I ' 146 si dovesse concludere una triplice alleanza fra lta- , lia, Austria e F ranéia, allo scopo di abbattere la posizione preminente, che la Prussia si era creata in Germania, e di--ristabilirvi il predominio austriaco; e, per arrivare alla alleanza, il cancelliere avrebbe concesso all'Italia, quando i Francesi abbandonassero Roma, di poter entrare neUa citttà eterna, mentre il Gover.no francese era di parere contrario .. Le trattative diplomatiche per l' ~lleanza fu ... ·rono svolte personalmente da Vittorio Emanuele ; e soltanto, quando le cose cominciarono ad avviarsi bene, egli ne mise a parte il Menabrea, però si · era al giugno del 1869, senza arrivare a nessuna conclusione, non ostante le insistenze, più che .da parte nostra, dello stesso cancelliere austriaco Beusti. In Francia l'Imperatore _era fermo nella sua decisione di non farci nessuna concessione riguardo a Roma, sorretto nella sua opposizione dalla stessa imperatrice Eugenia, avversissi1na alle nostre aspirazioni, dall'opinione pubblica e soprattutto dai più autorevoli uomini politici, ispiranti la loro condotta ~lle tradizioni della politica estera francese. Nel colloquio, che nel giugno del 1869 il Menabrea ebbe con l'lmpe1·atore, nell'accomiatarsi gli disse queste parole : « Dio voglia che la Maestà vostra non si abbia a pentire di non avere voluto accettare le 400 mila baionette, che io venivo qui a mettere a vostra disposizione. » Il Lanza, che non credeva. i rapporti fra la Francia e la Prussia così tesi, nel 1870, in una nota sua personale, opinava che in fondo la questione romana .non era prevedibile, quando si sarebbe potuta risolvere ; certamente in un tempo assai lontano ! Le cose sta vano a questo punto al principio del 1870; e il nostro Governo non pensava davvero che la gue~·ra fosse così vicina. Già fin dal 1868, col pretesto della successione al trono di Spagna, il Governo francese cercò non di arrivare alla guerra con la Prussia, ma di- ottenere su di _ essa una vittoria ·diplomatica, per dimostrare all 'opinione pubblica francese che senza bisogno di ricorrere alle armi, esso poteva sempre imporre la sua volontà ; ma il gioco portò alla- guerra franco prussiana. Questa però fu la causa occasionale, perchè ve ne furono ben altre, che non riguardano la storia italiana, e sulle quali per brevità non mi soffermo. Quando nel 1870 fra la Francia e la Prussia si era giunti, come suol dirsi, ai ferri corti, e la Francia aveva ottenuto il-ritiro della candidaeca Gio Bianco tura ~I trono di Spagna di Leopoldo di HoenzollErn Sigmaringen, il ministro francese Grammont ordinò al rappresentante francese di ottenere personalmente dal Re di Prussia l'assicurazione che t \le candidatura non sarebbe mai più stata presentata, per dimos\rare apertamente l'influenza della Francia· in Europa, e per soddisfare quelli che andavano ag;tando l'opinione pubblica. Il Re di Prussia non volle saperne di questo impegno, e nel secondo colloquio, che ebbe con l'ambasciatore francese gli disse: « Mi dispiace di non poter aderire al vostro desiderio; del resto rivolgetevi a Berlino al mio cancelliere ». Il Bismark, che prevedeva come sarebbero andate le cose, aveva già formato il suo · piano e, assicurato dal ministro della guerra che l'esercito era preparatissimo, appena ebbe notizia del colloquio fra il_ suo Re e l'ambasciatore francese compiè la così detta falsificazione del dispaccio .di Ems; la quale fece sì che la marea montò in Francia e travolse lo stesso Imperatore e il Governo. Il 19 luglio, dopo che il ministro della guerra francese, ebbe assicurato l'Imperatore che tutto era pronto, venne fatta dalla Francia la dichiarazione di guerra; e la guerra si svolse come tutti sanno . .Il primo scontro fu favorevole ai Francesi, ma dopo essi ebbero una serie di sconfitte l'una più grave dell'altra. Napoleone III mosse dei passi verso l'Italia, perchè lo aiutasse; ma in queste e:9ndizioni non era più possibile concludere un accordo. Vittorio Emanuele all'ultima richiesta avrebbe acconsentito, ma sino alla fine di agosto il Governo francese non volle cedere nulla sulla questione romana ; soltanto si limitò a ritirare le tr.uppe che erano a Civitavecchia. Il Cialdini, il 3 Agosto, aveva fatto un tentativo per sondare l'opinione pubblica; ponendo innanzi in Senato lo spauracchio di una grande Germania, che, non combattendola ora, avrebbe formato una colossale potenza che avrebbe dominato tutta l'Europa ; ma la minaccia non produsse effetto perchè, come tutti sanno, i popoli non pigliano delle deliberazioni, in vista di un lontano avvenire, ma soltanto di un avvenire prossimo. Ora quello che premeva di raggiungere era la risoluzione della questione romana; e si capiva esser più facile arrivare a riso Iverla dopo una vittoria prussiana anzi eh è france se. Intanto le vittorie prussiane proseguivano ; e la f rancia era prostrata. In Italia il Governo aveva richiesto 40 milioni I
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==