Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

di lire, per preparare l'esercito ; ma la proposta incontrò molta opposizione, perchè il partito progressista e quello di azione dubitavano che questo denaro avrebbe servito a fare atto di vassallaggio verso una potenza straniera; in altri termini erano diffidenti, di modo che, quando nel luglio si chiuse . la Camera, fu stabilito che, se ci fossero state delle circostanze nuove, la Camera sarebbe stata immediatamente convocata. Difatti, il 16 Agosto, fu convocata per avere la facoltà di richiamare altre due classi ; ciò era naturale perchè sulle spese del1' esercito ~i erano fatte delle economie per circa 30 milioni di lire. La convocazione della Camera riuscì molto agitata, perchè la Sinistra voleva da parte del Governo una dichiarazione esplicita ; quella di risolvere subito la questione romana. Il Governo lo affermò implicitamente, ma la Sinistra non ne fu contenta, e nella adunanza del 20 Agosto voleva dimettersi in massa. Allora Quintino Sella dichiarò che tutto il ministero era concorde; ma che, se egli avesse trovato i suoi colleghi tentennanti, avrebbe presentato le dimissioni. La lotta francoprussiana volgeva al termine ; i) 2 Settembre a Sèdan l'imperatore era vinto, e la conseguenza immediata fu che il giorno dopo egli consegnava la sua spada nelle mani del Re di Prussia e si dava prigioniero. A Firenze si seppe il giorno 3, e venne deciso di soprassedere nell'atesa dello svolgersi degli avvenimenti mentre l'opinione pubblica incitava a far presto ; il 4 la dinastia napoleonica venne dichiara~a decaduta, e provvisoriamente fu ·proclamat·a la re pubblica .. Il 5 Settembre il ministero non poteva che decidere l'occupazione di Roma non essendo p<'ssibile fare diversamente, anche per l'atteggiamento dell'opinione pubblica; il 7 Settembre, con una circolare, avvertì le Potenze che l'Italia inten1eva di occupare Roma. Nessuna Po-· tenza si palesò contraria ; e la stessa Francia di- _ chiarò, per bocca del nuovo ministro degli esteri Giulio F avre, che anche essa considerava la convenzione del Settembre come morta e sepolta. Bisognava intanto avvertire il Papa della nostra decisione per tentare, se fosse stato disposto a cedere, senza opporsi con la forza. A tal fine fu inviato a Roma il conte Ponza di S. Martino con una lettera rer Pio IX di Vittorio Emanuele, il quale lt) prega va con affetto di figlio, con fede di cattolico, con lealtà di Re, con animo di italiano » Biblioteca G~no • 1anco - a volerlo lasciar entrare in Roma, assicurandolo che egli avrebbe potuto esercitare in piena e ass:,luta indipendenza il suo ministero, come quando era protetto dalle truppe francesi : il 9 settembre il conte si presentò al cardinale Antonelli, e il giorno 1O fu 1icevuto dal Papa . Pio IX era un uomo, in fondo molto tranquillo e forse un po' scettico, che scherzava facilmente; tant'è vero che nel 1873 in una lettera al fratello scriveva : Fa un gran caldo, caro fratello, a Roma, e se veniste qua trovereste il papa in maniche di camicia ; già per uno spogliato non vi è niente di strano » ; così scherzava sulla sua condizione di prigioniero. Ma, quando il conte Ponza di S. Martino gli presentò la lettera del Re, ebbe uno scatto tremendo, prese la lettera, la sbattè su un mobile e gridò: beli~ l~altà I voi siete sepolcri imbia,cati che non sapete quello che vi facciate. Cii> detto si calmò un po'. Affermò poi: Non sono profeta,. nè figlio di profeta, ma vi assicuro che gli Italiani non entreranno in Roma. » Il conte Ponza di S. Martino alla sfuriata pontificia rimase molto male; e dissero dei testimoni oculari che non sapeva trovare la porta per uscire. Dunque il Papa non cedette, ma dette ordine che alle prime cannonate nostre si alzasse la bandiera bianca, e non come fu pubblicato con una modificazione curiosa ! « appena aperta la breccia » perchè il papa non poteva il 19 settembre sapere se si sarebbe fatto una breccia. Il comandante in capo delle nostre forze, di oltre 50 mila uomini, fu il generale Raffaele Cadorna, padre dell'attuale maresciallo Luigi ; e fu scelto lui, perchè buon cattolico ; l'incarico gli fu affidato con istruzioni molto • • • • precise: apparentemente aveva p1en1 poten, ma doveva subordinare la sua azione pratica agli ordini del ministero. La guel'ra fu ben poca cosa ; morirono 24 uomini e ne furono feriti 124; i soldati i: ontifici in numero di 13.500 furono fatti tutti prigionieri, senza eccezione ; di essi 7 mila erano italiani, e gli altri in gran parte francesi. Fu sparata qualche cannonata qua e là, e il territorio romano fu occupato con molta facilità. Il Cadnrna aspetta va gli ordini del Governo per attaccare RtJma, ma gli · ordini tardavano a venire, perchè il ministro di Prussia s'era interposto per ottenere una tregua di di 24 ore, sperando che il Papa cedesse per evitare spargimento di sangue; ma il~ Papa non accettò, sopra tutto t>èr 1•opposìzion·e d~ll'ele'menfo niilit'are.

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