Vita Nova - anno III - n. 5 - maggio 1927

, - PROF. AGOSTINO SAVELLI , - I ., I _STORIADEL RISOR6IMENTO • SERA DEL 22 MAGGIO 1926 ,, . Il secondo periodo del ministero Ricasoli, che presa'a poco va dall'Ottobre del 1866 all~prile dell'anno successivo, è tutto occupato dall'azione, che il Barone' di Brolio volle attuare per risoivere, com'egli imaginava, la questione romana. Ricorderanno che il Ricasoli, fin dal suo primo ministero, nel 1862, aveva sempre considerato quale problema addirittura fondamentale quello romano, e quello di Venezia . come secondario. Ormai, bene o male la questione della Venezia era definita, ri- . maneva quindi soltanto la questione romana. Rispetto alla solu1ione di questa vi erano due vie da seguire, secondo le mentalità div.erse : la prima, tracciata dagli insegnamenti cavouriani, portava ad adoprare sopra tutto, se non unicamente, i cosi detti mezzi morali, l'altra, giusta i concetti del partito d'azione, a non tollerare indugi e a s6·- dare la minaccia straniera, pur di conseguire lo scopo. Il Ricaioli, naturalmente,· seguiva la pri~a via, perchè la sua mentalità lo portava a .questa. Infatti egli .più che uomo di Stato era una magnifica figuramorale, e sopra ,tutto un apostolo, un eincero credente, il quale, aia pure in maniera di- - lioteca Gino • I e versa secondo le diverse contingenze politiche, intendeva di risolvere la questione romana non tanto dal punto di vista politico, quanto -da quello reli..: • g1oso. · · Dal 1862 al 1864 si era illuso di poterla comporre f avorendp il movimento interno del cattolicismo, 1 il quale conducesse a una riforma della I • Chiesa cattolica; ma, quando tornò al potere nel 1866, quest'illusione era ormai svanita, avendo compreso non esservi altra via, se non quella di ac- ~ettare il cattolicismo, quale era. Anzi proprio per · , questo fu ac.cusato di contraddizione tra la famosa legge ecclesiastica del' 186 7, e il progetto del 186465 · della preparaiione _del quale egli era stato magna pars insieme col toscano Tommaso Corsi.· Se v'era -una formale contraddizi~ne, questa dipendeva da una maggior maturità di senso pratico, per cui si era persuaso essere impossibile giungere a una conciliazione col papato, se non accomodandosi .con la Chiesa, quale era nella realtà, non quale avrebbe dovuto essere, nella mente dei riformatori, impotenti ad ottenere di · riformare la Chiesa. Così non solo proseguì nell'atteggiamento I , ( I

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