue ed energia straordinaria. In un· breve del 2 marzo 1871, Pio IX accusava il « Parlamento subalpino », così egli chiamava ancora il Parlamento italiano, di aver compiuta opera « di empietà, di assurdità e di delirio » ; si parlava dappertutto di una prossima crociata, di una imminente restaurazione del potere temporale, e si diceva che la Francia avrebbe ristabilito l' ordine morale. Il tempo è stato un grande galantuomo a poco per volta gli angoli si sono andati smussando, e la coesistenza dei due poteri in Roma si è venuta sempre più rendendo, quasi direi natu raie, e ha resistito alla prova del fuoco della grande guerra mondiale. L'Italia si è fatta salda e forte, non ostante l'atteggiamento di quanti proclamavano che essa non aveva saputo compiere se non un opera di immoralità. Invece l'Italia ha compiuto opera altamente morale; e questa moralità politica e storica è guarentigia della sua saldezza. ·
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